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Il mio appello per il voto al PDL

Paolo Razzuoli

Le elezioni del 13 e 14 aprile si inseriscono in un momento particolarmente delicato della vita del nostro Paese.
Molti e ben noti sono i problemi che attendono una soluzione, necessaria per ridare vivacita' e slancio ad una nazione che sembra ripiegata su se stessa, quasi rassegnata ad un inesorabile declino.

In questo quadro, la classe politica e' chiamata ad una grande assunzione di responsabilita' e ad uno sforzo di progettazione che sappia costruire strategie di lungo corso, sottraendosi dai condizionamenti se pur inevitabili del "contingente". Solo cosiì' si potranno affrontare i grandi nodi strutturali del nostro tempo: solo cosi' si potranno gettare le basi affinche' l'Italia sappia ritrovare la forza e l'orgoglio necessari per dar vita ad una nuova stagione di sviluppo.

Certo negli ultimi lustri la classe politica non ha dato un bello spettacolo di se', impegnata come e' stata piu' nelle beghe di basso profilo che non nella elaborazione e gestione di strategie coerenti con le necessita'.
Ora sembra che ci siano segnali di cambiamento: e' vero che una rondine non fa primavera ma e' altrettanto vero che appare necessario incoraggiare e sostenere tutto cio' che va in una direzione positiva.

Va certo in questa direzione la semplificazione del quadro politico in atto.
Va certo in questa direzione la ricerca di proposte politico-programmatiche costruite attorno ad una piattaforma condivisa e non frutto di una mera operazione addizionale.
Va certo in questa direzione lo sforzo di superare la fase delle reciproche delegittimazioni, in favore della consapevolezza che le grandi scelte nazionali richiedono un ampio consenso senza il quale nessuna riforma strutturale potra' avere successo.

In questo senso mi sento di dover parlare di "voto utile": un voto utile per incoraggiare e sostenere un processo politico difficile, ancora quasi nella fase pre-natale, ma necessario per far uscire l'Italia dalla situazione in cui si dibatte.

In varie occasioni ho avuto modo di parlare del centro da me inteso come l'acquisizione di un metodo ma non certo come uno strumento partitico da collocarsi dove meglio fa comodo.
Di questo oggi non c'e' bisogno: c'e' invece bisogno di centro inteso come luogo di equilibrio, di mediazione, di riflessione, di fuga da qualsiasi scorciatoia: di tutto cio' dovranno alimentarsi tutti i partiti e/o raggruppamenti che aspirano a governarci.
E' questo che dobbiamo incoraggiare.

Cosi' come penso che chi guarda a sinistra trovi nel PD la giusta risposta, altrettanto penso che per chi guarda alla tradizione liberale-cattolica-riformista la risposta giusta sia il PDL.
Da anni si dibatte sul Partito dei moderati, sulla necessita' di semplificare il quadro anche nell'area del centro-destra.
Certo il PDL e' solo l'inizio di questo processo, ma penso che vada assolutamente sostenuto.

Mi permetto di fare un invito a non disertare le urne. Certo la campagna elettorale non e' stata invitante ma mi piace ricordare che le elezioni sono una occasione in cui ciascuno e' chiamato ad assumersi una piccola parte di responsabilita' nella scelta dei nostri governanti. Puo' sembrare retorica ma non e' cosi': la democrazia si alimenta con la partecipazione e proprio l'abbassarsi della cultura della democrazia e' una delle emergenze italiane e piu' in generale della civilta' occidentale.
Elementi per giustificare la disaffezione alla politica ne esistono a volonta': mi sento pero' di invitare anche i piu' delusi a non rinunciare ad un diritto fondamentale di cittadinanza di uno stato democratico.

Invito infine a diffidare di chi propone voti differenziati fra Camera e Senato: il 13 e 14 aprile e' in gioco la governabilita' del Paese che non puo' essere messa in gioco per questioni che nulla hanno a che fare con gli interessi della collettivita' nazionale.

Lucca, 8 aprile 2008

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