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ASL 1 DI MASSA - IMPROVVISAMENTE SI SCOPRE UN BUCO DI OLTRE 400 MILIONI DI EURO…

 

Di Antonio Rossetti

 

Il Presidente della Regione Toscana  Enrico Rossi, già assessore alla sanità  con la presidenza Martini, ha il dovere di spiegare chiaramente  come è stato possibile  mettere insieme l’enorme” buco “alla Asl1 di Massa.

Dire che  è stata la Regione a denunciare è un po’  poco, non basta proprio. Sarebbe  forse sufficiente se ad amministrare fossero stati altri. Ma per il Presidente della Regione Toscana, che ha la responsabilità di nominare i direttori delle ASL, è TROPPO POCO.

Di solito le nomine, nella forma e,  sopratutto, nella sostanza,  dovrebbero rispettare  dei criteri, di competenza e non solo di questa, ma anche di storia personale, professionale e di capacità ad assumere responsabilità, quale quella di un Direttore generale della Asl, che fra l’altro, si fa per dire, è retribuito  profumatamente.

Presidente Rossi, già assessore alla sanità, li conosceva bene i suddetti direttori: Scarafuggi e Delvino, e il Giannetti?, e nel nominarli si rendeva conto che ne assumeva la responsabilità per averli scelti,  o li ha nominati  per richiesta di altri, non è da lei Presidente Rossi.

La presa di distanza (ancorché tardiva)  cosa significa?  che chi ha certificato i bilanci non si è reso conto di nulla nel corso degli anni?,  che dal 2002 in poi , ne direttamente e neppure indirettamente lei Presidente  è venuto a conoscenza di ciò che stava maturando di così grave, eppure il settore della sanità nella regione è la competenza di gran lunga  più rilevante, possibile sottovalutare tutto ciò?

Se come si legge l’ammontare è di 400 milioni di euro,  forse di più, chi paga per  questo enorme danno?

Chi li restituisce e come, oppure si farà finta di niente e saranno i cittadini toscani  a pagare  pur non avendo  nessuna responsabilità della nomina (che è della Regione)  e neppure  della gestione, per la quale viene super pagato  un direttore generale?

Se la Regione non è riuscita ad “azzeccare “ nemmeno una nomina in questa Asl che garanzie può offrire  di serietà,  competenza, trasparenza,  se non c’ è stato nessun controllo effettivo, preventivo, alla nomina dei direttori della Asl 1. Come è possibile  avere fiducia nei sistemi di controllo della Regione  se  il buco è pari a 4 volte il volume delle entrate del Comune di Lucca (che nel 2011 sono  di 112 milioni) e nessuno si era reso conto di niente?

Il presidente Rossi, ritiene di avere sbagliato si o no?, Se uno dei direttori è  considerato responsabile, in parte,  del buco della Asl 1 di Massa lo  si sposta in altra Asl? ( vedi art. di seguito)

I direttori sono pagati per il loro incarico, i presidenti che li nominano hanno la responsabilità della scelta, possibile che una cosa così semplice non trovi nessuna conseguenza logica? 

Il “ cloroformio” per addormentare, e l’allungamento dei tempi perché i cittadini dimentichino, penso siano forme superate,  c’ è da auspicare  che  anche il presidente della Regione Toscana ne sia convinto.

Andare fino in fondo e fare chiarezza perché questo grave errore sia pagato da chi l’ha provocato è il minimo, non è una cosa eccezionale e  regola normale che “chi fa il danno lo debba pagare”. 

Spero di avere sinteticamente espresso delle mie opinioni per questo ho scelto  due pagine che rendono  bene l’idea circa la lunga vicenda. Possibile che nessuno si sia reso conto di ciò che accadeva nel corso di 8 anni, oppure molti hanno scelto il silenzio?

Vediamo come si concluderà tutta la vicenda sia politicamente che amministrativamente e sul piano giudiziario

 

Lucca, 20 agosto 2012

 

 

Allegati 2 articoli.

