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dalle pseudo-giustificazioni tecniche a "ormai e' tutto fatto, non si puo' tornare indietro"

Cosi' la nuova linea di difesa sul nuovo ospedale

Di Raffaello Papeschi

Prendiamo atto dalle dichiarazioni recenti del Direttore Generale della ASL che la difesa della linea ufficiale del progetto "Nuovi Ospedali" è passata dalle pseudo-giustificazioni tecniche (il monoblocco non entra nel Campo di Marte) alla linea "ormai è tutto fatto, non si può tornare indietro". Questa tecnica di mettere i cittadini lucchesi davanti al fatto compiuto è l'esempio di quanto manchi di democrazia l'Amministrazione Regionale, che, con l'avallo dell'allora sindaco Fazzi, ha privato i cittadini di Lucca della possibilità di fare osservazioni e rilievi sull'intero progetto di Area Vasta e sulla localizzazione del nuovo ospedale.

Infatti Regione e sindaco, firmando l'Accordo di Programma, hanno inteso che questo costituisse variante al Piano Strutturale del comune di Lucca, in violazione della Legge regionale n°1/2005, che prevede che i cittadini possano sollevare osservazioni alla variante necessaria a passare l'area di S. Filippo da agricola a fabbricabile. A tale illegittimità ci siamo opposti con ricorso al TAR, tuttora pendente.

Ma la tattica della Regione è stata quella di andare avanti comunque, e fino dalla data di approvazione dell'Accordo il 20-12-05 di affermare che non si può tornare indietro. Questa affermazione è falsa, perchè esiste una sentenza del Consiglio di Stato, del 10-5-05, che dichiara irrilevante ai fini dell'aggiudicazione della gara di appalto (l'unica finora portata a termine) un'eventuale variazione della localizzazione di uno degli ospedali, possibile a norma dell'art. 12 dell'Accordo di Programma. In tal senso abbiamo anche acquisito due pareri legali. Questa evidente prevaricazione è stata fatta passare dall'assessore regionale Rossi nel consiglio comunale in cui l'Accordo fu approvato, e a cui egli era presente, con un sottile bluff, intimidendo i consiglieri comunali con la minaccia che, se l'Accordo fosse saltato, costoro potevano essere responsabili di persona di un'eventuale richiesta di danni da parte del vincitore della gara d'appalto. Anche questa minaccia non aveva alcuna base giuridica, perchè nel caso il responsabile di un eventuale indennizzo (che come detto è contrario alla sentenza del Consiglio di Stato) sarebbe stata l'Amministrazione in toto.
E' inutile sottolineare come l'assessore Rossi si sia preso gioco dei nostri passati consiglieri.

Quando i nostri concittadini si accorgeranno del danno che provocherà alla Sanità lucchese il programma di Area Vasta così come l'ha concepito e portato avanti la Regione, si renderanno conto anche della beffa con cui questo programma è stato fatto passare in consiglio comunale, e dell'ingenuità dei loro rappresentanti che, invece di valutare bene i fatti, si sono rimpallati fra destra e sinistra la responsabilità della scelta dell'ospedale a S. Filippo, sulla quale pochissimi di loro erano d'accordo.
Ma allora sarà veramente troppo tardi. Ora però non lo è ancora. Nonostante che la scelta di sfiduciare il sindaco Fazzi abbia fatto il gioco della Regione, facendo perdere quasi un anno durante il quale la Regione ha cercato di accelerare al massimo le procedure per arrivare al punto di non ritorno, ancora la gara di costruzione dell'ospedale non è stata espletata. Del resto abbiamo visto come la TAV sia stata fermata quando la gente si è mossa e c'è la volontà politica di farlo. E' una corsa contro il tempo, ma i cittadini lucchesi devono essere avvertiti del rischio che corrono, e tener presente, quando ci saranno le elezioni del nuovo consiglio comunale, di dare mandato a quei consiglieri e sindaco che diano esplicite garanzie di tutelare gli interessi della comunità lucchese, e non siano succubi di disposizioni che vengono da Firenze.

Lucca, 26 gennaio 2007
Raffaello Papeschi, Comitato "Lucca, per una Sanità Migliore"

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