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Mozione presentata alla Direzione Provinciale Udc dell’11 novembre 2005.

A firma Baroni, Caselli, Fanucchi, Pezzini.

I sottoscrittori di questo documento, appena fu stabilita la celebrazione del secondo congresso provinciale del partito, vollero, fin dall’inizio dell’estate, portare un loro contributo con la proposta di uno schema di mozione congressuale.
Come più volte ribadito in varie occasioni, tra le quali gli incontri periferici preparatori del congresso, tale iniziativa tendeva ad aprire un proficuo dibattito ai vari livelli del partito ed anche ad indicare alcune linee portanti della futura attività politica nella nostra provincia.
Vogliamo ricordare che le nostre tesi riprendevano e ribadivano le scelte operate, nella unanimità dei delegati, dal Congresso Nazionale dell’UDC e calate nella realtà della situazione politica della Provincia di Lucca.
Ricordavamo come per noi, fossero contenuti fondamentali del nostro fare ed intendere la politica, i principi della dottrina sociale della chiesa, il nostro essere nel quadro del moderatismo e dell’equilibrio istituzionale, il vivere con impegno ed entusiasmo l’operare nella politica ai vari livelli con l’unica ricerca del pubblico interesse. Ribadivamo che il soggetto della nostra azione nella vita pubblica rimane la persona umana ed anche la difesa della sua libertà e quella della famiglia, in un concetto del rapporto solidale tra gli esseri umani per una diffusione del benessere economico su tutto il pianeta.

Rivendicavamo l’importanza di alcune scelte da privilegiare; una politica fiscale più equa, una politica a difesa e a recupero dell’ambiente, una politica per la ricerca e l’innovazione tecnico-scientifica, una politica della formazione a tutti i livelli e a tutte le età, una politica sanitaria e sociale che metta al centro dei servizi e degli interventi il paziente e non l’equilibrio economico o il contenimento della spesa.
Per essere in grado di conseguire tutti quei traguardi auspicavamo “un forte recupero del ruolo del partito su tutto il territorio della Provincia”. Indicavamo perciò, come impegno preciso da assumere in sede congressuale, il recupero di un tesseramento “vero” con la ricerca di adesioni convinte ed attive nella piena condivisione dei valori fondanti del nostro essere cattolici democratici. Ma anche la garanzia di ridare ruolo e credibilità alle strutture periferiche del partito, riconducendo ad esse le decisioni di competenza territoriale in un quadro di riferimento provinciale, reso sicuro e chiaro da scelte precise, trasparenti e partecipate, fatte da una guida forte, determinata e responsabile.
Auspicavamo la volontà di tutto il partito a ridare voce e compiti alle donne, ai giovani ed agli eletti, anche con una attività formativa dei quadri e degli aderenti, in grado di fornire le giuste competenze ed informazioni, premesse essenziali per l’attribuzione di ruoli, incarichi e responsabilità.

Questa lunga premessa è per far capire come l’iniziativa volta a formare una lista fosse il nostro modo di contribuire alla vita di un momento così importante per il partito che non rimanesse solo celebrativo e formale, ma partecipato e costruttivo. Siamo stati attaccati ed accusati di voler spaccare l’UDC Lucchese, pur essendo stati i primi ad assumerci l’onere di indicare contenuti e linee programmatiche.
Pur avendo quindi la possibilità di presentare una lista di candidati sostenitori della nostra mozione concordammo nella indicazione di un Segretario Provinciale che per la sua carica istituzionale potesse rappresentare un momento di sintesi e nello stesso tempo di garanzia nei confronti delle diverse istanze presenti nel partito, le quali tutte esplicitamente dichiaravano di rifarsi, condividendone le indicazioni ed i contenuti alla mozione congressuale del Segretario Nazionale On. Follini.
La nostra convinzione era, e rimane, quella di partecipare congiuntamente, nel reciproco riconoscimento dei ruoli e capacità propositive, alle scelte quotidiane e strategiche del partito.
Un nuovo modo di concepire il nostro stare insieme, valorizzando tutti i tesserati, garantendo loro la partecipazione ai diversi momenti associativi dalla sezione agli organi istituiti elettivamente nel rispetto delle regole statutarie e degli specifici compiti da esse derivati.

La scelta suddetta venne concretizzata in un accordo pubblicamente assunto in una riunione congiunta all’hotel Guinigi poco prima dell’inizio del congresso e, diciamo oggi purtroppo, in un reciproco impegno verbale.
L’accordo stipulato prevedeva le composizioni numeriche del Comitato Provinciale e della Direzione Provinciale del partito con la indicazione della presenza in detti organismi della nostra rappresentanza in una percentualizzazione del 20% e della possibilità di esprimere la Presidenza del Comitato Provinciale che entrasse di diritto negli organi esecutivi. Veniva poi concordato che, nella previsione di designare tre vicesegretari, uno di essi venisse individuato nella componente della Direzione Provinciale da noi indicata. Avevamo avuto, inoltre, garanzie che, pur non essendo stato accettato il suggerimento della nomina di una commissione ad hoc, il segretario avrebbe proposto alla prima riunione del Comitato Provinciale un documento programmatico base dell’azione politica del partito per i prossimi due anni.
Il congresso si è quindi concluso sulla base dell’accordo suddetto.

Tutti noi sappiamo che nel frattempo sono state date, dal Segretario Follini, le dimissioni ed al momento della prima riunione del comitato Provinciale ancora non si era riunito il Consiglio Nazionale e quindi l’on Cesa non era ancora stato indicato come, sia pur temporaneo, nostro Segretario Nazionale. Diciamo questo perché alla fine dei lavori della riunione del Comitato Provinciale, che aveva visto presentare da Del Carlo, come Segretario Provinciale, uno schema di contenuti programmatici del partito, poi integrati dai vari interventi, e dopo la elezione del Presidente del Comitato stesso e del Dirigente Amministrativo ci fu l’aggiunta di un invito, a nome di tutti i presenti, all’On Follini di revocare la decisione delle proprie dimissioni.
La riunione del Comitato ci era parsa un accettabile inizio della nuova attività del partito provinciale anche se c’era la nota stonata del non aver provveduto all’individuazione, pur nella votazione dei membri della Direzione Provinciale, degli incarichi dirigenziali. Era poi stata espressa la volontà del Segretario Del Carlo, alla costituzione di un ufficio politico, non previsto statutariamente, come strumento operativo più snello e veloce, composto dal segretario stesso, dai vicesegretari (senza indicarne il numero), dal Presidente del partito e dal responsabile organizzativo (non ancora individuato).
Il Comitato Provinciale ritenne accettabile tale proposta lasciando al Segretario il compito di nominare tale organismo.
Si arriva, quindi, all’attuale difficoltà creatisi all’interno del partito dovuta all’avvenuta nomina ad iniziativa personale del Segretario Provinciale di tre vicesegretari del responsabile organizzativo, di quello degli enti locali, di un responsabile del settore sanità e dell’addetto stampa. Le nomine sono avvenute in dispregio non solo del dettato della lettera “b” dell’art. 42 dello statuto, ma anche degli accordi che volevano un vicesegretario indicato dalla componente dei sottoscritti e soprattutto senza che sia stata indetta una riunione della Direzione Provinciale alla quale spetta l’approvazione del programma di attività del partito e l’istituzione delle commissioni di settore.
Addirittura in assenza della suddetta convocazione della Direzione Provinciale, e già stato riunito l’ufficio politico determinando un inizio pericoloso di gestione verticistica del partito, in un momento nel quale c’è, invece, la necessità di coinvolgere e di rafforzare l’azione delle componenti territoriali e periferiche.
Questa sera siamo a chiedere il rispetto degli impegni presi senza il quale ci riteniamo discriminati e quindi non partecipi delle decisioni che fossero prese nel frattempo dagli organismi del partito a qualsiasi livello.
Sollecitiamo quindi, nello spirito sopra detto, una soluzione che ci veda coinvolti, senza la quale ci riserviamo di assumere le posizioni che riterremo opportune a salvaguardia di un ruolo che riteniamo importante per la crescita del partito.

Fanucchi Franco
Caselli Daniela
Baroni Daniele
Pezzini Fabio

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