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LE AZIONI A LIVELLO TERRITORIALE Per lavoro e occupazione

 

Di Antonio Rossetti

 

L’argomento del lavoro e dell’occupazione non si può affrontare se non si tengono insieme  le dimensioni nazionali ed internazionali con le realtà dei territori, in sostanza del livello locale.

Le ragioni che mi hanno  spinto a tornare sull’argomento  sono due.

La prima riguarda la decisione del Consiglio Comunale di promuovere il coordinamento di categorie, rappresentanti degli enti, delle rappresentanze del lavoro e dell’economia, allo scopo di affrontare, sul piano locale,  una situazione difficile e che non può essere superata con risposte di tipo”sostitutivo” del lavoro, ovvero le forme assistenziali.

Nel sostenere una politica attiva per il lavoro,  a livello territoriale,  non si sottiintende certo la volontà di attribuire compiti e responsabilità a livelli istituzionali che, sulla materia, hanno scarse possibilità di intervento diretto. Al contrario, si intendono evidenziare i limiti e la scarsa comprensione del fenomeno che, a livello territoriale, manifesta tutta la sua drammaticità .

Certo sono possibili interventi che hanno ricadute positive sul lavoro e sull’occupazione, la realizzazione di opere pubbliche, il coordinamento e la promozione di attività culturali e turistiche, il pagamento in tempi brevi delle imprese che operano con le amministrazioni pubbliche, e le politiche per la prevenzione in materia di ambiente e difesa del territorio. Tutte azioni utili che non dipendono solo da un soggetto, ma che richiedono capacità di governare  il territorio e l’economia insieme, anche per definire progetti tali da meritare il sostegno della regione, del governo centrale e dell’Europa e che,  per essere credibili,  hanno bisogno di vedere la compartecipazione delle realtà presenti nel territorio.

Per questo non occorre aggiungere nuovi termini al lungo elenco, un po’ logoro, dei tavoli, dei coordinamenti, delle task force, è sufficiente comprendere che occorre lavorare insieme e condividere obiettivi e azioni.

Il lavoro non si crea con la pubblicazione dei dati, questi documentano la situazione, ma occorre  intervenire, seppure con piccole azioni, per dare credibilità e speranza.

Quando leggo, come tutti,  le locandine dei quotidiani che  “vendono” la notizia di decine e centinaia di occasioni di lavoro, mi sorge il dubbio che  il problema non sia così grave, poi ne parli con chi ha  verificato la notizia e le delusioni sono quasi totali. Spesso la notizia  non corrisponde alla realta’, è superata, non vera o vecchia.  In molti casi non c’è corrispondenza tra domanda ed offerta di lavoro, per questa ragione un confronto sistematico con le categorie del lavoro e dell’impresa è indispensabile per intervenire,  con le attività di formazione e qualificazione, allo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta, anche attraverso un maggiore coordinamento ed integrazione fra coloro che  svolgono le attività di orientamento, formazione, sostegno alle assunzioni.

La seconda ragione, o motivo,  che mi ha spinto ad intervenire,strettamente collegato al precedente, riguarda la notizia di un intervento sostenuto dalla Fondazione della Cassa di risparmio e che vede il coordinamento della Caritas, insieme a Comune e Provincia, per circa 100, persone, il titolo del progetto è  il “Lavoro, l’inclusione, lo sviluppo locale”.

Si dirà che è piccola cosa, ma è concreta. Questa è   dimostrazione pratica che qualcosa si può fare e che la capacità di proporre azioni concrete  consente di ricevere consensi e risorse .

Pensare che con alcuni interventi sia possibile affrontare una crisi quale quella che stiamo attraversando sarebbe ingenuo, occorrono indicazioni precise circa le strategie del Paese e dell’Europa in materia di energia,   tutela e difesa dell’ambiente con una politica di prevenzione dei disastri, di valorizzazione dei prodotti, di scelte per la crescita e qualità dei servizi, insomma tutte azioni che  dovranno vedere  la partecipazione di molti soggetti e una convinta  determinazione per attuarle.

Detto questo occorre  la consapevolezza che è proprio nei paesi, nelle frazioni, nei comuni in sostanza nel territorio che  le scelte di dimensione superiore avranno la loro pratica attuazione e, per questa ragione, il  trovarsi attrezzati e preparati a cogliere ogni  utile occasione non può che migliorare le condizioni delle popolazioni presenti nelle nostre comunità.

Negli anni ottanta e novanta si parlava di Job creation, esperienza inglese, che favoriva la creazione di piccole e piccolissime imprese  per fronteggiare la crisi delle grandi industrie, nel tempo si sono esaminati altri modelli, ma senza una forte e radicata presenza  nei territori non si possono fare che poche cose.

Nel nostro Paese non c’è stata una  diffusa capacità di operare per creare  lavoro e occupazione. Gli  strumenti quali  la cassa integrazione, mobilità,  indennità di  disoccupazione sono necessari  per risposte momentanee, straordinarie, ma non  sufficienti  per dare  risposte alla domanda principale vale a dire quella di lavorare.

I piccoli esempi sono la dimostrazione che si può fare qualcosa di utile, l’amministrazione comunale  di Lucca ha un ruolo significativo proprio perché è il punto più vicino alla realtà locale per raccogliere  richieste e potenzialità e - insieme a tutti coloro che sono  interessati (imprese, lavoratori, istituzioni, enti)  - proporre  azioni adeguate.

 

Lucca, 3 febbraio 2014

 

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