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Mirafiori. Il risultato del referendum e' acquisito: si avvia ora il percorso della sua gestione

di Antonio Rossetti

Il risultato del referendum è acquisito, il 54, 1% ha votato per il si’ all’accordo.

Un accordo segnato da spaccature tra le organizzazioni sindacali, e da assunzione di posizioni pro o contro per ragioni diverse da quelle presenti nell’accordo del 23 dicembre 2010.

In presenza di una forte attenzione mediatica e politica i lavoratori della Fiat hanno votato, ovviamente per il loro futuro, ed al tempo stesso per una realtà più vasta proprio per la storia e la dimensione di questo gruppo presente nel mondo.
Un risultato che non era scontato e che in caso di esito negativo avrebbe aperto la strada ad ipotesi, minacciate, di altre scelte di delocalizzazione.

Ora l’accordo c’è e deve trovare piena attuazione. Se riprendiamo per sintesi i punti dell’accordo è perché in questi giorni si è parlato molto di altro e per questa ragione che il primo passo è quello di depurare la vicenda Fiat da ciò che non riguarda i contenuti dell’accordo.
I dieci punti, sono riportati per sintesi e quindi non rendono completa l’informazione, ma sono indicativi del percorso che si svilupperà in futuro.

Non è necessaria una lunga esperienza sindacale per comprendere che gli accordi sono sempre da valutare nel momento in cui si raggiungono, gli accordi di 20 e trenta anni fa avevano ovviamente contenuti diversi e cosi’ saranno diversi quelli del futuro.
Questo accordo nella lettura dei punti è un accordo di scambio che vede negli aspetti più rilevanti il forte investimento, che è la condizione per il lavoro e l’occupazione, il maggiore utilizzo degli impianti, quindi minori costi e aumento di produzione e produttività, il recupero di lavoro con la premiazione dei lavoratori presenti e lotta all’assenteismo, nel rispetto dei malati reali.
Non sono tutti facilmente comprensibili dall’esterno e saranno certamente difficili nell’attuazione all’interno dell’azienda.

Tralasciando per questa volta il quadro esterno nazionale e globale, mi vorrei soffermare su questa parte che è cominciata un minuto dopo l’esito del referendum.
I possibili errori da parte dell’azienda e dei sindacati sono a mio avviso questi: che l’azienda pensi di avere risolto una volta per sempre il rapporto con quel 45% uscito sconfitto dal voto referendario e da parte della Fiom di continuare ad operare come se nulla fosse accaduto.
La gestione di accordi complessi, e questo lo è, richiede tempi lunghi e continue trattative per una completa attuazione dei punti sottoscritti.
La responsabilità di coloro che hanno sostenuto l’accordo è già stata dimostrata e con ciò è definito il percorso che deve essere sostenuto.
La capacità di ricerca del consenso di quei lavoratori che oggi si sono schierati per il no, ma che non hanno certo inteso votare per la chiusura dello stabilimento e il suo trasferimento altrove, sarà la vera sfida.

Indipendentemente dalla firma di Fiom o Cgil, tecnica o no, il governo dell’accordo richiede una grande attenzione anche alle ragioni degli sconfitti di oggi, proprio per rendere maggiormente condiviso l’accordo quando renderà espliciti i risultati che necessitano di ulteriori fasi negoziali .

Lucca, 15 gennaio 2011
Antonio Rossetti

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