Di Antonio Rossetti
Alcuni parlamentari eletti nelle liste del Pd, in quelle del Pdl, in lista civica, la presidente della Camera Boldrini ed altri componenti del senato e della camera, si sono sentiti offesi dalle parole di Grillo.
Gli accostamenti fatti da Grillo non sono certo piaciuti ai parlamentari ed ai rappresentanti dei partiti; penso non siano stati di gradimento neppure per i consiglieri regionali e per molti altri esponenti della pubblica amministrazione e delle istituzioni.
Di ciò che dice Grillo – con il solito linguaggio sicuramente non appropriato e di sovente offensivo - risponderà lui e non ha bisogno di avvocati a difesa.
ciò che invece vorrei evidenziare è che da mesi, molti mesi, si parla dei costi della politica, dei costi delle regioni, degli sprechi, in particolare nella sanità. Ancora, negli ultimi anni, sono emersi i più spregiudicati abusi nell’utilizzo del danaro pubblico, quello dei cittadini tutti. E’ sufficiente rileggere nomi, cognomi e referenze partitiche. in alcuni casi – come e’ ben noto - gli abusi hanno determinato interruzioni anticipate delle legislature regionali , vedi Lombardia, Sicilia, Lazio.
Nonostante tutti questi avvenimenti non c’è stata, ad oggi, nessuna capacità di comprendere che la solita litania del “si dovrebbe fare”, o delle “riforme da fare”, o dei provvedimenti futuri, in presenza di una crisi sempre più pesante, non basta: al contrario, produce effetti ancora più gravi.
Che non sia stata compresa la gravità della situazione risulta di tutta evidenza. La diffusa inaffidabilità, la scarsissima fiducia verso i partiti e nei confronti delle istituzioni, non dipende da ciò che dice Grillo o altri prima e dopo di lui, ma da ciò che nei fatti avviene.
Il presidente della Camera e tutti gli altri che si dispiacciono delle parole di Grillo, agiscano come ritengono necessario nei suoi confronti, ma non possono commettere l’errore di trascurare un particolare che viene prima delle parole di critica pesante da parte di oppositori al Governo.
Non sarà il caso di smetterla di dichiarare che sono necessari i tagli dei costi alla politica, di promettere il taglio delle indennità e dei trattamenti esorbitanti di parlamentari e consiglieri regionali e di altri incarichi in aziende ed enti, di mettere un freno agli stipendi e alle pensioni esagerate, insomma a tutto ciò che sta emergendo sempre più alla luce come sistema di corruzione, di sprechi, di rimborsi scandalosi, senza dare seguito a nulla?
E’ possibile non capire che c’è bisogno di rendere visibili e concreti provvedimenti virtuosi, in sostanza dire abbiamo fatto questo, non continuare a dire vedremo, faremo e basta.
La vecchia storia di attendere che cali l’attenzione per poi continuare come prima non regge.
La senatrice Finocchiaro, non si rende conto che prima di introdurre argomenti rilevanti sul finanziamento dei partiti è indispensabile che questi partiti siano percepiti, oltre che essere, qualcosa di più di quello che il panorama ci presenta oggi?
In questa fase una discussione credibile non trova consensi perché la distanza è incolmabile, occorre qualche tempo e atti concreti perché la politica e i partiti tornino ad essere credibili.
Senza passaggi significativi non c’è futuro.
Scaricare la colpa su Grillo serve solo a rinviare i veri problemi.
Prendiamo ad esempio la nuova legge elettorale. Non si vede neppure con il cannocchiale e il provvedimento sui costi e finanziamento dei partiti viene rinviato per andare oltre nel tempo ed incassare tutto il possibile prima di fare qualcosa. Lo stesso vale per i tagli delle indennità e dei rimborsi nelle Regioni, tutto tace, e qualche provvedimento varrà solo per il futuro, molto lontano.
Probabilmente non è stata compresa la lezione del voto del 2013. Le cose non si aggiustano senza provvedimenti certi e immediati. Non credo sia solo Beppe Grillo a comprendere e parlare, senza decisioni sui temi del lavoro e della condizione sociale ed economica i motivi di indignazione saranno sempre più ingovernabili.
Come si può chiedere di fare sacrifici a chi li fa da anni o da sempre e starsene a pancia strapiena? E gli esempi sulla base dei quali chiedere ai cittadini sacrifici pesanti quali sono?.
Neppure le sagge parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, trovano riscontro.
Da anni il presidente Napolitano chiede al Parlamento e Governo di intervenire per una nuova legge elettorale. Tutti, o quasi, dicono che ciò che dice giusto, passa il tempo e non succede nulla, alla fine anche il Presidente della Repubblica diventa vittima di un imbroglio.
In fondo tutti sperano che, con qualche furbizia, si possa ancora arrivare al momento del “ non c’è più tempo” e si tornerà al voto con il vecchio sistema da tutti deprecato.
Che sia colpa di Grillo per le mancate decisioni di altri, che sono la stragrande maggioranza in termini di parlamentari e consiglieri regionali, non ci crede proprio nessuno.
Il tempo è scaduto e le risposte non ci sono, che cosa deve accadere per capire?
Lucca, 25 luglio 2013