logo Fucinaidee

Non mi hanno mai appassionato gli spettacoli della politica che la sera ci offrono le nostre reti televisive: piu' occasioni di intrattenimento sicuramente costruite con grande scienza mediatica, che momenti utili per aiutare gli spettatori a formarsi una autentica consapevolezza dei problemi. Di conseguenza anche ieri sera ho distrattamente seguito lo show Santoro-Berlusconi, atteso con il fiato sospeso da molti italiani.
Un breve ma pungente commento apparso sul Corriere della Sera si muove in perfetta sintonia con il mio pensiero. Eccone il testo integrale.

Paolo Razzuoli

I fratelli coltelli dell'intrattenimento

di Aldo Grasso

Quello fra Santoro e Berlusconi è sembrato lo scontro fra due vecchi professionisti della politica da bar La stretta di mano tra Santoro e Berlusconi

La stretta di mano tra Santoro e Berlusconi. - C'era molta attesa per la puntata di «Servizio pubblico» che vedeva come ospite unico l'ex premier Silvio Berlusconi. In realtà è sembrato lo scontro fra due vecchi professionisti della politica da bar, due tecnici del populismo, fratelli coltelli un po' guitti.

Claudio Villa? «Granada»? Il torero e l'arena? - Inizia così l'incontro dell'anno, il «The Rumble in the Jungle» della tv italiana, la corrida tra Santoro Vs Berlusconi. L'ex premier ricordava l'Aldo Fabrizi di «Vita da cani», il capocomico sempre alle prese con la vita difficile di una compagnia teatrale, o «Gastone», interpretato da Alberto Sordi, il danseur mondain che non si rassegna. Santoro aveva l'aria da rodomonte collodiano di Monsieur Loyal nei «Clowns» di Fellini. Roba d'altri tempi, insomma. Come Claudio Villa o il Corrado della «Corrida». Tocca alle vestali di Michele, Giulia Innocenzi e Luisella Costamagna, porre le prime domande «cattive», con grazia mista a spietatezza. Berlusconi fatica a conquistare la sua solita sicurezza (è solo in mezzo allo studio su una sedia evidentemente scomoda, senza cuscini a rialzarlo stavolta) e Santoro il ritmo.

La serata rivela presto la sua vera natura: una «cottura a fuoco lento», all'insegna del fact checking. - Berlusconi è messo a confronto con le sue affermazioni puntuali, con le sue idee, con l'operato dei suoi governi, cercando di smentirne la retorica pezzo dopo pezzo. La conversazione diventa esperimento maieutico, quasi il contrario delle domande e risposte mai verificate e smentite nelle altre interviste.

Poi arriva Travaglio: imputato alzatevi! - La trasmissione che fin qui aveva conosciuto anche momenti di amenità (Silvio assesta la battuta sulle scuole serali di Santoro, Michele abbozza e rilancia), assume il tono della reprimenda. Travaglio si mette in cattedra, sogghigna nei lunghi monologhi del suo perenne bersaglio polemico, poi parte con la lezione «con ditino alzato». Anche lui con calma olimpica, anche lui a voce bassa, nonostante le interruzioni di Berlusconi.

L'ex premier è un disco rotto, ripete per l'ennesima volta i concetti chiave del Silvio Election Tour 2013 (dagli ospedali da costruire in Africa all'Imu, all'ideologia comunista): la ripetizione anestetizza persino Travaglio. Santoro preannuncia colpi di scena, ma l'unico coup de théâtre è la lite con Travaglio sulle condanne per diffamazione. L'atmosfera si surriscalda, Santoro interrompe l'atto d'accusa e il tutto finisce con la gag di Berlusconi che pulisce la sedia su cui era seduto Travaglio. That's Entertainment! È solo intrattenimento. Speriamo che fra due mesi qualcuno si occupi seriamente dei guai dell'Italia.

(dal Corriere della Sera - 11 gennaio 2013)

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina