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Era l'ora

di Paolo Razzuoli

Era ora che nel centrodestra italiano si girasse pagina, in linea con quanto chiede la stragrande maggioranza del blocco sociale di riferimento.
Lo hanno coraggiosamente fatto il segretario Alfano assieme a quelli che sono chiamati "colombe". Ovvero coloro che nel centrodestra intendono dare senso riformatore alla difficile, faticosa ma potenzialmente preziosa stagione delle «larghe intese".

La netta e coraggiosa decisione di Alfano e di altre figure di spicco del centrodestra di confermare la fiducia al governo che, guidato da Enrico Letta, sta accompagnando l’Italia sulla faticosa strada della ripresa non è una delle tante contorsioni alle quali ci ha abituato la politica della cosiddetta Seconda Repubblica.

Naturalmente la situazione e' in divenire e non possiamo ipotizzare quali saranno gli sviluppi. MI pare comunque certo che la furbata dell'ultimo momento di votare la fiducia al Governo, con l'intento di attutire il colpo della scissione e di non trovarsi isolato, non arrestera', ma anzi accelerera', il tramonto della stagione berlusconiana. Tramonto che lo stesso Cavaliere ha decretato, con gesti disperati, nella piu' totale incapacita' di indossare i panni dello statista che sa distinguere vicende e interessi personali da doveri e strategie della formazione politica che guida e, soprattutto, dal bene del Paese.

Ciò che è accaduto nel Pdl è importante e costituisce la cartina di tornasole dell'avvio di una nuova stagione.
Sembrera' paradossale ma non si tratta di un semplice «strappo", ma di una doppia e ambiziosa «ricucitura".
La prima e' quella ricercata nella maggioranza che sostiene l’attuale governo di servizio (maggioranza che va restaurata a regola d’arte, perché non sopporterebbe un rattoppo alla bell’e meglio). Delresto Letta lo ha detto chiaramente che non e' disponibile a fare la parte di Re Travicello.
C'e' poi una seconda ricucitura, fortemente auspicata e attesa dalla maggior parte del blocco di riferimento del centrodestra: la «ricucitura", promessa, tra il sentimento e le attese di tanti italiani "sbrigativamente detti moderati" e lo stile e le scelte di un gruppo importante di politici che, assieme ad altri, proprio questo "popolo" intende rappresentare.

Poteva succedere prima?
Sarebbe sicuramente stato meglio per la vicenda politica del nostro Paese ma purtroppo cosi' non e' stato.
Succede ora ed e' comunque una buona notizia: diciamo che "non e' mai troppo tardi".

Speriamo che la vicenda di oggi possa segnare il primo step di un riassetto complessivo dello scenario politico italiano, capace di instradare il Paese sul binario della ripresa e di poter giocare il ruolo che gli spetta nel concerto delle nazioni europee. Una ripresa che non si puo' limitare alla sfera economica, anche se questa e' la prima emergenza, ma che deve investire l'intera societa' italiana, in uno sforzo (ne' semplice ne' indolore), di ripensamento complessivo e di riforme radicali. Ecco perche' parlare oggi di moderatismo suona assai improprio.

Un tema che non riguarda comunque solo il centrodestra. IL centrosinistra deve sapere che il blocco di riferimento del PdL non e' quella sottospecie formata da "minus habens" ipnotizzata dalle tv commerciali che, manicheicamente, ha cercato di dipingere.
Si tratta invece di un importante blocco sociale che ha visto in questo partito - sicuramente sbagliandosi e illudendosi - lo strumento per riforme che sono necessarie, e che trovano condivisione ben oltre i confini del fronte berlusconiano.
L'antiberlusconismo ha costituito un collante nel centrosinistra, che ha in qualche modo consentito di portare in secondo piano le proprie forti contraddizioni ideologiche e politiche.
Se nel Pd prevarra' la linea libertaria e garantista, liberale e riformista, penso che si apriranno scenari utili per il Paese; se invece prevarranno atteggiamenti conservatori e/o, peggio, nostalgici e/o forcaioli, detto partito perdera' ancora una volta l'occasione di diventare un protagonista del processo di rinascita del Paese.

IL vero nodo e' quello di capire chi e come potra' rappresentare il blocco sociale che si ispira ai valori del riformismo liberale e democratico europeo, che in Italia e' al momento senza una vera rappresentanza politica.
Su questo versante si giochera' una partita importante, destinata a pesare sui prossimi decenni della nostra vicenda nazionale.

Lucca, 2 ottobre 2013

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