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Parliamo dei veri problemi della gente:

solo cosi’ potremo rilanciare l’interesse e l’impegno per la politica

 

Di Antonio Rossetti

Il dibattito sul ruolo dei partiti, sulla loro presenza e forma, il contenuto dei programmi e le strategie di prospettiva, con riferimento ai valori, è utile se non si chiude in modo banale, come spesso accade per molti importanti argomenti, tra l'incomunicabilità dei sostenitori di posizioni diverse e nella liquidazione delle posizioni altrui senza nessun contenuto alternativo. Riprendere il confronto sui contenuti non significa trascurare le grandi prospettive, ma al contrario dare concretezza a queste, nel caso siano indicate.

Queste premesse sono necessarie per riportare , anche a livello locale, la discussione su argomenti che interessano le persone in quanto giovani, lavoratori e lavoratrici, imprenditori, professionisti, pensionati, disoccupati, le persone per la loro condizione, attività, valori. Mi pare di riscontrare una certa sufficienza, rispetto al tempo della mia lunga esperienza di sindacalista, eppure non sono trascorsi neppure 10 anni, nell’affrontare i temi del lavoro, delle condizioni sociali, della impresa reale, dello sviluppo.

Non voglio dire che di questo non si parla, ma nel parlarne non c'è convinzione, come se vi fosse rassegnazione, senza con questo generalizzare, e comunque è una mia opinione. La precarietà di molte posizioni di lavoro, il continuo passaggio da lavoro a disoccupazione, il lavoro irregolare, il tema dei prezzi e del potere di acquisto di salari e pensioni, la perdita di competitivita’ delle imprese e del Paese, così per molti altri temi, non vengono affrontati in modo da definirne obiettivi e strategie, pur con i limiti di condizioni legati alla dimensione locale, ma avviene per tutte le notizie, in pochi giorni passano dal clamore al silenzio.

Non si tratta certo di semplificare cose complesse, non intendo dire che 10 o 15 anni fa non c'erano difficoltà, ma il clima, o come si dice il contesto , sono meno attenti, o sensibili, distratti da altri temi, ribadisco che è una mia opinione.

Tutto questo porta allo stupore di chi non dovrebbe stupirsi, perché a conoscenza dei dati, della difficoltà nella quale si trovano molte imprese, piccole e medie, nella nostra provincia o al disorientamento di chi, leggendo quotidianamente le cronache locali con gli annunci di centinaia di offerte di lavoro, non riesce a capire come mai ci sono ancora disoccupati, di questo parlerò in altra occasione, per non dire del valore di acquisto di salari e pensioni.

Di recente l’INPS ha fornito dati che ci presentano un cambiamento strutturale della occupazione, che non riguarda ovviamente solo la nostra provincia, che inciderà fortemente sul futuro dei trattamenti previdenziali, oltre che sul presente in termini di incertezza e precarietà del lavoro. E’ possibile che vi sia una discussione che favorisca una maggiore comprensione della legislazione su questa materia per valutarne gli effetti ed eventualmente proporre nuove soluzioni? Il dato INPS è del marzo 2005. Senza scendere nei dettagli, pure interessanti, registra le posizioni acquisite a contribuzione art. 2 comma 6 Legge 8-8-1995, n.335:

2.130 Professionisti;

28.332 COLLABORATORI;

1.072 Professionisti Collaboratori

11.247 COMMITTENTI;

Totale 42.781.

Il totale degli iscritti all'INPS come dipendenti, in condizione di:

Operai, impiegati, dirigenti o in part-time, apprendisti, contratti di formazione, è di 72.567.

Le considerazioni e le valutazioni sui dati possono registrare posizioni più articolate, ma questo attiene al come porsi di fronte ad un argomento importante.

Occorre dare più forza al confronto tra le OO.SS, che sono i primi protagonisti e hanno presente la realtà perché la vivono quotidianamente, e gli altri soggetti proprio su questi temi, anche a livello locale, senza attendere che le soluzioni maturino con il tempo, accompagnando tutto questo con la valorizzazione e sostegno delle vere priorità senza lasciarsi travolgere da ciò che è effimero.

Lucca, 24 agosto 2005

Antonio Rossetti

Già segretario Generale Cisl

 

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