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Nato a Lucca il circolo “Italia di mezzo”

di Paolo Razzuoli e Andrea Bicocchi

Anche a Lucca e’ stato costituito il circolo “Italia di mezzo”: strumento di dibattito politico-culturale ispirato alla tradizione cattolico-liberal-democratica italiana ed Europea.

L’iniziativa, nata sulla spinta delle intuizioni politiche degli Onorevoli Follini e Tabacci, vuole essere una opportunita’ per riflettere attorno alle evidenti difficolta’ dell’attuale scenario politico nazionale, nella prospettiva di inaugurare una nuova stagione nella quale il governo del Paese possa essere afidato ad una classe dirigente coesa, decondizionata dal peso negativo delle estreme, capace di vivere a pieno lo spirito di un bipolarismo ”mite” e maturo, che pur nella dialettica anche aspra della politica sappia riconoscersi nelle regole del gioco e nei fondamentali interessi nazionali.
Una iniziativa che, ci auguriamo, possa trovare consensi in quella vastissima area che si riconosce attorno a questi valori, area maggioritaria a Lucca, se pur attualmente sparsa in varie formazioni politiche.

In questa prospettiva, il primo impegno sara’ quello per il”no” all’ormai prossimo referendum sulla proposta di riforma costituzionale, non certo dettato dalla mancanza di consapevolezza sulla necessita’ di adeguare la nostra Carta Costituzionale, bensi’ dal convincimento che tale azione potra’ essere utilmente affrontata con strumenti condivisi da un ampio panorama di forze politiche.

Dato che la somma di due errori difficilmente produce un risultato corretto, ci troviamo di fronte ad una costituzione che rischia di somigliare più ad una coperta patchwork che ad un disegno chiaro e illuminante su un’idea unificante e condivisa di stato. E il fatto è da ritenersi ancor più grave in quanto queste modifiche, fatte sia dal centro sinistra che dal centro destra, dimostrano che sul tema federalista esiste un’ampia convergenza tra i due schieramenti che, artificiosamente e per interessi miopi di parte, hanno rifiutato il confronto su questo tema.
Per questo motivo noi chiediamo ai partiti libertà di coscienza sul referendum in modo da liberare la discussione dalla camicia di forza dello scontro e dell’incomunicabilità tra centro destra e centro sinistra.

Il nostro “no” non vuole quindi in alcun modo confondersi con quello di coloro che vivono come un attacco alle istituzioni, qualsiasi modifica costituzionale. Al contrario, riteniamo che sia un passaggio necessario in vista di un impegno riformatore che dovra’ rappresentare il banco di prova di una ritrovata capacita’ della classe politica, nel suo assieme, di dialogo e di confronto, proprio a partire dai grandi temi istituzionali.

Lucca, 8 giugno 2006
Andrea Bicocchi – Paolo Razzuoli

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