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Secondo congresso Udc di Lucca: contributo al dibattito.

Di Attilio Biancalana ed altri.

Cari amici

In occasione del secondo Congresso Provinciale abbiamo ritenuto di portare un contributo di analisi, di valori, di idee e di proposte affinché il nostro partito possa serenamente raggiungere una sintesi la più alta possibile nell’interesse della comunità lucchese.
Cresce l’inquietudine, lo smarrimento e la sfiducia del popolo italiano nella classe politica perché vede frustrate le proprie speranze in un sistema politico democratico, moderato che garantisca certezza dei valori e rispetto reciproco, alternanza e stabilità di governo, in modo da affrontare le emergenze morali, costituzionali, economiche, e sociali che gravano tuttora sul nostro Paese.
Nonostante gli innumerevoli sacrifici economici (soprattutto a carico delle famiglie) in questi ultimi dieci anni il popolo italiano ha visto aggravarsi la situazione nazionale per la guerra in atto che il terrorismo ha dichiarato agli stati democratici, per la recessione economica mondiale particolarmente pesante in Italia e per l’immigrazione che in taluni momenti ha le caratteristiche di una vera e propria invasione. E le previsioni per il futuro non sono delle migliori!!

La crisi è in primo luogo politica.

Abbiamo bisogno di un sistema bipolare più stabile, che le due coalizioni abbiano una struttura più omogenea, più coerente con il programma presentato. Oggi, invece, all’interno dei due schieramenti convivono forze e posizioni all’apparenza inconciliabili.
La superiorità della DC rispetto alle attuali formazioni politiche sta nel fatto che la DC non avrebbe mai consentito che alla crisi morale, sociale ed economica del Paese si sovrapponesse la crisi politica.
E la crisi politica attuale deriva proprio dalla debolezza del centro che è in difficoltà a guidare i processi di trasformazione della società italiana. Per queste stesse valutazioni nel 2000 gli on. Berlusconi, Casini e Buttiglione stilarono la "Dichiarazione Comune d’intenti" in vista della costituzione della Casa della libertà in cui veniva affermato che " Forza Italia, il CCD, e il CDU ribadiscono la comune appartenenza al Partito Popolare Europeo e la decisione di farne valere insieme le ragioni ideali ed i programmi. Rivolgono pertanto un invito a tutte le forze politiche, alle organizzazioni ed alle persone che si riconoscono nei principi del PPE a convergere per inserire pienamente l’Italia nel sistema politico europeo". Inoltre ribadirono che " anche in Italia le forze del PPE debbano costituire il perno di una chiara alternativa alla sinistra".

La scelta di Forza Italia e del suo leader on.le Silvio Berlusconi di aderire al Partito Popolare Europeo, partito fondato dai democratici cristiani europei, aveva dato una svolta ed un impulso al quadro politico italiano con la costituzione della Casa della liberta': una coalizione guidata dal Centro, alleato con la destra democratica e alternativo alla sinistra. Una scelta apprezzata dall'elettorato moderato che nel 2001 aveva dato una solida maggioranza parlamentare al centrodestra. Una coalizione con un preciso indirizzo ed una precisa connotazione politica che non e' stato pienamente rispettato da FI e dal suo leader in quanto il partito non si e' dotato di regolamenti interni democratici mentre l'on. Berlusconi ha perseguito un rapporto preferenziale con la Lega di Bossi. Partito che ha una concezione presuntuosa, localistica e corporativa della politica. Anche sui valori, nonostante il generoso impegno del sen. Pera, FI non e' arrivata ad una definizione univoca come si e' visto nel recente referendum sulle tecniche di fecondazione extracorporea A presidiare il Centro, sociale, economico e politico, e' rimasto solo l'UDC: fatto unanimemente riconosciuto che ha portato al partito un aumento di consensi e quindi una responsabilita' maggiore verso gli elettori.