 

“ Buco Asl, in carcere Giannetti ex direttore amministrativo

Ai domiciliari due ex dirigenti dell'azienda sanitaria

 

L'inchiesta della Procura di Massa sul buco di bilancio ha portato alla denuncia di altre 11 persone. Pesanti accuse su Giannetti: "Rolex, appartamenti e macchine di lusso col denaro pubblico"

 

Buco Asl1 di Massa Carrara, tre arresti

Massa Carrara, 23 maggio 2012 –

 

Dopo oltre un anno dall’esplosione del “caso ASL 1 di Massa Carrara”, le indagini sono approdate ad un punto cruciale. La Guardia di Finanza, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Massa, ha svolto indagini a 360°, acquisendo ed esaminando una gran mole di documentazione d ascoltando numerose persone informate sui fatti. Le conclusioni delle indagini sono state poi trasmesse all'Autorità Giudiziaria.

·                     La notizia dell'arresto Come sparivano i soldi dalle casse dell'Asl

 

Dalle indagini le motivazioni dei provvedimenti di arresto di oggi per i due direttori generali pro tempore, Alessandro Scarafuggi (dal 2002 al 2007) e Vito Antonio Delvino  (dal 2007 al 2010), chiamati a rispondere del reato di falso in atto pubblico, per le fittizie appostazioni contabili servite ad alterare i bilanci d’esercizio e a nascondere le rilevanti perdite, presenti nei rendiconti economici, dal 2004 al 2009. Per i due ex Direttori Generali dell’ASL1 di Massa Carrara, è stata disposta la misura della detenzione presso il loro domicilio.

Il dissesto accumulato negli anni è misurato dall’entità della perdita ricostruita con il bilancio approvato dalla nuova gestione, nel 2010, ed ammonta a 224 milioni di euro.

Arrestato anche l’ex Direttore Amministrativo, Ermanno Giannetti (in carica dal 2006 al 2010). Per lui, è stata disposta la detenzione nel carcere di Massa. Diverse le imputazioni a suo carico: Giannetti è stato chiamato a rispondere del reato di falso in atto pubblico, in concorso con i direttori generali, per il ruolo rivestito nell’ambito del processo di formazione dei bilanci artificiosamente alterati. Poi, per peculato e falso in atto pubblico, commesso per le innumerevoli sottrazioni di denaro, a danno dell’ASL, e quantificate in 1,5 milioni di euro.

Si tratta di disponibilità finanziarie “drenate” dalle casse della sanità apuana, attraverso falsi mandati di pagamento, a valere sulla “gestione liquidatoria” della "ex ASL2" di Massa e Carrara (cosiddetta “gestione stralcio”), di cui Giannetti era stato ufficialmente nominato responsabile.

 

Accanto ai tre dirigenti, altre 11 persone, a vario titolo, sono state denunciate per avere agevolato Giannetti nella sua condotta illecita, con accuse di falso, concorso nel peculato e violazioni alla normativa antiriciclaggio.
Per quest’ultima ipotesi, sono stati chiamati in causa gli intestatari degli assegni circolari (8 persone), che hanno incassato i titoli per conto di Giannetti restituendogli poi la provvista e che se l'ipotesi fosse verificata rischierebbero la reclusione da 6 mesi a un anno.

Sulla base delle ipotesi di reato formulate dalla Procura, gli indagati, in caso di condanna, vanno incontro a pene molto severe; quelle più elevate riguardano il falso in atto pubblico (da uno a sei anni) ed il peculato (da tre a dieci anni). Sono al vaglio della Procura ulteriori elementi, suscettibili di eventuale approfondimento investigativo.

GIANNETTI, "ROLEX E MACCHINE DI LUSSO CON I SOLDI DELL'ASL" - Un allevamento di cani levrieri, 1000 euro ad animale, orologi Rolex, macchine sportive, appartamenti: secondo gli inquirenti Giannetti 'investiva' così il denaro pubblico. La tecnica consisteva, secondo quanto spiegato dal procuratore Aldo Giubilaro, nel ''creare fittizi mandati di pagamento, con i quali era possibile ottenere da parte del tesoriere della Asl l'emissione di assegni circolari. Persone compiacenti, poi, monetizzavano i titoli e restituivano a Giannetti il denaro''. Gli assegni circolari ritrovati dalla Gdf sarebbero 300. Nel corso dell'indagine le Fiamme gialle hanno dato esecuzione a provvedimenti cautelari anche sui beni di Giannetti al quale sono stati sequestrati oggetti di valore, gioielli e Rolex, 2 autovetture, armi da fuoco, 3 fabbricati, attrezzature e macchine agricole, disponibilità finanziarie. Il canile di lusso in Lunigiana era già stato sequestrato nell'aprile 2011.

