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Lettera aperta a Fabio Pezzini.

Considerazioni in vista del II Congresso Provinciale Udc

di Stefano Mussi

Caro Fabio,
ti scrivo questa lettera con l’intento di intervenire al riguardo della situazione politica nazionale e nel dibattito in vista del congresso provinciale di Lucca.
Come tu ben sai, tra noi c’è sempre stata una forte sintonia politica. Purtroppo, nell’impulso politico da te dato alla mozione congressuale di Paolo Razzuoli e al successivo documento “Guardiamo oltre gli orizzonti della Casa delle libertà”del 31 agosto, debbo registrare che quella sintonia sembra venuta meno; in virtù dell’amicizia e della stima che nutro per te mi sono permesso di rendere pubbliche queste mie considerazioni cosicché anche gli altri amici del partito possano conoscere la mia posizione al riguardo.

Partirò dal giudizio personale che mi sono fatto su questi quasi cinque anni di governo targato Casa delle libertà: ritengo che dal punto di vista amministrativo il Governo Berlusconi abbia portato a casa un risultato complessivo inferiore a quelle che erano le attese, tuttavia, sia nella gestione dell’economia nella attuale fase negativa che investe tutta l’Europa, sia nella gestione della politica estera, sia nel merito delle riforme attuate (per esempio quella del mercato del lavoro), credo che ciò che è stato fatto possa essere condiviso e difeso. Diverso è il discorso per quanto riguarda la gestione politica dell’alleanza; l’attuale stato di cose, così com’è non funziona. Litigi, patti non mantenuti, equilibri labili, hanno prodotto un lacerazione dei rapporti che ha annientato la forza propulsiva della coalizione. La situazione è difficile perché mentre l’azione amministrativa è stata buona, la gestione politica ha fatto acqua e si pone il problema di come modificare l’una senza danneggiare l’altra. A mio avviso la soluzione è il partito unico dei moderati. Nel solco del PPE. Un partito del 35%-40% dei voti, alternativo al blocco progressista, sul modello del Partito Popolare spagnolo di Aznar o della CDU tedesca della signora Merkel. Un partito così fatto scompaginerebbe l’attuale stato di cose e rigenererebbe l’azione politica del centrodestra dandole nuovo slancio e archiviando vecchi rancori.
La linea politica che stanno portando avanti i nostri leader nazionali non mi piace. Non mi piace per due motivi: il primo è la critica logorante ed estenuante alla leadership di Berlusconi, il secondo motivo è la fase in cui si procede a questa resa dei conti interna alla coalizione. Lascia, però Fabio, che ti spieghi nei dettagli il perché trovo queste azioni deleterie e controproducenti. Il primo motivo: la leadership. Non trovo giusto che se non si condivide il ruolo di Berlusconi si proceda in questo modo per cercare il ricambio. Vorrei piuttosto che fosse avanzata una candidatura alternativa alla luce del sole, se proprio lo si ritiene indispensabile, ma credo che la scelta migliore sarebbe quella che proprio il Presidente del Consiglio, che per cinque anni ha governato, si ripresentasse alle elezioni, in quanto ritengo moralmente giusto che siano i cittadini italiani a decidere se chi governa debba proseguire nell’incarico o debba andare a casa; i cittadini e non le segreterie dei partiti che da quei cittadini sono sempre più lontane. Il secondo motivo: la fase. Il momento ideale per richiedere a gran voce il cambio di rotta dell’alleanza era subito dopo le elezioni europee del 2004. Purtroppo finì con un rimpasto governativo in cui il nostro segretario diventava Vice-presidente del Consiglio e successivamente il Ministro dell’Economia usciva dal governo; una cosmesi governativa che non ha dato i frutti che volevamo perché la paura di andare troppo oltre quando potevamo permettercelo portò ad un risultato quale quello sopradescritto. Senza quei frutti desiderati e mai arrivati, le elezioni regionali del 2005 portarono ad una vera crisi di governo, dopo la quale Follini uscì dalla porta della vice presidenza senza accorgersi che dalla finestra vi stava (ri)entrando il nemico giurato Tremonti. Tutto questo per avere i Beni Culturali… e la linea politica di discontinuità col passato?
E il ritiro dei Ministri Udc? Perché stare in un governo, votare i provvedimenti in consiglio dei ministri, sostenerli e approvarli nelle aule parlamentari e poi arrivare a sette mesi dalle elezioni e dire che è tutto sbagliato e che così si perde? In questo momento o si sostiene fino in fondo ciò che si è fatto nei cinque anni passati o non vedo cosa altro si possa fare.

