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La campagna elettorale - per favore argomenti seri.

 

Di Antonio Rossetti

 

Si dice che in campagna elettorale ognuno cerca di argomentare per cercare consensi, oppure qualunque cosa venga  detta, riportata più o meno fedelmente o destinata alla propaganda, serve e si giustifica.

Avendo raggiunto una certa  età  mi sento di dire che  il chiasso e la ripetizione di argomenti, a dir poco fasulli, mi consigliano il distacco per non cadere nella delusione profonda fino ad affermare, “possibile si debba essere arrivati a questo livello”.

Per favore argomenti seri.

Dire che Il Presidente del Consiglio Monti, da solo, ha restituito nuova credibilità al nostro Paese nell’Europa e nel mondo, non è ne corretto e neppure vero.

Infatti, molti provvedimenti hanno richiesto, per l’urgenza e per la debolezza dell’esecutivo, definito tecnico, numerosi, oltre 50, voti di fiducia in poco più di un anno. 

Allo stesso tempo è inaccettabile che siano attribuiti all’attuale Presidente del Consiglio(dimissionario) Mario Monti, tutti i mali di cui è gravata l’Italia, senza ricordarsi che i provvedimenti  approvati  senza il sostegno di Pd e Pdl non sarebbero diventati legge . 

Infatti quando questi non sono piaciuti ne a Pd e Pdl, vedi la riforma del sistema elettorale, altri provvedimenti relativi alle candidature  ed altri ancora che si sono accumulati di rinvio in rinvio, il governo non ha avuto più la maggioranza per proseguire ed ha interrotto il cammino.

Dire che i mali del nostro Paese sono gravi e sono presenti da molti anni, prima ancora del 1994  è dire cose sulle quali occorre decidere nei tempi e nei modi utili per guarire.

La maggioranza che ha sostenuto il Governo a guida Monti era anomala, ma è questa maggioranza che ha determinato le scelte, in parte rinnegate da Pd e Pdl subito dopo averle approvate.

Le elezioni, nonostante sia rimasto un sistema di “nomina“  per un numero consistente di deputati e senatori, (tutti sostenevano di  voler cambiare la legge, PD e Pdl d’accordo) sono alle porte.

 Chi ci guadagnerà  non è facile sapere, certo  gli italiani si troveranno molti “impresentabili” e molti che saranno eletti senza bisogno di raccordarsi con i propri elettori. 

E’ sufficiente leggere le liste di candidatura, un buon numero di  candidati è stato paracadutato  si in altre città ed altre regioni, basta leggere che i toscani sono in Sicilia, in Liguria e di contro i romani sono in Toscana, poi ci sono   i milanesi, si può continuare con chi è dappertutto, tutto  questo in barba  al rapporto di rappresentanza tra cittadini elettori  ed eletti .

Probabilmente l’antipolitica  crescerà ancora, proprio per colpa dei politici che si sono preoccupati solo del loro unico interesse, il proprio seggio, garantito dal “padrone”  delle liste, i vitalizi, i rimborsi spese  impossibili, le spese astronomiche a carico dei cittadini.

Che sia possibile rimpiangere i partiti con gli iscritti  che pagavano le tessere,  che partecipavano  e  decidevano  nelle sezioni e negli organismi eletti,   non credo sia un caso.

Certo anche in quegli anni  erano  presenti uomini con limiti ed errori, ma la passione c’era, c’erano le correnti e c’erano i rancori, oggi solo ricatti da parte del “padrone” delle liste.

 

Non rassegnarsi

 

Nonostante tutto dobbiamo sperare che  partecipare al voto e scegliere chi ci consente di  aspirare  ad una politica migliore, con partiti migliori, con persone che rappresentano il paese reale, quello dell’impresa, del lavoro, del territorio,  dei cittadini, che chiedono risposte ai problemi vecchi e nuovi e che vivono con il desiderio di futuro, non sia “utopia”  da sognatori.

Si può sperare in un Paese dove i giovani possono restare e vivere con dignità, che gli anziani non siano considerati un peso, che l’impresa possa svilupparsi e che i servizi siano adeguati senza i pesi della corruzione?

Certo ci sono tanti mali da curare, nell’immediato potrebbe bastare rendere evidente  che si sta cambiando in questa direzione, dare un messaggio, con provvedimenti concreti,  che è stato compreso ciò che deve essere cambiato, comprendere che con le nuove metodologie di informazione tutto si potrà sapere e scoprire, che è possibile tornare a “vergognarsi” e quindi rispondere no ai ricatti ed alla corruzione.   Questo sarebbe di grande aiuto per sconfiggere la sfiducia e l’antipolitica. 

 

Lucca, 29 gennaio 2013

 

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