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"Solleone di guerra": l'ultimo libro di Paolo Buchignani

Recensione di Alessandro Bedini

Undici racconti che parlano di un periodo cruciale per la storia dell’Italia e degli italiani, undici personaggi che escono dalla penna di Paolo Buchignani, uno dei maggiori storici del Novecento, per raccontarci le passioni e le tragedie del secolo di ferro, come è stato definito.
Solleone di guerra, questo il titolo dell’ultima fatica di Buchignani ( Mauro Pagliai editore, Firenze), in libreria da alcuni giorni che e' stato presentato domenica 6 luglio al TG2 della notte nella rubrica dedicata ai libri, è un romanzo di formazione dove si parla di comunismo e fascismo, di guerra e rivoluzione, di sentimenti e sciagure. Un romanzo che corre sul filo della memoria: personaggi autentici conosciuti realmente dall’autore e altri che Buchignani ha incontrato nel corso delle sue accurate ricerche: Marcello Gallian, Berto Ricci, Romano Bilenchi, Ottone Rosai.

Ogni racconto contiene una sorta di prologo che introduce il lettore nel cuore della storia e ogni personaggio simboleggia un ricordo, un evento emblematico che appartiene al passato ma anche al presente.
La prosa è elegante, palpita di passione e di ricercato patos, è un libro da leggere tutto d’un fiato per gustare fino in fondo il filo sottile che lega ogni episodio contenuto nei testi.

La vena romanzesca di Buchignani si era già manifestata con L’orma di Orlando del 1992 e Santa Maria dei Colli del 1996 a dimostrazione dell’ecletticità dell’oramai celebre scrittore lucchese. Molti dei protagonisti di Solleone di guerra sono persone semplici ma ricche di umanità: l’oste Annibale, ammazzato dai fascisti, il bracconiere, Don Ugo con le sue prediche infarcite di mistica. Il romanzo di Buchignani è un remake che nasce dai saggi che lo scrittore ha pubblicato nel corso degli anni, trae origine, come afferma egli stesso, “da un vissuto che voleva farsi racconto, conquistare una sua autonomia, una sua vita” e così il cerchio si è chiuso, dal saggio alla narrativa e ritorno!

Lucca, 8 luglio 2008
Alessandro Bedini

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