logo Fucinaidee

 

OCSE: allarmante scenario economico con gravi ripercussioni sull'occupazione

Di Paolo Razzuoli

La crisi economica mondiale produrrà la peggiore recessione mai attraversata dal 1980 e, nei prossimi due anni, otto milioni di disoccupati.
Ma non basta. Continueranno a irrigidirsi i parametri con i quali le banche concedono i prestiti sia alle famiglie per l'acquisto degli immobili o dei beni di consumo, sia alle imprese. Ad essere colpiti saranno soprattutto gli Stati Uniti, dove scenderanno i consumi, i redditi e i prezzi:  nel complesso, una riduzione dei pil quasi dell'un per cento.

Il quadro tracciato dall'Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel suo ultimo rapporto, presentato il 25 novembre u.s., non lascia spazio a facili speranze, tagliando drasticamente le previsioni di crescita per tutti i Paesi. Nell'area Ocse, quest'anno, ci sarà una crescita del pil pari all'1,4 per cento contro la precedente stima, che parlava dell'1,7. La frenata vera e propria avverrà nel 2009, con il pil in calo dello 0,4 per cento. Una lieve ripresa è possibile dalla seconda metà del 2010, quando potrebbe registrarsi una risalita dell'1,5.
Negli Stati Uniti, nel 2009, il pil diminuirà dello 0,9 per cento - a giugno era prevista una crescita dell'1,2 - con una lenta ripresa dell'1,6 nel 2010.
A picco anche le economie della "zona euro", che registreranno una frenata dello 0,6 nel prossimo anno e scenderanno in negativo anche il Giappone dove il pil calerà dello 0,1.

Difficile la situazione per l'Italia:  quest'anno il pil cederà lo 0,4 per cento, e nel 2009 l'1; nei prossimi due anni la disoccupazione crescerà fino all'otto per cento e l'inflazione all'1,5.

Per il 2010, scrive l'Ocse, "rimangono ampi rischi anche se questi sono più distribuiti con la possibilità di una ripresa più rapida". L'Istituto di Parigi invita i Governi a "valutare caso per caso i pacchetti di stimoli soprattutto in quei Paesi dove esiste margine di manovra". È vitale, dunque, "che ogni azione discrezionale sia rapida e temporanea e definita in modo da assicurare la massima efficienza".

Inoltre la Banca centrale europea - prevede ancora l'Istituto di Parigi - potrebbe tagliare i tassi di interesse al due per cento all'inizio dell'anno prossimo, "e potrebbe andare anche oltre se la situazione economica volge al peggio".

Continueranno a irrigidirsi i parametri con i quali le banche concedono prestiti alle famiglie e alle imprese. Gli analisti dell'Ocse precisano che "mentre i prezzi delle case sono cresciuti nella prima metà del 2008, ora assistiamo a un rallentamento".

Tutte previsioni, queste, che sono state confermate dai dati sul pil tedesco diffusi poche ore prima.
Secondo l'Istituto federale di statistica, la Germania è entrata in recessione per la prima volta dal primo semestre del 2003. È avvenuta infatti una contrazione del pil pari allo 0,5 per cento nel terzo trimestre, dopo il calo dello 0,5 registrato nel secondo trimestre. A pesare sulla crescita della prima economia europea, che negli ultimi anni era stata la prima esportatrice di beni al mondo, è soprattutto il deficit della bilancia commerciale. Nel terzo trimestre le esportazioni tedesche sono scese dello 0,4, contro un aumento delle importazioni pari al 3,8. Cresce però la fiducia dei consumatori tedeschi:  l'indice elaborato dall'istituto Gfk è salito di 2,2 punti, dopo essere cresciuto di 1,9 a novembre.

Lucca, 27 novembre 2008

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina