Di Paolo Canozzi.
Cari amici,
e' questo il nostro secondo congresso provinciale dell'UDC, siamo giovani ma
siamo cresciuti.
Sono ormai trascorsi oltre due anni dal primo congresso, congresso che ha
visto la nascita, anche a Lucca, del Centro cristiano democratico con la
riunificazione del CCD, CDU e DE. Un Partito che oggi, sulla base anche
degli ultimi risultati elettorali, non ha più alcun complesso di inferiorità
rispetto agli altri, un Partito che è e sarà protagonista della vita
politica italiana.
Al primo congresso, se vi ricordate, una delle condizioni che posi per l' accettazione della carica di Segretario, fu quella di celebrare un congresso unitario. Presentarsi agli iscritti, agli amici, ai tanti simpatizzanti, già dalla nascita, con tesi contrapposte, sarebbe stato, io penso, un brutto segnale, un segnale delle antiche correnti che soprattutto negli ultimi tempi sono state devastanti per la gloriosa storia della Democrazia Cristiana.
Il congresso fu unitario, come sono stati unitari tutti i congressi
celebrati per l'elezione dei comitati comunali.
Abbiamo, in questi due anni, dato al Partito organismi locali, che, anche
con vivacità di dibattito e, spesse volte, con accesi confronti, hanno
contribuito sicuramente a dare visibilità alle nostre idee.
Abbiamo dato vita al movimento femminile provinciale, coordinato dall'amica
Patrizia Lunardini che ringrazio per il lavoro svolto. Abbiamo in provincia
un vivace movimento giovanile che coinvolge molti giovani, coordinati dall'
amico Gino Malfatti impegnati in importanti iniziative sul territorio.
Amici, questo congresso è un appuntamento molto importante, perché dovrà tracciare la linea politica provinciale del nostro Partito. Una linea politica che certamente non potrà discostarsi da quella tracciata dall' ultimo congresso nazionale del Partito, che ha sancito alcuni punti qualificanti che meritano essere ricordati:
Il Paese oggi attraversa grosse difficoltà economiche: La grave crisi
internazionale anche a seguito dei noti attentati terroristici, la
incontenibile e sleale concorrenza dei mercati orientali, l'avvento dell'
Euro basato su un cambio per noi penalizzante, hanno reso la vita nel nostro
Paese, soprattutto per le classi più deboli, estremamente difficile; è
sintomatico che i consumi abbiano nella quarta settimana del mese una
significativa riduzione.
Certo sono cause non imputabili al Governo Berlusconi, però, di fronte a
questa evidente crisi, era necessario avere un atteggiamento diverso,
parlare un linguaggio realistico, senza troppi trionfalismi, richiamare
tutti alle proprie responsabilità, chiedere se necessario un sacrificio al
Paese.
E' vero sono state fatte tante cose buone, in particolare sono state portate
a termine incisive riforme che il Centro sinistra non si era sognato di fare
(legge Biagi, riforma della scuola, delle pensioni, del diritto societario,
legge obiettivo per le grandi opere, ed altre), ma gli effetti positivi sull
'opinione pubblica sono stati minimi, perché e prevalso nella gente lo
stato di disagio sociale, strumentalmente amplificato dalla sinistra.
L'UDC, coerentemente con l'impegno assunto, ha contribuito fattivamente alla realizzazione del programma del Governo Berlusconi, assumendo talvolta anche toni polemici non a difesa di interessi di parte, ma con l'obiettivo di riaffermare quei principi che sono per noi irrinunciabili.
Nella prossima legge finanziaria in preparazione, l'UDC dovrà osare di più
in difesa delle categorie più deboli e della famiglia.
In campo tributario
bisogna attuare anche in Italia, come già esiste in altre nazioni europee,
il principio del quoziente familiare che rende la tassazione delle famiglie
a monoreddito simile a quelle che possiedono più redditi.
In questi giorni, oltre alla discussione sulla opportunità delle primarie,
per la scelta del Premier nella CDL, fatto che l'UDC giudica positivo come
momento di confronto democratico, è risorta anche l'ipotesi della nascita,
prima delle prossime elezioni politiche, del Partito Unico del centro
destra, noi preferiamo chiamarlo grande Partito dei moderati. Pierferdinando
Casini nei mesi scorsi, in diverse occasioni, ha sempre sostenuto che il
nuovo partito avrebbe avuto un senso se fosse nato prima delle elezioni.
Credo che l'idea di un Partito dei moderati italiani sia da prendere in
seria considerazione. Certo, nei contenuti deve essere un partito moderato,
democratico, pluralista, non leaderista. Un Partito dove si voti, non si
acclami. Un partito che si ponga nel solco del Partito Popolare europeo.
Un Partito unico dei moderati è ancor più necessario, di fronte ad una
alleanza di centro sinistra fortemente eterogenea, che va da Bertinotti a Di
Pietro, da Mastella a Cossutta, in questi giorni poi si è aggiunta anche l'
allegra compagnia dei Radicali che procureranno a Mastella e al severo
Franceschini qualche mal di pancia, di fronte a questa Babele dicevo, l'idea
di presentare all'elettorato un solo grande Partito dei moderati, coeso con
una dirigenza seria, potrebbe suscitare in tanti italiani delusi una luce di
speranza.
Ma veniamo alle cose di casa nostra.
In provincia di Lucca l'UDC nelle ultime consultazioni elettorali, parlo
delle Europee del 2004 e delle regionali del 2005, ha ottenuto un
apprezzabile risultato: dal 5,34% delle europee siamo passati a quasi il 6%
delle regionali. Abbiamo un nostro rappresentante, l'amico Giuseppe del
Carlo, in Consiglio regionale, abbiamo rappresentanti in quasi tutti i
consigli comunali della provincia, contiamo validi assessori e altri
amministratori, siamo comunque presenti, come iscritti, in tutti i comuni
della provincia.