 

(La nazione del 23 maggio 2012)

 

 

 

Buco di bilancio Asl di Massa
Rossi chiede il risarcimento

 

«Ci sono tutti gli elementi per poter fare le diffide a coloro che per legge avrebbero dovuto controllare» e richiedere «il risarcimento dei danni subiti dalla Regione»

 

Da un lato il presidente Enrico Rossi che annuncia le prime richieste di risarcimento danni subiti dalla Regione Toscana, oltre 400 milioni; dall’altra l’opposizione, Pdl e Lega Nord in testa, che invitano l’attuale governatore, ex assessore alla sanità per 10 anni, a «non fare la vittima» ora che viene «travolto dal crollo del suo sistema» e gli ricordano che ha «responsabilità politiche». È il consuntivo, politico, delle novità emerse nella vicenda del buco di bilancio alla Asl 1 di Massa (200 milioni solo per gli anni 2004-2009), su cui indaga la procura di Massa Carrara per falso in bilancio, falso ideologico, peculato. A chiudere il cerchio, la notizia che la direzione dell’Asl 1 ha sospeso dal servizio Ermanno Giannetti, ex direttore amministrativo ed ha avviato la procedura di licenziamento per giusta causa. Giannetti, indagato assieme all’ex dg Antonio Delvino, dopo essersi dimesso dall’incarico aveva continuato a lavorare nell’azienda.

Rossi ha ribadito che ci sono «gli elementi» per fare le diffide a chi «per legge avrebbero dovuto controllare» e chiedere così «il risarcimento dei danni subiti». Il presidente ha firmato lettere di diffida per i 3 collegi dei sindaci revisori dal 2005 al 2010, i 2 ex direttori generali della Asl, Alessandro Scarafuggi e Delvino, e per Giannetti: in totale 319 milioni. A questi si aggiungono 95 milioni chiesti alla Deloitte, l’azienda che aveva certificato il bilancio 2008 e che «come noto - ha osservato Rossi - è la società della vicenda Parmalat». La polemica nella polemica riguarda proprio Scarafuggi, ex dg della stessa Asl 1 e attuale direttore generale a Pistoia: «Scarafuggi - osserva il vice presidente della commissione regionale sanità, Stefano Mugnai (Pdl) - viene indicato come corresponsabile del dissesto finanziario della Asl 1, ma è in carica come dg della Asl 3 di istoia: come può esservi ancora un rapporto fiduciario tra la Regione e un dirigente denunciato alla Corte dei conti?». Il consigliere regionale dell’Udc, Marco Carraresi chiede come mai Rossi non ne abbia chiesto le dimissioni. E se Scarafuggi spiega che aspetta di leggere i contenuti della diffida «per valutare se dovrò prendere delle decisioni», Rossi annuncia che il «rapporto» della Regione con l’ex dg sarà valutato «nei prossimi giorni».

Il governatore rivendica di aver denunciato «per primo il buco», assicura che «faremo tutti gli accertamenti » e non esclude l’arrivo di altri provvedimenti. Poi sottolinea che «un conto sono gli sprechi legati alla mala gestione e un conto sono gli accertamenti che sta facendo la procura». Il Gruppo regionale dell’Idv esprime soddisfazione per la volontà di Rossi di «fare chiarezza», mentre per Mugnai «assistiamo al tracollo del sistema politico-burocratico della sanità toscana». Secondo Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale della Lega Nord e membro della commissione d’inchiesta sull’Asl 1 le diffide «sono atti dovuti», ma «vengono amplificati per coprire le responsabilità politiche di Rossi». E proprio la commissione d’inchiesta era stata nei giorni scorsi al centro delle attenzioni dopo che uno dei suoi membri, la consigliera regionale dell’Idv, Maria Luisa Chincarini, ha reso noto di aver ricevuto intimidazioni per il suo impegno nella commissione. «Ha fatto bene a denunciare - ha detto Rossi -: faccia i nomi di chi ha minacciato».

 

(Dal “corriere fiorentino” del 13 marzo 2011)

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