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Legge elettorale: forse e' la volta buona

di Paolo Razzuoli

Il cammino dell’Italicum, come gia' e' stata battezzata la riforma elettorale concordata tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, forse può avere inizio. Il segretario del PD incassa il sì della direzione, pur con polemiche, malumori e veleni con la minoranza di sinistra e in particolare con il presidente Gianni Cuperlo che minaccia di andarsene.

La nuova legge elettorale dovrà portare alla nascita di una nuova Repubblica, ha spiegato Renzi, che ha posto ai suoi un aut aut. “O si prende tutto il pacchetto o l’accordo salta“, ha spiegato a chi gli ha rimproverato il metodo (l’accordo con Berlusconi) e i contenuti dello stesso accordo (in particolare la mancanza di voti di preferenza).
La nuova legge elettorale dovrebbe procedere con tempi di approvazione molto stretti, per avere l’avvallo del Parlamento entro maggio.

Rimandando per i dettagli agli approfondimenti disponibili mediante il link sottostante, si riassumono in estrema sintesi gli elementi della proposta.
IL sistema e' un proporzionale con premio di maggioranza alla lista, o coalizione, che abbiano superato il 35%. Ove nessuna lista o coalizione di liste raggiungano tale risultato, si procedera' con un turno di ballottaggio. Per evitare la frammentazione, sono previsti sbarramenti in basso.
E' previsto il collegio unico nazionale sia per la Camera dei deputati che per il Senato.
A tal proposito merita osservare che a parere di illustri costituzionalisti non vi sono ostacoli nel dettato costituzionale, con particolare riferimento al disposto dell'Art. 57 della nostra Costituzione che cosi' recita:

"Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno.
La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti."

Viene infatti fatto osservare che dalla lettura integrale del dispositivo si chiarisce che la "base regionale" e' riferita alla ripartizione dei seggi; dato che conseguentemente non implica l'impraticabilita' di calcolare i risultati in base ad un collegio elettorale nazionale unico, analogamente a quanto previsto per la Camera dei deputati .
E' questo anche il parere di chi scrive e di Antonio Rossetti, che un metodo di calcolo analogo per le due Camere avevano previsto nella loro proposta di riforma della Legge elettorale.

Nella proposta di Renzi e' escluso il voto di preferenza, se pur in presenza di liste composte da un limitato numero di candidati.
Ritengo che questo sia un grave limite, anche in considerazione di quanto indicato nelle motivazioni che accompagnano la sentenza della Corte Costituzionale riguardante il "Porcellum".
Anche se probabilmente si rivelera' illusorio, e' da sperare che il vulnus venga sanato nell'iter parlamentare del provvedimento.

Per completezza di informazione, il testo approvato dalla Direzione del Pd prevede anche ipotesi di riforma del Titolo V della Costituzione e del Senato

Cliccare qui per approfondire

Lucca, 21 gennaio 2014

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