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UNIONE DEI DEMOCRATICI CRISTIANI DI CENTRO

 

Secondo congresso provinciale di Lucca

 

Proposta di mozione congressuale.

 

Questo secondo congresso dell’UDC della provincia di Lucca è un appuntamento molto importante che ci consente di delineare in primis la futura linea politica che sarà seguita dalla nostra dirigenza locale.

E’ evidente innanzitutto che la nostra linea sarà strettamente connessa con le risultanze dell’ultimo congresso nazionale che ha inequivocabilmente sancito alcuni punti qualificanti:

la nostra identità quale partito moderato fondato sui principi e nel solco del Partito Popolare Europeo;

l’appartenenza alla coalizione di centro destra e ai suoi principi fondanti, legati alle tradizioni dei democratici moderati;

la volontà di rinvigorire la spinta propositiva e di cambiamento della coalizione di centro destra per superare le sue difficoltà allo scopo di tornare competitivi e vincenti;

Nella nostra provincia, in questi ultimi tempi, abbiamo dovuto registrare nei rapporti con i nostri alleati situazioni decisamente non all’altezza delle nostre aspettative. Molto spesso non sono state rispettati i principi della pari dignità e una mancanza di coordinamento nelle scelte più importanti che hanno coinvolto la guida di quelle amministrazioni nelle quali condividiamo l’onere e l’onore di governo.

Questo modus operandi deve cambiare. Deve cambiare soprattutto perché l’assenza di partecipazione, di coinvolgimento politico e di democraticità nelle scelte hanno progressivamente sfilacciato il nostro schieramento politico e hanno prodotto evidenti situazioni di sofferenza, sia nel nostro elettorato che in quello della coalizione.

Ai nostri alleati diciamo che per essere vincenti occorre un maggior confronto politico slegato da miopi e ciechi interessi di bottega. Occorre un nuovo slancio politico aperto alla situazione non facile in cui versa la nostra economia e la nostra società anche locale.

Nei prossimi anni la nostra dirigenza provinciale dovrà in tal senso farsi carico di scelte coraggiose che costringano tutte le forze politiche nostre alleate a rivedere le strategie finora portate avanti. Perché le scelte dovranno essere rivolte a risolvere i veri interessi dei cittadini, perché le scelte dovranno essere slegate da imposizioni dall’alto prive di ogni logica di legittimazione locale, perché le scelte dovranno essere ponderate al fine di accrescere ed allargare la Casa delle Libertà ed i suoi consensi elettorali.

Per quanto riguarda l’UDC, dobbiamo tornare a parlare ai cittadini, dobbiamo tornare a fare politica con la "P" maiuscola. Dobbiamo tornare a dialogare con la società e dobbiamo soprattutto tornare a privilegiare le scelte fondate sui nostri principi fondamentali che sono ancorati alla valorizzazione e al sostegno dell’uomo e della famiglia, alla concreta realizzazione di una società libera e solidale. Dobbiamo tornare a dare una speranza di equità sociale che rispetti in particolar modo coloro che, per tanti motivi, sono rimasti indietro e garantisca un fisco più equo combattendo l’evasione fiscale. Dobbiamo inoltre uscire da un relativismo etico e riaffermare principi fondamentali che si sono persi quali il senso del dovere, del sacrificio del lavoro, premiare il merito. Occorre dare una scossa al sistema e determinare un grandioso spostamento di risorse verso quella parte dell’economia e dell’organizzazione sociale che contiene più futuro: ricerca, innovazione, formazione.

Il nostro senso di appartenenza si deve quindi manifestare in un nuovo slancio ideale che riaffermi e concretamente realizzi i nostri valori qualificanti come la solidarietà, la partecipazione e la democraticità. Non può esistere una società giusta se gli uomini e le donne faranno prevalere i loro egoismi, non può esistere una società cosciente e matura se non innalzeremo la soglia della partecipazione e non ci apriremo al contributo di tutti, non può esistere una società equa se le scelte non saranno prese con il massimo senso di democraticità.

Solo in questo modo potremo assumere un ruolo trainante nella nostra società, solo in questo modo potremo instaurare un nuovo dialogo con tutti gli ambienti cattolici democratici.

A livello organizzativo, pertanto, occorrerà dare spazio ad un rinnovamento generazionale assistito dall’esperienza, occorrerà valorizzare la presenza dei giovani e del movimento femminile al fine di rendere le nostre scelte politiche più consapevoli, più condivise, più forti.

Occorrerà in particolare creare una dirigenza provinciale efficiente, collegata in modo costante con le singole realtà locali al fine di garantire un comportamento politico omogeneo e solidale e garantire una guida forte ed autorevole del nostro partito affinché si possano eliminare i vecchi egoismi e particolarismi che danneggiano sia il nostro partito che la nostra coalizione politica. In tal senso la dirigenza provinciale dovrà essere un punto di riferimento che renda unito il partito e sia specchio di assoluta coerenza e affidabilità nei confronti anche degli alleati.

Occorrerà in questo senso che i Palazzi delle istituzioni locali tornino a coinvolgere i cittadini e il nostro partito e la sua dirigenza costituiscano una cinghia di trasmissione delle esigenze, istanze, necessità che questi ultimi reclamano da parte degli apparati politici affinché cresca la partecipazione democratica. In tal senso è necessario riscoprire il valore di una legge elettorale proporzionale, magari con il vincolo di coalizione, sulla quale i partiti possano di nuovo incontrare i suoi elettori, riconoscerli, coltivarli e rispettarli. Una legge che consenta la regola fondamentale secondo cui i voti si contano e non si pesano.

Ci dobbiamo impegnare affinché il Partito nuovo dei moderati, una forza che stia nel solco del partito popolare europeo, possa nascere anche nella nostra realtà locale e dare una nuova speranza al nostro elettorato. Dobbiamo batterci perché la Casa comune dei moderati non sia solo un’operazione di facciata e sia formato, composto e diretto in modo democratico, pluralista e non liderista. Un partito non plebiscitario dove si voti e non si acclami, dove si discuta e dove la disputa avvenga dentro regole certe e garanzie, aperto al contributo e nell’interesse di tutti.

Questo progetto potrà essere realizzato solo se tutti noi sapremo mettere a disposizione il nostro impegno e la nostra volontà, nel rispetto degli altri e nel rispetto dei cittadini.

Primi firmatari: Pardini Pier Francesco – Da Prato Gino – Morgantini Maurizio – Mariani Marco – Lunardini Patrizia – Antonio Cima – Alessandro Lemmetti (seguono numerose firme di esponenti rappresentativi UDC della provincia di Lucca)

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