Bisogna ammettere che il clima elettorale e' cambiato: siamo di fronte ad un forte declino del centrodestra e dell'immagine dell'on. Berlusconi. Questi non puo' pensare di essere l'uomo di tutte le stagioni e di sfuggire alle regole della politica. Sono generali, purtroppo, le previsioni di una sconfitta elettorale a meno che non si ricostruisca immediatamente un rapporto di fiducia e di solidarieta' con gli elettori e tra i partiti come indicato a piu' riprese dal Presidente della Camera Pierferdinando Casini il cui prestigio politico ed istituzionale e' indiscutibile.
Anche le primarie proposte tra gli altri, dal Presidente dell'UDC Rocco Buttiglione, avevano proprio lo scopo di ridiscutere e di legittimare i risultati e le ragioni dell'alleanza con gli elettori ed i quadri dei vari partiti. E' sbagliato sottovalutare le ripetute sconfitte elettorali, come e' inaccettabile fare della sterile ironia, lanciare proclami, alimentare illusioni per non cambiare.

Riteniamo ingeneroso e non corrispondente al vero il giudizio espresso da una opposizione rissosa, senza un programma e divisa sui problemi da affrontare, supponente quanto velleitaria. Attaccano sempre strumentalmente il governo, senza proposte alternative, il quale si e' trovato a fronteggiare crisi internazionali ed economiche di vasta portata facendo sempre e costantemente il proprio dovere. In questo senso efficace e' stata l'apporto all'azione di governo dell'UDC come indicato in sede congressuale dal segretario Follini. Altrettanto efficaci sono le proposte dell'UDC per superare la crisi. Proposte che riguardano il proporzionale con premio di maggioranza, un fisco piu' equo verso le famiglie, una preventiva e collegiale discussione sul nome del candidato della CDL ed un rinvio della 'devolution'. Questa legge e' di non facile applicazione e tanto allarme sta creando nell'elettorato moderato specie del sud.

Ancora una volta il prof. Prodi, dimostratosi in ambito europeo inaffidabile sul piano politico, si presta ad un'operazione che, se vincente, dara' l'egemonia ai post- comunisti e garantira' 'i poteri forti' a danno della famiglia italiana come gia' e' avvenuto in passato. Con un integralismo degno di miglior causa il prof. Prodi continua a sostenere l'innaturale sintesi tra il Centro e la sinistra divisi su molte cose e soprattutto sui valori utili ad una nazione, alla comunita' locale, alle famiglie ed alle persone per progredire serenamente nella pace e nella liberta'.

La provincia di Lucca, ed in particolare il comune capoluogo sono da sempre un laboratorio politico nazionale per la grande tradizione amministrativa democratica e cristiana. Anche qui il partito di FI, nonostante la prestigiosa presenza del sen. Marcello Pera, ha ignorato i temi politici nazionali per cui la Casa delle Liberta' e' stata considerata dai vertici provinciali piu' uno slogan che un progetto politico. Si cullano nella illusione che basti l'egemonia di Forza Italia e la figura del loro leader nazionale a garantire la prevalenza del centrodestra nelle Amministrazioni locali. Noi siamo, al contrario, convinti che la coalizione vince mentre l'egemonia perde: ed i fatti ci danno ragione. E siamo anche convinti che presidiare ed incrementare il Centro vuol dire vincere le elezioni come a suo tempo hanno dimostrato Claudio Fucigna a Lucca nel 1998 e Fabio Pezzini a Camaiore nel 2002. Presidiare il centro senza ridursi ad una lista civica quasi sempre espressione di potere personalistico e sede di confusione politica.

Nel comune capoluogo anche il sindaco di Lucca, il forzista Dr. Pietro Fazzi, ha operato ignorando il progetto politico della casa delle liberta'. Nel suo programma non c'e' ne' un richiamo alla CDL ne' ai partiti che la compongono. Cio' lo ha portato in conflittualita' con il suo stesso partito, con le forze politiche o con singoli esponenti della maggioranza sul metodo e su alcuni interventi programmatici. Al contrario riteniamo che il Dr. Fazzi avrebbe avuto tutto l'interesse di opporsi e non agevolare il tentativo in atto per emarginare l'UDC di Lucca.
In particolare balza agli occhi l'assenza di un democratico cristiano in una delle cariche istituzionali ai vertici dell'Amministrazione Comunale ed una presenza in giunta non rispondente alla rappresentativita' elettorale ed agli equilibri democratici interni del partito. Insistiamo: la carica istituzionale all'UDC deve essere riconosciuta in ogni amministrazione della nostra provincia in quanto l'UDC e' la terza forza politica della coalizione.

