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Romano Prodi: gli equivoci di un progetto politico.

Di Attilio Biancalana.

L’on.le Romano Prodi rappresenta un equivoco che è causa di contrapposizione politica. Nel 1996, in campagna elettorale, promise un taglio graduale delle tasse ed una maggiore giustizia sociale. Proprio come oggi. Nella precedente legislatura si smentì presto emanando una manovra finanziaria complessiva per l’anno in corso di circa 100 mila miliardi di lire.

Ma è il suo progetto politico, ieri come oggi, ad alimentare la precarietà del fragile assetto politico italiano. Un progetto politico intransigente, dogmatico, incentrato sulla sua persona che ha come collante reale l’inimicizia contro l’on. Berlusconi. Come fondatore di nuovi partiti (i democratici in Italia ed una nuova formazione in Europa) ha avuto modesto seguito popolare. Ne ha avuto di più alle primarie che lo hanno indicato leader dell’Unione. Primarie organizzate, indirizzate e votate da altre ben più consistenti formazioni politiche.

Oggi è un leader declamato più che acclamato. Dice che non sarà condizionato dai numerosi partiti del centrosinistra (molti dei quali non hanno una cultura di governo). Al contrario li dovrà soddisfare, se ce la farà, in termini di potere e di contenuti.
Senza un forte consenso elettorale proprio, per governare, difficilmente riuscirà a difendere i principi che professa. In cambio chiede, nonostante le dure opposizioni all’interno dei medesimi, lo scioglimento e la fusione dei due partiti maggiori, Ds. e Margherita. Un progetto quello dell’on. Prodi, a mio avviso, teorico e, nei fatti, funzionale al socialismo italiano ed europeo. Molto meglio adoperare il buon senso che consiste nel mantenere ciò che di buono era stato fatto in passato e migliorare ciò che non risultava adeguato. Proprio come ha sempre sostenuto, in modo alternativo, il ministro Buttiglione.

Lucca, 7 aprile 2006
Biancalana Attilio
Presidente Comitato comunale Udc Lucca

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