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Centrodestra: chi ha idee e coraggio sa che è il momento di assumersi le proprie responsabilità.

di Paolo Razzuoli

Nel marzo 2009, al tempo del Congresso di fondazione del PdL, scrissi un articolo intitolato "Il mio PdL. Sogno o realta'?"
Era un sogno. Un sogno illusorio svanito quasi subito poiche', a mio modo di vedere, l'attuale epilogo ha radici lontane, gia' avvertibili nei primi passi del neonato partito.

Ebbene, di fronte agli eventi di queste ore, mentre la parola "scissione" e' in evidenza sulle prime pagine dei mass-media, voglio invece sottolineare la parola "coerenza", con evidente riferimento alla scelta, sicuramente drammatica ma coraggiosa, di Alfano e di coloro che lo hanno seguito.

In estrema sintesi:
coerenza per aver tenuto fermo il timone nell'impegno governativo, in una coalizione che e' stata fermamente voluta dal centro destra ed in prima linea proprio da Berlusconi.
Coerenza, per la consapevolezza che urge risanare lo iato che si e' creato ed allargato fra il "sentire" dell'elettorato del centrodestra ed il modo con il quale i consensi sono stati utilizzati nell'agone politico.

Il Paese ha assoluto bisogno di una forza di ispirazione liberal-riformista europeista, moderna, non populista, che sappia offrire una risposta coerente ai troppi nodi irrisolti, e che purtroppo al momento nessuno sembra politicamente attrezzato per risolverli. Ovviamente nessuno oggi puo' dire quale sara' l'evoluzione del quadro politico nel centrodestra. Un auspicio pero' e' consentito: quello che i fatti di queste ore accelerino l'archiviazione di una stagione politica, creando nel contempo i presupposti per aprirne una nuova.

Una nuova stagione che chiuda un ventennio di profonda crisi della politica nazionale: un appannamento che non riguarda solo il centrodestra, come ben si vede da quanto sta accadendo in questo periodo nel Pd.

E' proprio a tale consapevolezza che andrebbe ancorata la riflessione sulla riforma della legge elettorale. Una riflessione che non puo' partire da una considerazione astratta sulle ragioni del bipolarismo, ma deve presupporre il nostro bipolarismo, anzi piu' chiaramente deve proprio partire dal dato politico del fallimento del nostro bipolarismo.
Postulato che conduce verso una scelta che favorisca il riposizionamento, anziche' forzare verso coalizioni che in questa fase difetterebbero gravemente di coerenza politica.

Anch'io sono fra coloro che hanno sperato che l'Italia si allineasse alle democrazie basate su un sistema sostanzialmente bipolare. Occorre tuttavia prendere atto che, almeno per ora, questo processo in Italia e' fallito, e che potra' forse riavviarsi, ma solo dopo una stagione di profonde modifiche del panorama politico nazionale.

Ecco quindi le ragioni di un'opzione per un impianto proporzionalista della legge elettorale, ovviamente con alcuni correttivi che agevolino la governabilita' e limitino la frammentazione.
Renzi sta invece parlando del "Sindaco d'Italia": affermazione che non e' sua giacche' Mario Segni gia' ne parlo' alla meta' degli anni '90.
A Segni non ha portato "bene"; forse e' utile che Renzi se lo ricordi.

Riportando il focus sugli eventi di queste ore, nei prossimi mesi vedremo se la scelta di Alfano e dei suoi sostenitori prendera' testa e corpo di una seria azione politica, o se si esaurira' nell'ennesimo flop di una scaramuccia generata dal seme di un mero scontro di potere.
Per la cosiddetta "Italia moderata" che si è riconosciuta nell'esperienza berlusconiana, inizia una sorta di traversata del deserto, con una meta complicata da raggiungere, ma irrinunciabile.
Non e' quindi il tempo per rinchiudersi nel proprio "orticello" o di attendere per capire come si mettono le cose per poi montare sul carro del vincitore.
Al contrario, chi ha idee e coraggio sa che è il momento di assumersi le proprie responsabilità.

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