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Regioni, ricostruire credibilità prima di chiedere.

No al "gratta e vinci"

 

Di Antonio Rossetti

Proprio in questi giorni, di maggio, alcuni presidenti di Regione si stanno lamentando per il rigore del “patto di stabilità”, dichiarando che senza un allentamento non sono in grado di arrivare al 2014.

 

E’ probabile che vi siano ragioni, tutte da spiegare, che rendano complicata la vita di queste istituzioni, ma.

 

Il ma sta a indicare il primo requisito necessario  per porsi nella posizioni di potere chiedere e cioè essere credibili .

 

Gli stessi presidenti si rendono conto, oppure non  del clima nel quale si trovano immerse le amministrazioni delle Regioni, quasi tutte, alle prese con i costi elevati della politica proprio al livello regionale?  Sono consapevoli che  le inchieste  e le azioni nei confronti di consiglieri che hanno fatto man bassa di rimborsi per spese che  appaiono inaccettabili,  non solo per la gravità del comportamento  degli stessi consiglieri,  che non nascondono per nulla la sfacciata e strafottente arroganza proprio  in disprezzo dei cittadini tutti, ma anche per il sistema degli abusi stessi.

 

Non si vergognano nemmeno un po’?

 

Non si preoccupano di rimborsarsi i gratta e vinci  quasi fosse, quella,  l’unica loro attività politica e amministrativa.

 

Possibile che non sia compresa la gravità di tali comportamenti e, di conseguenza, la disapprovazione e il distacco sempre più evidente da parte degli elettori e dei cittadini dalla politica e nel caso specifico dalla politica dei partiti nelle regioni.

 

Se la prima reazione dei cittadini al lamento per la rigidità al Patto di stabilità,  richiamato dalle regioni, fosse chiaramente negativa e si ponessero domande del tipo: Dimostrate nel concreto cosa avete deciso di fare per ridurre i costi della politica nella vostra regione e cosa avete deciso per  eliminare gli abusi dei consiglieri che fanno pagare ai cittadini cifre enormi per spese che, neppure lontanamente sono legate alla attività istituzionale, cosa rispondete?

 

Ponetevi le domande che la gente vi pone e non trastullatevi pensando che calato il polverone tutto si calma.

 

Non è più così da tempo e ch non lo capisce prima o poi  paga il conto.

 

Le Regioni dovrebbero rendere pubblici gli atti relativi ai tagli di indennità, di diarie, del numero dei consiglieri,  i tagli dei costi per i vitalizi, e quant’altro  determina il costo complessivo della macchina regionale.  Solo dopo avere recuperato quella credibilità, che oggi non esiste, potranno trovare il  consenso per rivendicazioni motivate.

 

Se la Regione Lazio è caduta in anticipo, lo stesso è accaduto in Lombardia, e se in tutte le regioni vi sono verifiche dei bilanci e del contenuto delle spese, se vi sono arresti, rinvii a giudizio, e non vengono deliberati  provvedimenti per cambiare  lo stato delle cose, possibile che non si capisca, da parte delle regioni stesse, che non si tratta di una buccia di banana, ma che  di autotreni  di banane rovesciate sulla strada e nessuno fa niente per toglierle?

 

L’auspicio è quello di potere leggere quanto  prima il testo  di provvedimenti adottati per la gestione corretta e trasparente delle istituzioni regionali, ciò è necessario  a  tutti i livelli, per restituire credibilità e dignità a tale livello istituzionale, altrimenti  l’antipolitica  sarà ancora più presente proprio per colpa dei politici che non hanno capito o che hanno considerato più conveniente, per se stessi, non capire.

 

Lucca, 24 maggio 2013

 

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