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La République fisionomista di Giulio Andreotti


di Federico Bini


Ultimo Senatore romano. Ultima Eminenza grigia. Ultimo Principe machiavellico. L'ultimo dei Cesari. La Roma imperiale e papalina del novecento, vive e muore in un solo nome : Giulio Andreotti. Il simbolo di un potere antico, quasi '' divino'' per legittimazione...il Sacro Romano Impero! Giulio Andreotti è la fine di una storia secolare e millenaria che nel silenzio della sua leggenda ha continuato a vivere nelle vie romane.

Il personaggio è strano. Anzi stranissimo. Avvincente. Impenetrabile. Sagace. Un masterpice cinematografico. Il protagonista '' invisibile'' del Codice da Vinci. Custode di segreti come Jacques Saunièr Saint-Clair, gran maestro del Priorato di Sion. Fantasticamente e deplorabilmente enigmatico. Cattura, affascina ed intriga le nostre fantasie. Geniale, troppo geniale, imperterritamente unico. Ma strabiliantemente folcloristico nel suo eterno fascino esistenziale. Pungente e schermitore. Dalla fisionomia insolita. Gobba leggendaria. Passo felpato ed incedere elegante, silenzioso. Sense of humor e proverbiali aforismi.Un formidabile indossatore di maschere. Un moschettiere gesuita che affonda il colpo quando meno te lo aspetti. Folgorante, gelido, inaspettato. Un dandy anticonformista. Con proprie regole, limiti, eccessi e confini. La comparsa ne il Tassinaro di Sordi,lo stop al passaggio di Falcao all'Internazionale, il giallo Operazione via Appia. Icona pop. Stranamente più vicina a Oscar Wilde e Marilyn Monroe che a Giorgio La Pira e Papa Luciani .! Terribilmente tramante e sfuggente. Misericordioso e devoto. Bonario e dolcemente spietato. Un illustrissimo cardinale cesaropapista al servizio di una République medicea. Tattico indiscusso ma statista discutibile. Allievo del più divino ed evangelico politico italiano, Alcide De Gasperi. Un maestro, un padre tradito! Sette vite come i gatti. Una lunga esistenza ad avvolgere il mito, accresciuto dal perdurare del suo 'regno' :-''il segreto dell'esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive'' ( Dostoevskij). Andreotti questo lo sapeva bene!

Volpe gattopardesca da romanzi gialli con delitti ''passionali'' a sfondo politico. Lucente e oscuro. Sempre presente, quanto assente. C'è e non c'è. Visibile ed invisibile. Confondibile ed inconfondibile. Lascia piccolissime traccie, ma cancella quelle più compromettenti. Tutto gli è riconducibile ma niente o poco che confermi i suoi coinvolgimenti. Si muove tra politica e apolitica ( ossia tutto ciò che vi sta intorno di negativo e pericoloso ) con estrema astuzia, delicatezza, sottigliezza. Eterno trattativista, storico del compromesso, giocatore su più tavoli ( anche in campo diplomatico) ha sempre avuto il dono non tanto della lungimiranza quanto dell'agire momentaneo, istantaneo. Del fatto immediato. Una mente fredda e lucida, tanto capace quanto pericolosa.

Una corrente al suo servizio debole di numero ma temibile ed ''armata'' quanto l'esercito prussiano di Federico Gugliemo I. Un diplomatique alla Lamberto Scannabecchi ( Papa Onorio II ) ma abile e sprezzante del pericolo quanto Gioacchino Murat. Brillante ad intavolare storiche triplici alleanze ( CAF ), quando il momento lo richiedeva. Ma altrettanto capace di tessere e preparare la fine politica del nemico/amico alleato. Il suo rapporto con Craxi ne è l'esempio.

Illuminante la verosimiglianza riscontrabile nella Lettera ai Dieci ( di N. Macchiavelli, del 26 giugno 1502 ) :-'' … mai si riposa né conosce fatica o periculo : … le quali cose lo fanno vittorioso e formidabile, aggiunte con una perpetua fortuna'' ( il ritratto è di Cesare Borgia).

Strappava simpatie nascoste anche tra i comunisti, tanto che il governo di emergenza del 16 marzo del 1978 fu lui a presiederlo. Forse la simpatia che affascina i vincenti. O forse l'accattivante sex appeal di scuola democristiana, la migliore nella caccia di preferenze, come sosteneva il custode andreottiano Franco Evangelisti . E se Andreotti non era andreottiano, come lui sempre si è dichiarato, allora potremmo dire che andreottiano era lui, l'amico, lo spalliere, il factotum Franco. L'architetto dell'andreottismo. Il geometra degli equilibri politico-partitici della corrente primavera.

Se la storia la si può impersonificare, credo ''Al di là del bene o del male'' Andreotti ne è un esempio vivente. Ci sono mille anime, volti, inganni, innumerevoli ed indecifrabili sospetti che ruotano attorno a questa straordinaria, enigmatica e discutibile figura.

Chi è e chi sarà Andreotti, forse alla fine resterà uno dei più grandi misteri italiani. L'uomo dei misteri rimarrà avvolto dal mistero. Forse da sempre il suo scudo crociato difensivo.

Ma Andreotti non è solo il simbolo del potere : un potere chiuso, clientelare, oligarchico , teocratico e secolarizzato, cortigiano e medioevale. Andreotti è il pontiere tra Italia e Vaticano e 'fino' al 1985 anche con l'America. Il mediatore tra occidente e mondo arabo.

Un filone di pensiero che attraversa secoli di storia : le lotte di investitura ed il concordato di Worms, i vescovi conti e sanguinari, le leggende di Rennes-le-Chateau, le diplomazie... il richelieunesimo ed il machiavellismo... la guerra fredda, la caduta della Monarchia e la Prima repubblica. Le notti più lunghe ed inquietanti della politica italiana.

Un principe prelato, investito di poteri temporali e '' spirituali'' ( inteso in senso profondamente laico e figurato ), perfetto ambasciatore plenipotenziario, accostabile per intelligenza e strabilianti mosse tattiche al Giulio Cesare del De Bello Gallico. Un intelligenza fine e acuta. Un linguaggio romanesco accurato e lineare. Un parlatore supremo, egregio e aulico, ma mai un oratore!

Artefice di una politica cinica ed immobile, quanto povera e debole. Spregiudicato all'estremo ma sempre composto e garbato nel suo gioco di conquista del gradino più alto, della riconoscenza dovuta e del potere più afrodisiaco.

Andreotti muore. Anzi è morto... Ma considerando che è '' postumo di se stesso'' e conoscendo il personaggio non stupiamoci per eventuali colpi di scena ! Il templum iustitiae apre i portoni...

<<Mannaggia senatore sé cacciato in un ber guaio...! >>.

# Ave Giulio # morituri te salutant …!!! #

Lucca, 11 maggio 2013

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