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ANDARE OLTRE

di Fulvio Mandriota

 Sono passati tre anni dalle prime esperienze politiche di integrazione  volute da Silvio Berlusconi. Era il 18 novembre 2007, giorno in cui il  presidente pronunciò il suo “discorso del predellino” in piazza San Babila a Milano, lanciando cosi' la nuova formazione politica denominata Popolo delle Libertà.
  “Niente armata Brancaleone, niente arca di Noè. Si va verso il Popolo della Libertà - affermò il presidente - “tutti i partiti del centrodestra che  accettano la proposta uniti sotto un unico simbolo”.

Quella di allora si  dimostrò un intuizione geniale, che avrebbe definitivamente scompaginato la strategia, già traballante, del centrosinistra. Con il superamento dell’eccessiva frammentazione del quadro politico si sarebbe evitata la   dispersione di energie in mille rivoli ridando unità alla coalizione,  consapevoli che non sarebbe stato così tra le fila avversarie.

Era probabilmente, quella di allora, una scommessa che si può dire  politicamente vinta, visti i risultati, ma che lascia ora ai dirigenti del Pdl, a tutti i livelli, un pesante e impellente compito: organizzare un partito.
  Da piazza San Babila sono stati tre  anni di ricerca del confronto, che non è ancora finito, e che, anche a Lucca, saremmo chiamati a definire dandoci una gestione del partito il più possibile concordata, seria e aperta.
Oggi la formazione del Pdl in provincia di Lucca è un’occasione irrinunciabile per mettere in movimento il modello di un’organizzazione politica moderna e funzionale, capace di colmare i vuoti di funzionalità e con la necessità di rinnovamento per preparare la nuova generazione. L’occasione per voltare pagina è decisiva per radicarsi sul territorio. Urge creare punti di confronto e formazione all’interno del nuovo partito, sia per dare nuova linfa ad un grande schieramento politico, sia per far presa diretta sulle passioni e gli interessi dei cittadini - il tutto per guidare il cambiamento della società lucchese con un metodo diverso e impegnativo.

L’obiettivo prioritario dovrebbe essere quello di formare un nucleo omogeneo (senza ‘conventio ad excludendum’), attraverso un sano dibattito interno, con decisioni di sintesi, ma all’insegna della collegialità.
  Va, quindi, rafforzato il ruolo del coordinamento provinciale, affiancandolo con la fase propositiva dei dipartimenti (soprattutto degli Enti locali, Lavoro e Programma), ma il coordinamento provinciale dovrà valorizzare il ruolo dei coordinamenti  comunali, e dei sindaci da seguire e guidare con costanza, senza abbandonarli al loro destino;
bisogna valorizzare i vari settori e le commissioni affiancando ai responsabili personalità della cosiddetta società civile, aprendosi al confronto  sul territorio con categorie,  professionisti, associazioni, giovani.

Tutti i settori sono importanti ma è necessario investire sui giovani e su quelle articolate realtà di cui la lucchesia è ricca. In una parola, vanno avvicinate al partito tutte le migliori energie sul territorio.

Dopo i risultati elettorali, in controtendenza con i dati nazionali del  Pdl,  è arrivato ora il momento di mettere in campo una presenza incisiva sul territorio. Il campanello di allarme è suonato dopo le recenti consultazioni elettorali, urge che il partito proceda con un’analisi obiettiva, affrontando poi la situazione reale senza ulteriori indugi. I sostenitori dell’area moderata della nostra provincia si interrogano  sempre di più: a livello nazionale il Pdl ha successo, da noi a Lucca, invece, l’azione non viene dispiegata adeguatamente, probabilmente omettendo l’impegno di  tutte le potenzialità.  Abbiamo una leadership nazionale forte e carismatica, tuttavia in periferia  troppo spesso ci siamo fatti trovare impreparati, con candidature  improvvisate, carenti perfino nella comunicazione, con conseguenti sconfitte, a volte quasi volute. Non siamo stati capaci di contrastare l’inaridirsi della politica, l’aumento dell’indifferenza, abbiamo sprecato situazioni favorevoli in maniera clamorosa.
E’ tempo, dunque, di costruire il partito dalla base, dagli enti locali, partendo dagli incarichi di responsabilità per i quali occorre una maggiore attenzione e  criteri di professionalità, rifuggendo dalle tentazioni clientelari che spesso sfociano in scelte al ribasso e che premiano solo coloro che  “tirano a campare, tanto c’è Silvio che tira per tutti”.
   Gli enti locali hanno e sempre avranno un ruolo centrale per il federalismo, per cui devono essere riconquistati comuni come Capannori, Forte dei Marmi, Massarosa, Porcari, Pietrasanta, la stessa Provincia. Una sfida che il coordinamento provinciale del partito potrà vincere se diventerà il vero motore dell’attività politico amministrativa, organizzandosi, recuperando terreno. Le amministrazioni comunali di centrodestra vanno sostenute, impegnandole ad aprirsi alle istanze prodotte nel partito e non dai singoli produttori di interessi personali.

