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Comune di Lucca: il senso di una esperienza di centro.

Di Piero Angelini.

Giuseppe Bicocchi e Silvana Giambastiani hanno riaperto il dibattito sulle elezioni nel Comune di Lucca, rivolgendo a Mauro Favilla l’invito a concorrere alla formazione di una lista di impegno civile, aperta al contributo di tutte le forze , anche di centro-sinistra , quali Udeur e Socialisti-Socialdemocratici ed in genere a tutti coloro che temono in Toscana il dominio DS sulle istituzioni, un confronto, essi scrivono, che “potrebbe allargarsi all’Udc e alla Margherita”.

Sono del tutto d’accordo; e faccio notare che la disponibilità di Favilla, come da lui precisato , è stata data soltanto in una tale prospettiva, nella costruzione cioé di un centro moderato, che intende assumere nella città precise responsabilità. Un centro, che non vuole essere semplicemente il luogo geometrico di chi non sta né di qua, né di là, ma che si qualifica in funzione dei suoi contenuti programmatici, di quella cultura riformista di cui c’è memoria nella città, perché ha segnato, per es., l’esperienza politica del centro-sinistra negli anni ’70 e ’80, portata avanti, oltre che da Franco Fanucchi, oggi da molti rimpianto, proprio da Mauro Favilla.

A Bicocchi ed alla Giambastiani rispondo, dunque, dando la mia disponibilità ad un confronto con partiti e movimenti di centro, che possa permettere di dar vita ad un programma ed una candidatura comuni, da sottoporre alla cittadinanza lucchese: un programma da realizzare attraverso un Forum aperto a tutti ed una candidatura da definire attraverso primarie.

Il rischio delle prossime elezioni, infatti, è che la nomina a sindaco di Lucca sia frutto invece non della libera scelta dei lucchesi, ma di un patto di potere calato sulla città e imposto con successive forzature, di una lottizzazione delle istituzioni tra Ds e Margherita ( o meglio tra i suoi dirigenti), con la nomina a sindaco di Lucca di un uomo come Tagliasacchi , che marca una evidente dipendenza dai forti poteri che lo sponsorizzano, in particolare dalla Regione, che, in tutti i campi ed in tutte le situazioni ( dall’acqua, alle infrastrutture, alla sanità), ha sempre teso a mortificare e depotenziare le strutture economiche e sociali della nostra città.

Quanto alla persona di Tagliasacchi e al suo incarico regionale da 75.000 euro all’anno, non voglio assolutamente infierire; spero soltanto che non sia vero quello che si dice in città, che gli sia stato concesso di esercitarlo, non a Firenze, come tutti ci aspetteremmo, ma a Lucca: un fatto che avvelenerebbe il clima politico della città .

Lucca, 29 settembre 2006
Piero Angelini

Lucca, 26/09/2006

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