logo Fucinaidee

"I tre inverni della paura" di Giampaolo Pansa

Paolo Razzuoli

In questi giorni ho ricevuto un bel regalo: il nuovo libro di G. Pansa "I tre inverni della paura".
L'ho letto di un fiato, trovandolo affascinante e commovente. Una lettura che vorrei consigliare ai frequentatori di Fucinaidee.
Ecco alcune note sul volume.

Nevica sangue nei tre inverni della paura. Sono le stagioni più dure della guerra civile italiana e dell'interminabile dopoguerra. Tedeschi, fascisti e partigiani combattono con obiettivi diversi, ma compiono le stesse atrocità. È questo disordine crudele a travolgere Nora Conforti. Diciotto anni, ragazza di famiglia ricca, Nora si rifugia con il padre sulle colline fra Reggio Emilia e Parma. Non immagina che proprio lì incontrerà il primo amore e subito dopo gli orrori di due guerre in grado di sconvolgere la sua esistenza.

Giampaolo Pansa ci racconta una storia che nasce da lunghi anni di ricerche sulla Resistenza e sulle sue tante zone d'ombra. Un affresco della borghesia agraria emiliana, nell'arco di sei anni infernali, dal giugno 1940 alla fine del 1946. E una ricostruzione controcorrente di un'epoca feroce. Accanto a figure che appartengono alla storia, come Togliatti, De Gasperi, i capi delle bande rosse e nere, il vescovo Socche, il partigiano bianco detto "il Solitario", si muove la gente comune di quegli anni. Le donne chiamate a sopportare il peso più grande della guerra. I bambini messi di fronte al terrore politico. I giovani schierati su trincee opposte. L'asprezza dello scontro fra ricchi e poveri. Le vittime del dopoguerra che emergono dalle fosse segrete, fantasmi capaci di turbarci ancora oggi.

Lo scrittore e giornalista Gianpaolo Pansa ci propone ancora un romanzo storico, bello e capace di trasmettere delle realtà che per oltre sessant’anni hanno avuto difficoltà a trovare il necessario spazio.

Ancora oggi si fatica a fare piena luce sulla complessita' delle situazioni che hanno fatto seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943. Chi ha provato ad indagare sulla guerra civile, al di fuori dell'unica prospettiva voluta dalla dominante cultura di sinistra, si e' visto scaricare addosso ogni sorta di ingiuria.

A scanso di equivoci, chiarisco - per altro in accordo con Pansa - che non si tratta certo di mettere sullo stesso piano le ragioni di coloro che hanno combattuto per la liberta' e di coloro che si schierarono dalla parte dell'oppressione nazi-fascista. Purtroppo in Italia, e' diffusa una tendenza ad etichettare con categorie di pensiero negative chiunque osi mettere in dubbio i dogmi della sinistra, in una visione manichea per cui ci sono i buoni, quelli completamente allineati, ed i reprobi, quelli che, ragionando con la propria testa, possono pervenire a convinzioni diverse.

La realtà è ben lontana dall’essere individuata solo come una serie di linee parallele o linee perpendicolari e per dirla con un, ormai, vecchio spot pubblicitario, non può essere “o così o pomì”, infatti esistono anche le linee curve, ovvero non è possibile ridurre la realtà solo alla visione di chi ha vinto un conflitto.
Proprio nei conflitti, poi, le situazioni di disordine prendono il sopravvento e ad approfittarne spesso sono quelli che, in un modo che sarebbe illegale nella normalità, ma è possibile nell’anormalità, cercano di trarne qualche beneficio.
Non è inusuale che in guerra il potente di turno approfitti della superiorità momentanea per poter eliminare un nemico, diventato tale in quel frangente perché oggetto di un’idea di vendetta, che a volte ha origini precedenti allo stesso conflitto.

Nel sottolineare con forza il valore di tanti italiani, eroi, che hanno combattuto e perso la vita per liberare la nostra patria dagli oppressori nazi-fascisti, bisogna ammettere che la realtà è complessa e che non è possibile identificare tutti i cittadini che avevano la tessera del partito fascista come i “cattivi di turno”, come è vero che in alcune squadre partigiane erano presenti degli assassini, e in tanti, in quegli anni, anche estranei alla politica, hanno perso la vita anche dopo la fine del conflitto.

Nel romanzo di Pansa compare una visione obiettiva della realtà di quel periodo: la realta' agraria-borghese di quel tempo, che fa da scenario a personaggi mossi da sentimenti che hanno provato tanti italiani che hanno vissuto la Seconda guerra mondiale.

Dettagli del Libro:

Autore: Pansa Giampaolo
Editore: Rizzoli
Pagine: 450
ISBN: 8817023183
Prezzo di copertina: € 21,50
Pubblicazione: maggio 2008

Lucca, 30 maggio 2008
Paolo Razzuoli

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina