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“ Gli effetti della crisi sulle persone”, nel nostro territorio.
Incontro-dibattito organizzato dall'Associazione Lucca il centro per la persona

Antonio Rossetti

“L’associazione Lucca il centro per la persona” organizza, per il giorno 25 marzo 2009 dalle ore 16,30 alle 19.30,presso la sede ex chiesa dell’Alba via S.Nicolao Lucca, un incontro aperto agli interventi dei partecipanti per discutere sul tema “ Gli effetti della crisi sulle persone”, nel nostro territorio. Una lettura delle crisi e delle conseguenze che considera la realtà locale come realtà nuova, rispetto alle crisi degli anni “80, e precedenti.

La scelta di privilegiare l’area della riflessione con obiettivi che non sono legati alla fase contingente, ma che da questa prendono lo spunto per ampliare la sfera delle attenzioni, per approfondire una analisi, non limitata agli aspetti economici, che consenta una riconsiderazione delle strategie, generali e locali, sulle quali costruire proposte in termini di crescita e di migliori condizioni di vita all’interno delle realtà di lavoro, sempre più numerose nell’area dei servizi e del terziario, considerando la risorsa umana e professionale come perno delle politiche sociali, economiche e culturali.

In questa dimensione hanno un ruolo fondamentale le scelte strategiche per la formazione continua e quella professionale, le politiche di sviluppo compatibile( energia, ambiente), le politiche di qualificazione dei servizi, per le persone e per le imprese, le scelte di politica internazionale in una dimensione di rapporti definita “globale”.

Tutto ciò senza perdere di vista la concretezza che è richiesta sia in situazioni di emergenza, dove la mancanza di strategie lascia il posto a la “ legge dell’emergenza” che spesso non porta risultati duraturi, ed è causa di ulteriori iniquità, ma, in particolare, nelle fasi ordinarie operando scelte strategiche sulle quali definire obiettivi di medio e lungo periodo ( a tutti i livelli), sia per limitare le situazioni di crisi e laddove si presentassero, affrontarle con azioni e strumenti adeguati e tali da non produrre solo risultati in perdita, sia di risorse umane che di risorse economiche. Le diversità di condizione e i cambiamenti che segnano il nostro tempo, e ancora di più segneranno il nostro futuro, richiedono capacità per comprendere ed agire in una dimensione globale, senza perdere di vista le condizioni dei singoli e in particolare di coloro che sono più esposti e danneggiati. Di fronte ai cambiamenti occorre riflettere e definire provvedimenti e strumenti adeguati per rispondere alle domande di nuove tutele delle persone e delle imprese. A questo primo incontro sono stati invitati: L’amministrazione provinciale, il Comune di Lucca, la Camera di commercio, la Caritas, la Confartigianato, la Confcommercio, la Confesercenti, la Confcooperative, la Cna e le Confederazioni sindacali dei lavoratori dipendenti.

Coordina l’incontro il presidente dell’associazione Giorgio Mura Gli effetti della crisi sulle persone, considerate come risorse da valorizzare e non pesi da scaricare, è il punto di partenza di una riflessione che vede la risorsa umana, come il punto fondamentale dell’azione sociale economica e prima ancora culturale.
Il primo paradosso, quindi, in assenza di indirizzi strategici sulle scelte per il futuro del Paese, pur in presenza di una crisi globale, è la scelta di rinunciare alla risorsa fondamentale della società, la risorsa umana e professionale, che è condizione per il progresso e lo sviluppo di ogni Paese. In questa situazione, l’azione meno impegnativa e meno propositiva è l’utilizzo improprio degli strumenti, definiti quali “ ammortizzatori sociali” che nella sostanza sanciscono il fallimento di una politica di valorizzazione delle risorse, la rinuncia ad una politica attiva che, certamente più impegnativa, ma anche più produttiva e rispettosa delle persone e della loro dignità.

In un tempo di innovazione continua e rapida si pone come fondamentale l’esigenza di favorire la creatività, la ricerca, le valorizzazione e professionalizzazione di nuove o rinnovate posizioni nel lavoro, anche allo scopo di evitare l’impoverimento e l’invecchiamento precoce di risorse, fra queste prima di tutto le persone, che le leggi di mercato tendono a ridurre, sostituire, cancellare.

La prima riflessione vede la centralità della Risorsa umana, da valorizzare e non da cancellare con l’uso improprio e prolungato di strumenti di tipo passivo( come corresponsione di reddito non legato alla prestazione, quali la cassa integrazione, la mobilità senza prospettive, l’indennità di disoccupazione o l’ anticipata nell’uscita dal lavoro, tutti strumenti che”definiti ammortizzatori sociali” assumono le caratteristiche di “espulsione dal lavoro attivo” quando perdono la temporaneità e la brevità dell’utilizzo. Al contrario, proprio per la razionalità e il valore che ha la scelta di offrire opportunità a tutte le persone di essere parte attiva della società, nelle diverse possibilità attuali e potenziali, si impone la necessità di investire le risorse economiche con strumenti attivi quali : la formazione professionale che con la formazione continua; lo sviluppo della ricerca; la indicazione di scelte strategie circa il futuro del Paese ( ad esempio l’energia, l’ambiente , la qualità dei servizi , le politiche sociali, l’innovazione di processo e di prodotto ,l’applicazione delle nuove tecnologie per scopi utili alle persone e alla qualità della condizione di vita. Scelte strategiche che dovranno trovare attuazione pratica nelle dimensioni locali.

La seconda Riflessione riguarda i cambiamenti che nel corso degli ultimi 20 anni hanno determinato una modifica delle posizioni occupazionali che oggi si ritrovano in prevalenza, almeno per 2/3, nel settore del terziario( inteso come servizi alle persone ed alle imprese) e i cambiamenti nelle posizioni lavorative sempre meno identificabili con il rapporto di lavoro tradizionalmente inteso come contratto a tempo indeterminato, e sempre più presente come lavoro atipico, saltuario, precario, a tempo determinato , talvolta irregolare.

Queste nuove forme di lavoro, unite alla dimensione delle imprese, in media 3,8 addetti per azienda, e con il 95% al di sotto dei 10 addetti, pongono il problema di tutela , in via transitoria, dei lavoratori, in presenza di processi di innovazione e riqualificazione o come in questa fase di crisi mondiale, di copertura, attraverso gli ammortizzatori sociali periodi di inattività. ( nel caso di piccole aziende, l’assenza di indirizzi strategici e la inadeguata attenzione alle politiche per la valorizzazione delle risorse umane presentano ulteriori difficoltà).

L’assenza di indirizzi strategici a livello nazionale, non di pianificazione rigida, la inadeguatezza o la mancanza di strumenti,che considera i cambiamenti avvenuti, possono determinare l’utilizzo improprio di risorse mese a disposizione in presenza di crisi, come l’attuale, a svantaggio delle realtà più piccole, sia per il rilievo che nella opinione pubblica può avere la sospensione dal lavoro di 10 mila lavoratori alla Fiat, o rispetto 10 mila lavoratori di singole imprese composte da 1 o 2 unità ( pur considerando che la seconda è una perdita maggiore in termini di creatività e di risorsa imprenditoriale, difficilmente recuperabile una volta cancellata). Quindi strumenti inadeguati.

La differenza sostanziale, rispetto agli anni 80, oltre alla dimensione della crisi e alle ragioni che la provocarono , sta nel fatto che in quel periodo sono stati utilizzati, seppure impropriamente, strumenti pubblici quali l’Iri, la Gepi, e sono stati stipulati accordi che , seppure di tipo assistenziale, nelle stragrande maggioranza dei casi, hanno consentito la graduale riduzione della occupazione considerata in eccesso nei settori ad alta intensità di mano d’opera, nella nostra realtà il caso particolare della Cucirini Cantoni, oggi ridotta a dimensioni occupazionali molto modeste. ( anche in quegli anni l’assenza di strategie ed indirizzi ha fatto si che nella maggior parte dei casi la Cigs e la mobilità sono stati strumenti di accompagnamento al pensionamento,non per nuove attività di lavoro, seppure attraverso piani di formazione e aggiornamento professionale.

Questi strumenti( Iri e Gepi) non ci sono e comunque ne occorrono altri e diversi che abbiano come riferimento una realtà molto cambiata negli ultimi anni. Strumenti e che considerino gli ammortizzatori sociali come passaggio alla valorizzazione in altre attività, professioni, posizioni occupazionali dei lavoratori nelle piccole imprese.

Il rischio che le posizioni più deboli subiscano le conseguenze più negative è reale, non solo per l’assenza di strumenti e risorse per le fasi di crisi acuta, ma anche per l’assenza di indirizzi per la valorizzazione delle stesse per altre attività o altre posizioni.

Le posizioni deboli si ritrovano nei settori, nelle imprese, negli addetti, che subiscono le contrazioni dei mercati, globali e locali, o che sono esposti alla crisi di particolari settori , tra questi i servizi alle imprese maggiori, o nei settori quali le costruzioni e collegati.

Le azioni dell’Amministrazione provinciale e della CCIAA per il credito alle imprese , confermano una esigenza che si presenta con maggiore intensità, proprio nelle piccole aziende;
Così come è significativa la scelta dell’Amministrazione Provinciale di una Task force per affrontare la crisi, che può diventare strumento attivo, indipendentemente dalla crisi attuale.

Queste considerazioni, come altre presenti nel dibattito, non sono esclusivamente legate all’emergenza, che comunque imporrà le proprie leggi, irrazionali nella maggior parte dei casi, ma proprio in queste situazioni emerge con più forza l’inadeguatezza di strategie e di strumenti, oltre che di utilizzo delle risorse.

Se la crisi rientrerà nel breve periodo, e sarebbe un gran bene, difficilmente si riaprirà la discussione su questi temi fino alla prossima situazione, per questo ci siamo proposti di avviare, non da soli, una discussione che si ponesse obiettivi , a dire il vero ambiziosi, che non limitassero la loro prospettiva a pochi giorni o pochi mesi.

Continueremo nelle attività di studio e di ricerca su questa importante priorità, la persona come punto di riferimento delle azioni, anche a livello locale, sia con riferimento alla condizione di lavoratore, di pensionato, di cittadino, in generale, senza trascurare altri dei bisogni fondamentali a partire dalla salute alla casa, da lavoro alla sicurezza).
La scelta di incontrarci senza uno schema definito consentirà ad ognuno di voi di intervenire senza il vincolo, in questo incontro, di dovere giungere a risposte immediate, che nelle sedi proprie non mancheranno, favorendo una discussione generale, non per questo priva di concretezza, che deriva dalla esperienza di ciascuno dei presenti .

La considerazione che sia incomprensibile e assurda, una scelta che porti a retribuire molte persone rinunciando alle loro prestazioni, anche in fasi straordinarie, è la peggiore in assoluto proprio per le persone che sono poste in condizioni di sentirsi non utili e la dimostrazione dell’incapacità di apprezzare ogni persona per ciò che è.

Riferimenti statistici

E per questa ragione che , nella dimensione possibile per i nostri ragionamenti, c’è bisogno di comprendere e riprendere una discussione che in linea di impostazione si ritrova nella legge 223 del 1991, e che si traduce in azioni volte a considerare la risorsa umana, lavoratori subordinati, autonomi, parasubordinati e nelle altre condizioni ormai sempre più frequenti.

( i dati del 2007di INPS e CCIAA, presentavano questa situazione :
Commercianti titolari 16.308
Collaboratori………….2.588
Artigiani ……………..18.565
Collaboratori …………1.572
PARASUBORDINATI ………………collaboratori 29.999
Professionisti collaboratori ………………………… 785
Professionisti ………………………………………… 1.929

NUMERO DI AZIENDE CON DIPENDENTI

Anno 2007
INDUSTRIA Aziende 2.162 dipendenti 29.947
Artigianato aziende 4.803 numero dipendenti 12.511
Credito aziende 139 “ “ 3.134
Terziario “ 7.539 “ “ 29.370
Agricoltura “ 51 “ “ 122
Altro “ 148 “ “ 1.802

Si tratta di dati significativi, pur mancando i dati relativi alle aziende agricole a gestione diretta, sui quali occorre riflettere e ripensare azioni e strumenti.

Rispetto alle tipologie di rapporto lavorativo i dati INPS, della nostra Provincia, evidenziano che l’istituto del Contratto di Formazione lavoro è del tutto assente, nel 2007 1 solo operaio, risultatavi assunto con CFL.

La nostra intenzione è quella di partecipare, nella consapevolezza di essere una piccolissima realtà, ad una discussione sui tempi della crisi per evitare nuove ricadute e quindi per costruire i presupposti / strumenti, azioni e risposte) perché ciò non si ripeta o che comunque se dovesse ripetersi ci siano premuniti in tempo sia per evitare i danni che per porvi rimedio nel caso fosse stato insufficiente l’azione preventiva.
Già prendere atto, ad esempio, che fra le prime aziende con maggiore numero di occupati , nella provincia di Lucca, oltre alle due Asl,ed un Istituto di credito, ci possiamo trovare due cooperative una nei servizi e una nel sociale, con un numero di addetti di oltre 400 unità ciascuna, credo ci convinca a ripensare con maggiore attenzione ai cambiamenti, non tanto in questo caso per esprimere un giudizio su questi, ma comprendere la realtà così come è per definire successivamente alcuni indirizzi .
Anche in questo caso i dati ci sono, la Camera di commercio è una fonte preziosa, così come le altre fonti, generali o locali, forse, il, limite sta nel non dedicare il tempo necessario agli approfondimenti perché il quotidiano incombe e si impone.

Il nostro obiettivo, per quanto possibile, è quello di partecipare ad un lavoro di ricerca e di riflessione e offrire contributi utili, a quei soggetti che hanno ruoli e compiti operativi e decisionali.

Lucca, 23 marzo 2009

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