L'UDC in questi due anni, attraverso la saggia politica fatta di
moderazione, dialogo, confronto, ha saputo conquistare un largo consenso
nella società lucchese. Vi sono nei nostri confronti sempre più attenzioni da
parte dei ceti moderati che pensano la politica non come mezzo per fini
personali o particolari, ma come strumento per la soluzione dei problemi
della collettività.
Purtroppo anche nella nostra provincia, nonostante i risultati positivi dell
'UDC, la CDL ha registrato, nelle ultime consultazioni elettorali, europee
del 2004 e regionali del 2005, un calo che rispecchia le tendenze nazionali.
Alle regionali il Centro destra ha ottenuto, nella provincia, il 46,61
contro il 53,37 del centro sinistra. A Lucca il 46,37 del centro destra
contro il 53,62 del centro sinistra. Questi risultati sono ancora più
pesanti se si pensa che la nostra provincia è rappresentata ai massimi
livelli istituzionali e di governo.
Non nascondiamo che questa situazione ci preoccupa, soprattutto in vista
delle prossime elezioni politiche e provinciali del 2006. Più volte l'UDC ha
denunciato questo preoccupante calo di consensi, chiedendo agli alleati una
seria ed approfondita analisi della situazione per mettere a punto una
precisa strategia tendente a :
Se intraprendiamo questa strada, amici, sono convinto che le prossime
elezioni del 2006, soprattutto quelle provinciali, potranno portare il centro
destra al governo della provincia. Le cose non vanno poi tanto bene neanche
per i nostri avversari politici.
In Toscana ormai il modello di sviluppo economico della sinistra non regge
più: 4.311 lavoratori dell'industria sono in mobilità; 3.601 in Cassa
integrazione straordinaria; 5.742 in Cassa integrazione ordinaria; 407
aziende in crisi; 39 in via di chiusura, oltre, il dato è di lunedì scorso,
all'aumento della disoccupazione.
In Toscana, come in provincia di Lucca, la sinistra non ha saputo creare
quelle infrastrutture che sono essenziali per un moderno sviluppo economico,
è in uno stallo pauroso. Il gap infrastrutturale rispetto alle altre regioni
forti del Paese è preoccupante. Financo la CGIL si lamenta, la situazione
deve essere proprio grave.
A Lucca la Provincia, governata ormai da quasi 10 anni dal centro sinistra,
non ha risolto nessuno dei grandi problemi del traffico. La Valle del
Serchio è sempre più isolata, il sistema tangenziale lucchese, fermo da 80
anni, scoppia di traffico e presenta un tasso di inquinamento preoccupante,
la ferrovia è quella che tutti conosciamo. Nonostante questo immobilismo, il
Presidente Tagliasacchi ha curato bene la sua immagine attraverso futili
iniziative, ma di sicura ricaduta pubblicitaria.
I dati economici e occupazionali della nostra provincia sono preoccupanti:
Secondo i dati recentemente resi noti dalla Camera di Commercio, il
fatturato del settore manufatturiero al 30 giugno 2005 è calato del 4,1%
rispetto allo stesso periodo del 2004, così come è calata l'occupazione in
generale del 0,7%. Tagliasacchi, anziché adoperarsi per portare l'energia
solare in Marocco, sarebbe bene che pensasse alla grave crisi che attraversa
l'economia della nostra provincia.
La CDL ha nei prossimi mesi una grossa opportunità, grazie, bisogna dirlo, al
Presidente Pera che ha convinto il Governo a finanziare il sistema
tangenziale lucchese con circa 468 milioni di euro. L'idea è quella di
realizzare il sistema tangenziale di Lucca in modo che un ramo di esso possa
costituire la prima tratta di una futura autostrada, o strada protetta,
Livorno-Modena: una direttrice questa, che fa parte del patrimonio culturale
e delle aspirazioni della comunità lucchese. Come sappiamo il progetto è
combattuto dalla Regione, e di conseguenza anche dalla provincia, sia sulla
base di un preconcetto ideologico di rifiuto delle autostrade, che per
timore di mettere in discussione lo sviluppo economico incentrato sugli assi
Firenze-Bologna e Firenze-Pisa-Livorno, che taglia fuori il territorio della
nostra provincia.
Amici, per i motivi che poc'anzi vi ho indicato, la conquista della
provincia rientra nelle possibilità del Centro destra. E' necessario però
non perdere tempo: l'UDC ritiene essenziale allargare la coalizione a tutti
coloro che non condividono la politica del centro sinistra, serve un
programma basato su alcuni importanti progetti condivisi, privilegiando il
sistema infrastrutturale, bisogna arrivare quanto prima alla scelta del
miglior candidato possibile, senza pregiudizi, né discriminazioni nei
confronti di nessuna forza politica.
E' onestà intellettuale anche aggiungere che se permane nella CDL questo
stato di confusione e di incertezza, non è escluso che l'UDC alle prossime
provinciali non corra da solo. Non è un ultimatum, ne un ricatto, ma una
necessità per salvaguardare la dignità dei nostri principi.
Amici, e vengo alla conclusione, come sapete per motivi personali, non intendo ripresentarmi come Segretario, ma non per questo mancherà il mio contributo attivo e la mia collaborazione per la crescita del nostro partito. Sono sicuro che il Congresso saprà indicare la persona giusta, ne abbiamo tante, che guiderà con onestà, equilibrio e competenza l'UDC nei prossimi importanti appuntamenti.
Lucca, 1 ottobre 2005