Per queste difficolta' nazionali e provinciali occorre molto buon senso e buona volonta' al fine di definire una candidatura vincente per l'Amministrazione Provinciale: candidatura di cui dovremo condividere il metodo, concordare il programma e scegliere tra una rosa di nomi soprattutto se tale ruolo viene rivendicato da un solo partito.

Il congresso provinciale non puo' contraddire quello nazionale e deve essere un'occasione per ribadire il valore dell'amicizia e del servizio che ci lega e ci deve legare.
Anche se la mancata designazione puo' comportare un sacrificio doloroso occorre operare con spirito di servizio e con senso di responsabilita' collegiale nell'interesse del partito e del suo progetto politico perche' come disse il Presidente Aldo Moro a Donat Cattin ' E' meglio sbagliare tutti insieme che avere ragione da solo'.

In questa prima fase precongressuale alcuni amici hanno attribuito una volonta' neo centrista, terzopolista o di centro mobile alla lettera del 31 agosto collegata al Dr. Fabio Pezzini. La frase contestata afferma: 'A livello locale tutto questo si traduce nel bisogno di guardare oltre la CDL e di cominciare a proporre nuove aggregazioni che possano ampliare la base di consenso. Riteniamo opportuno che l'UDC apra un dialogo con tutte le realta' presenti in provincia e si presenti e si proponga come punto di aggregazione per una autonoma posizione di centro aperto a chiunque sia disponibile.' La critica ci sembra non fondata sia in relazione ai contenuti della mozione Pezzini del 27 luglio sia in relazione al fatto che la frase va letta integralmente per darne una valutazione corretta. Infatti afferma inequivocabilmente che 'l'UDC deve favorire l'indicazione di una forte candidatura di 'centro' in grado di allargare l'attuale maggioranza: allargamento necessario se vogliamo sperare in un risultato positivo'. Cio' che invece e' discutibile e' la genericita' del termine 'a chiunque'. Inoltre la proposta non deve essere l'unica soluzione ma una tra le possibili che il partito puo' adottare alle prossime elezioni amministrative provinciali.

Noi operiamo in una logica veramente unitaria e non unanimistica. Ecco perche', dopo una attenta valutazione della realta' provinciale, diamo un contributo spontaneo, aperto al dialogo, costruttivo ed all'interno del dibattito congressuale.
* A nostro giudizio la funzione del segretario provinciale, del Presidente provinciale ed il ruolo del Comitato Comunale di Lucca devono essere definiti in modo chiaro e contestualmente nel Congresso Provinciale.
* Il segretario provinciale, scelto in modo condiviso e convinto, deve essere una figura disponibile in grado di guidare e di coordinare una 'squadra' che lavori collegialmente e che sia presente su tutto il territorio provinciale e su tutti i problemi in esso emergenti; una figura capace di aggregare e di ascoltare, con una esperienza istituzionale e politica collaudata; una figura rappresentativa della piana lucchese laddove e' prevalente e piu' pressante il dibattito politico ed istituzionale nazionale, regionale e provinciale; un segretario rispettoso delle competenze e del ruolo del comitato Comunale di Lucca.
* Il Presidente, per il quale auspichiamo un ruolo non esclusivamente rappresentativo, deve avere ottenuto vantaggi significativi per il partito e per la casa delle liberta' nell'Amministrazione Comunale e pensiamo che debba appartenere alla zona della Versilia.
Mentre ci dichiariamo fin d'ora pronti a collaborare con il futuro segretario provinciale, chiunque esso sia, desideriamo ringraziare l'attuale segretario provinciale Canozzi per l'impegno profuso nell'azione politica e per i risultati ottenuti nel radicamento dell'UDC sul territorio lucchese.

Firmatari:
Biancalana Giuseppe Attilio ( Presidente Comunale UDC Lucca),
Carassiti Piero, Conforti Mario, Dalle Piagge Emiliano, Strambi Guglielmo ed altri.

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