Questa è la scommessa per i prossimi  mesi. Infatti, fra un anno ci saranno  le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione Provinciale, un appuntamento che va giudicato come  la cartina al tornasole in vista dei futuri equilibri politici lucchesi. Il Pdl nella nostra provincia ha perso il rapporto con il territorio; con un calo, in un anno, di diversi punti percentuali e il fatto che ne abbia usufruito in buona parte un alleato come la Lega non deve esimerci da un esame di coscienza sulla condotta locale del partito. Al comune di Lucca, poi, nonostante fosse scesa in campo  direttamente un assessore della giunta Favilla, non è stato sufficiente ad arrestare l’emorragia di consensi. E’ dunque davvero il momento di rinserrare le fila e contemporaneamente rinnovare il metodo di lavoro, discutendo e lavorando ad un progetto politico e ognuno dovrà  cosi' assumersi le proprie responsabilità.

Si diceva delle elezioni provinciali dell’anno prossimo, un’occasione  irripetibile per il centrodestra considerato l’assoluto immobilismo dell’attuale giunta Baccelli. Ma poi ci sarà, subito l’anno dopo, la sfida per il comune capoluogo e il Pdl dovrà arrivarci senza improvvisazione poiché non può certo permettersi di rischiare di perdere quella che storicamente è l’isola alternativa all’egemonia asfissiante e clientelare della regione.
  Noi dobbiamo essere un partito di governo, non solo a livello nazionale ma anche in Toscana: intanto perché si deve lavorare in prospettiva, senza mai rassegnarsi, ma soprattutto perché si può essere partito di governo anche stando all’opposizione, un’opposizione da svolgere con maggiore durezza e incisività. Nell’attuale quadro regionale, i rappresentanti del Pdl  lucchese, appunto come partito di governo,  dovranno infatti tendere sempre più a identificarsi non solo con una parte della popolazione bensì con l’intera comunità, con l’obiettivo di impegnarsi costantemente per il bene comune, espressione di un partito, dunque, in grado di fare scelte forti, assumendosi le proprie responsabilità fino in fondo per la soluzione dei problemi più urgenti. Proprio la crisi e le contraddizioni della sinistra accrescono le nostre responsabilità, perciò cominciamo noi a recuperare credibilità e fiducia della gente, rendendola  partecipe delle decisioni collettive.

E infine, dopo il metodo, sarà nostro compito entrare nel merito. La lucchesia è ormai afflitta da una grave forma di sclerosi, da circa vent’anni siamo praticamente fermi. Sistematicamente emergono alcuni temi chiave, la logistica, la ricerca e l’innovazione su cui formulare le proposte per il futuro: urge procedere, anche affiancando il lavoro degli amministratori locali. Uno dei primi punti, ad esempio, è lo sviluppo economico, cercando di favorire un recupero di competitività che interessa tutti, soprattutto dando assoluta priorità all’innovazione tecnologica.  Il tutto con la risoluzione dei problemi della viabilità della Garfagnana, della Piana e della Versilia.
Ci compete dunque,  come partito, una riflessione decisiva per  un'inversione di marcia, nel corso della quale dovranno essere accantonati egoismi, e  miopi manovre di corto respiro, di cui traggono vantaggio solo altri poli regionali del partito, cosi come sta avvenendo. Quindi dobbiamo obbligatoriamente ‘andare oltre’: pena incamminarsi tutti verso casa.

11 giugno 2010
Fulvio Mandriota
(Coordinamento provinciale Pdl – Lucca)

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