Per venire alla situazione della nostra provincia non mi sembra di ravvisare grandi differenze fra la mozione politica da te sottoscritta quale primo firmatario e le elaborazioni redatte dal Coordinamento Versiliese; le analisi mi sembrano simili, simile è la diagnosi sulla malattia di cui è affetta la Casa della Libertà, simili sono le idee di rilancio del partito, identici sono i valori di riferimento. Divergono le posizioni su un punto: la strategia politica d’insieme. Radicata all’interno della Casa delle Libertà e del centrodestra, per la proposta del Coordinamento Versiliese, più autonoma e filo-centrista secondo la mozione da te sottoscritta. Su questo punto, che non è da poco, credo che si debba svolgere il dibattito politico del nostro secondo congresso provinciale.
Le ragioni che prima ho sostenuto parlando della situazione nazionale credo possano riproporsi anche a livello locale e soprattutto provinciale. Ovvero in questa fase decisiva per il futuro degli assetti politici provinciali, non ritengo opportuno divisioni e guerre intestine al centrodestra, e se ci saranno non voglio che la responsabilità sia dell’Udc. Ritengo l’avversario primario l’Unione di centrosinistra e i vari gruppi d’interessi e poteri forti locali che la sponsorizzano, e ritengo che sulla base dei nostri valori e sul modo di intendere la vita pubblica l’Udc possa solo schierarsi compatta insieme a chi questo avversario lo contrasta da sempre.

È per questo carissimo Fabio, che mentre ritengo condivisibile il passo della mozione tua e di Paolo Razzuoli che recita: “in prospettiva delle prossime consultazioni elettorali per il governo della Provincia, coincidenti con le politiche, dovremo ricercare il consenso degli elettori con autonome nostre proposte in risposta ai problemi, presenti nella composita realta’ provinciale.” in quanto è sacrosanto incidere con proposte programmatiche autonome proprio in risposta ai problemi della gente, ma all’interno della coalizione di centrodestra. E per questo motivo mi trovo invece in completo disaccordo su ciò che è stato scritto nel documento del 31 agosto quando si dice: “Riteniamo opportuno che l’UDC apra subito un dialogo con tutte le realtà presenti in provincia e si proponga come punto di aggregazione per una autonoma posizione di centro aperta a chiunque sia disponibile” . Infatti trovo autolesionista proseguire su queste strade, non solo per le convinzioni che ho più volte sostenuto, ma anche perché non credo che soluzioni “terzopoliste” possano avere successo; credo infatti che oggi il bipolarismo sia entrato nella mentalità dei cittadini, non il bipolarismo che noi da dirigenti politici conosciamo con tutte le sue storture e contraddizioni, ma il bipolarismo inteso come divisione tra due proposte programmatiche alternative, che mirano a sviluppare la vita di tutti noi secondo dinamiche diverse.
Inoltre non ricordo nessun tentativo terzopolista andato a buon fine, e penso all’esperienza di D’Antoni con Democrazia Europea o al Patto per l’Italia di Segni e Martinazzoli nell’ormai lontano 1994. E anche a livello locale non ricordo candidature che abbiano raccolto fortuna quando si sono proposte all’infuori dei due poli maggiori (se si esclude l’esperienza del nostro amico Lorenzo Alessandrini che raccolse i 60% dei consensi quale candidato a Sindaco di Seravezza, contro Polo e Ulivo, ma era comunque una lista civica avulsa da logiche partitiche…).

Per tutte queste mie personali considerazioni ho ritenuto di firmare la mozione di proposta congressuale del Coordinamento della Versilia, anche se ritengo importantissime le considerazioni fatte da te e dagli altri nostri amici a cominciare da Paolo Razzuoli, le ritengo un impulso importante al dibattito congressuale e al dibattito politico in genere, e mi auguro che si possa trovare un’intesa tra le due mozioni, ragionando di politica seriamente e privilegiando le questioni che ci uniscono che sono sicuramente maggiori di quelle che ci dividono. Per quanto mi riguarda lavorerò per quello di cui sono capace per questo obbiettivo, con la speranza di unire tutte le risorse migliori di questo partito, per renderlo migliore, più vivace e mai più asservito a vecchie e obsolete logiche che niente possono più esprimere.

10 settembre 2005

Il Segretario UDC di Seravezza
Stefano Mussi

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