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Referendum confermativo del 25 e 26 giugno 2006: un po' di riflessione ed alcuni documenti.

Di Paolo Razzuoli.

Si avvicina la data del referendum confermativo del 25 e 26 giugno p.v. ed e' ovvio che il dibattito si infiammi.

Ho gia' espresso la mia posizione, unitamente agli amici che collaborano con Fucinaidee, aderendo anche ad un appello sottoscritto da numerose personalita' che chiedono di votare "no" alla riforma approvata definitivamente nello scorso mese di novembre.

Mentre dico no a questa ipotesi, dico altresi' con estrema chiarezza che prendo le distanze da coloro che rifiutano, a priori, qualsiasi ipotesi di modifica della nostra Carta fondamentale.
Pur trattandosi di uno straordinario testo, mirabile sintesi dell'impegno di una classe politica straordinaria, non si puo' sottacere che, in varie parti esclusa ovviamente quella dei principi generali, il testo e' frutto di scenari che, in virtu' delle straordinarie accelerazioni del nostro tempo, appaiono certo assai lontani dagli attuali.

Ma la Carta Fondamentale di una comunita' nazionale non puo' certo essere modificata con il metodo che e' stato seguito dal centro-sinistra nel 2001, e ultimamente dal centro-destra: quello cioe' del metodo muscolare della forza delle maggioranze di turno.

Appare difficile, in siffatti contesti, produrre un buon risultato anche in presenza di idee condivisibili.

Se pur nella loro diversita', entrambe le riforme hanno un impianto federalista, circostanza che attesta una sostanziale condivisione di questa impostazione.

Su questo terreno, ove si fosse voluto, era possibile trovare un accordo.
Il problema e' che si e' voluto, per ragioni di schieramento, blindare delle proposte che, se affidate ad un confronto libero e svincolato da obblighi di aderenza, avrebbe portato ad un risultato supportato da un ampio consenso politico nel Parlamento e nel Paese.

Questa riforma non riguarda poi solo il problema federalista, ed e' proprio qui che ho le maggiori riserve.
Nel ridisegnare il quadro istituzionale, e' stato costruito un sistema confuso, non equilibrato nell'attribuzione dei ruoli ai vari organi di governo, giuridicamente incoerente, con l'accentuazione dei compiti del Premier, non compensati con adeguati contrappesi necessari in un corretto sistema costituzionale.

Se e' vero che la parte della vigente Costituzione riguardante il governo necessita di una revisione, (se ne sono occupati tutti i vari progetti di revisione elaborati ormai da oltre un ventennio) e' altrettanto vero che occorre molta cautela nel rafforzare le prerogative degli organismi monocratici, laddove tale rinforzo non venga moderato da adeguati contrappesi.
Di tale pericolo abbiamo avuto abbondanti esempi con la nuova legislazione sulle autonomie locali di cui penso debba essere fatto tesoro.

Altro nodo complesso e' quello dell'iter legislativo e dei poteri delle Camere.
Se da una parte viene superato il bicameralismo perfetto, cio' che emerge dalla proposta di riforma e' un quadro complesso, direi cavilloso, che non lascia certo ben sperare sulla capacita' di emanare leggi chiare in tempi adeguati. E' facile profezia immaginare il contenzioso che tale confuso dettato normativo potra' generare.

Problemi ben presenti anche ai sostenitori della riforma che, in numerose dichiarazioni, affermano di essere disponibili per un nuovo confronto a tutto tondo.
Se c'e' consapevolezza che occorra comunque mettersi attorno ad un tavolo per inaugurare una nuova stagione di confronto, non si capisce perche' dovrebbe essere inaugurata con l'approvazione di una riforma gia' nata morta.

A mio modo di vedere, la riforma costituzionale dovra' essere affidata ad un organismo non legato alle blindature degli schieramenti, nel quale possa realmente dispiegarsi un confronto finalizzato alla ricerca di regole del gioco condivise, attraverso cui possa giocarsi una nuova partita politica con protagonisti reciprocamente legittimati, determinati nel loro gioco ma attenti al rispetto delle regole e degli interessi generali del Paese.

Nel dibattito di questi giorni si e' cercato di caricare il voto referendario di significati a mio avviso impropri. Secondo me non si tratta certo di confermare il consenso alla maggioranza che ha vinto le recenti elezioni, o di immaginare una rivincita della Casa delle Liberta'. La posta in gioco e' ben diversa e mi pare strumentale e fuorviante inquinarla con additivi dannosi.
Anche a me disturba che il mio "no" vada a sommarsi con quello di settori della vita politica italiana dai quali mi sento alternativo pressoche' su tutto.
Si tratta pero' di un tema, quello della Legge fondamentale della nostra comunita' nazionale, sul quale occorre agire con la consapevolezza della delicatezza della partita che si sta giocando.
Una consapevolezza che ebbero al massimo livello i Padri Costituenti che, se pur fra loro fortemente divisi da ideologie e prospettive di sviluppo dell'Italia, seppero redigere un testo sul quale si e' fondata la storia nazionale degli ultimi 60 anni.

Infine, ma non certo ultimo per importanza, intendo prendere le distanze dall'uso disinvolto di categorie quali ad esempio "Conservazione", usate ed abusate in questa campagna referendaria.
Al di la' della demagogia e della propaganda, non mi pare che sia in gioco nessun atteggiamento "conservatore" o "progressista", ammesso e non concesso che tali categorie abbiano ancor oggi un senso condiviso.
Qui si tratta di altro: il 25 e 26 giugno dovremo dire "si'" o "no" ad una riforma pasticciata e dannosa per il nostro Paese.
Il sistema Italia ha certo necessita' di ammodernamenti, anche nella sua architettura istituzionale. Tuttavia non e' certo la riforma sottoposta a referendum, la risposta di cui il Paese ha bisogno: per questo votero' no ed invito a mobilitarsi per far conoscere le ragioni di questa scelta.

Pensando di fare cosa utile, metto a disposizione dei lettori di Fucinaidee due testi che potranno essere utili per orientarsi in una materia non certo semplice da dipanare:

Leggi/scarica il testo della Costituzione italiana in formato rtf
Leggi/scarica il testo della Legge di riforma costituzionale - in formato rtf - sottoposta a referendum confermativo.

Lucca, 17 giugno 2006
Paolo Razzuoli

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