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Antipolitica: cresce per colpa dei politici

di Antonio Rossetti

La disaffezione, il disimpegno e l’abbandono, da parte dei cittadini, dei partiti, più o meno formati con rispetto della Costituzione Italiana, ha origini abbastanza datate nel tempo e ha interessato personaggi degli schieramenti presenti nel parlamento, con gradazioni diverse, ma nessuno di questi schieramenti si è salvato. Nei tempi passati la Dc, il Psi, lo stesso PCI, e i minori. Di questi tempi dal Pdl, alla Lega, al Pd, al Mpa, all’Udc, ed altri. L’elenco delle persone con problemi aperti con la giustizia è lungo e molti di questi politici sono stati eletti regolarmente. Si può discute sulle candidature e chi le ha avanzate, ma il voto c’è stato seppure in presenza di una forte astensione oramai dilagata e dilagante.

Il governo attuale a guida del Prof. Mario Monti, definito governo tecnico e con presidente non eletto, è nato, si diceva per l’emergenza dei conti e per restituire credibilità al Paese in Europa e nel mondo. Governo costituzionalmente sostenuto dal Parlamento con ripetuti voti di fiducia. Per quanto non ci sia bisogno di ricordare che non è previsto, al momento, che il presidente del Consiglio sia eletto direttamente dai cittadini e la stampa del nome sulla lista è un segno di riconoscimento, ma non è la modifica della legge. Quindi governo con tutti requisiti previsti.

All’inizio si tentava di circoscrivere l’azione del governo ad aspetti di emergenza economica per rendersi conto successivamente che senza riforme profonde i mali del Paese non sarebbero stati superati. In particolare la corruzione, nella pubblica amministrazione.

Da Alfano a Bersani e altri si sostiene che il presidente debba candidarsi, passare dalla elezioni, ipotesi da valutare, tuttavia occorre ricordare a questi signori che la prima fase riguarda la selezione della classe dirigente, perché è quella la prima condizione per evitare che in parlamento, nei consigli regionali per giungere fino al livello comunale, vengano candidati ed eletti personaggi squallidi.

Le cronache di questi giorni dal Lazio alla Lombardia, dalla Sicilia alla Campania e via dicendo sono piene di personaggi indagati per corruzione ed altro, eppure sono stati eletti, anzi nominati, perché candidati.
La elezione è quindi un passaggio successivo alla scelta delle candidature ed alla volontà dei cittadini di poter scegliere.

Se l’antipolitica cresce è perché il panorama degli eletti, “della casta” , è ormai visibile da tutti.
Pensare di salvarsi con lo slogan “ora torni la politica” sembra più una minaccia che una opportunità, perché se pensano alla stessa politica ante “Monti” hanno capito male. E’ proprio quella che ha fatto “grassa “ l’antipolitica .

A sentire le “vecchie signore” della politica: Finocchiaro, Bindi, Sereni, e i vari Alfano, Matteoli, Maroni, c’è poco da stare tranquilli, penseranno solo a se stessi, certo poi saranno eletti, e c’è da credere che continueranno con la stessa politica di sempre. In questo caso sarà l’antipolitica a crescere, non c’è bisogno di essere “maghi”.

Con il sistema elettorale che “nomina” i padroni sono di fatto poche unità e molti pensano alle prebende e pochi ai cittadini. La scelta delle candidature è la condizione che può consentire l’ elezione di persone perbene, ciò che invece vediamo all’orizzonte è la nascita di cordate dietro un leader, nel Pd Bersani e Renzi, nel Pdl Alfano e Berlusconi, poi Casini e Fini e via con altri. Cordate di tifosi che poi presenteranno il conto, in un modo o in un altro, i Fiorito, i Lombardo, i Penati, le Polverini e tanti altri, sono i frutti di queste cordate nelle quali la competenza lascia il campo ad altro e quale altro lo vedono tutti.

Lucca, 3 ottobre 2012
Antonio Rossetti

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