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Nell’incontro svoltosi mercoledì 24 maggio u.s. al Centro di Cittadinanza IL BUCANEVE a S.Maria a Colle è stato presentato un testo autobiografico (un diario) di Sandra Sabattini, una giovane riminese della Comunità Papa Giovanni XXIII proclamata beata nel 2021. All’incontro hanno partecipato i componenti di una casa famiglia della Comunità, che operano a servizio dei disabili. Il pubblico presente ha apprezzato l’iniziativa.

Il Diario di Sandra è edito dalla casa editrice Sempre di Rimini è può essere acquistato presso la libreria Ubik a Lucca.

Pubblichiamo una recensione del libro.

 

IL DIARIO DI SANDRA, UN LIBRO SEMPRE GIOVANE

 

di Fabiano D’Arrigo

 

Il Diario di Sandra è un testo lineare, scritto a mano, quasi di getto, su fogli di protocollo ed in agende scolastiche (i fogli verranno poi raccolti, sistemati cronologicamente e pubblicati nel 1985 da don Oreste Benzi), al quale vengono affidati prima i pensieri brevi e semplici di una bambina; poi le riflessioni intime e profonde di una ragazza impegnata nella società e nella Chiesa lungo tutto il percorso della vita.

Al di là dello spessore lirico di alcuni passi, il Diario appare un testo fresco, spontaneo, intriso di religiosità, aperto alle problematiche sociali. Un testo autenticamente giovanile, che riflette un intenso cammino di crescita interiore.

Per questo la lettura è particolarmente consigliata ad un pubblico giovanile.

Chi era Sandra Sabattini?

Sandra è "una di noi": era una ragazza riminese di quasi 23 anni (esattamente 22 anni e 9 mesi essendo nata il 19 agosto 1961 ed essendo morta -in seguito ad un incidente stradale- il 2 maggio 1984), impegnata nell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nel servizio verso i poveri, fidanzata, proclamata beata dalla Chiesa cattolica il 24 ottobre 2021 e la cui memoria liturgica ricorre il giorno 4 maggio.

Sandra Sabattini -come si afferma nell'esortazione apostolica Gaudete et exsultate al numero 7- è portatrice di una "santità della porta accanto", cioè della santità propria di "quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio": ovvero "la classe media della santità" secondo papa Francesco.

Infatti Sandra -dicono coloro che l'hanno conosciuta, specialmente don Oreste Benzi- viveva pienamente la vita, offrendo una testimonianza cristiana in tutte le occupazioni di ogni giorno là dove si trovava.

Sandra a 10 anni comincia a scrivere il suo Diario il giorno 24 gennaio 1972; il Diario si interrompe il 27 aprile 1984 due giorni prima dell'incidente.

Lungo un arco di 12 anni -importanti sono gli anni che vanno dal 1976 al 1984- con una soluzione di continuità vengono da Sandra affidate al Diario le annotazioni sulla vita familiare, sulle attività della Comunità Papa Giovanni, sugli amici, sullo studio scolastico; i ragionamenti sulle dinamiche sociali; nonché i pensieri sulla fede cristiana, sulla preghiera, su Dio.

Sono proprio questi ultimi a costituire il filo rosso che tiene insieme tutte le considerazioni, dando così un'unità al testo.

Ecco alcuni squarci sulla vita familiare di Sandra, sulle amicizie e sulla sua partecipazione alle attività della Comunità Papa Giovanni XXIII.

Nel maggio 1974, all'età di 12 anni, Sandra incontra don Benzi e la Comunità da lui fondata; a settembre partecipa ad una vacanza di condivisione con i disabili ad Alba di Canazei sulle Dolomiti; quando ritorna a casa dice alla mamma: "Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai".

A marzo 1977 scrive: "Gita a l'Aquila e Sulmona con la scuola. E' stata stupenda! Conosciuto N. S. e meglio Gabriele e l'Anna".

Ed ad agosto 1980: "Oggi pomeriggio sono andata in sede con la Robi e l'Antonella per preparare l'articolo per Sempre [la rivista della Comunità Papa Giovanni]. Poi sono andata a vedere le auto con babbo e mamma".

Ancora a settembre 1982 annota: "Oggi pomeriggio sono a casa. Andata sul windsurf a Cattolica con Lele. Stasera si festeggia il mio compleanno (motivo per radunarci): presenti oltre a noi quattro [i genitori, il fratello minore e lei], Guido [il fidanzato], zio, zia Rosa e don Nevio".

I riferimenti allo studio ed alle vicende sociali denotano in Sandra una sensibilità spiccata: denuncia tutte le ingiustizie presenti nella società consumistico-capitalista; ama la giustizia da attuarsi mediante il servizio verso gli ultimi; ritiene che lo studio sia un'occasione di emancipazione per lei e, attraverso di lei, per l'intera società.

Sandra nel maggio 1976 afferma che vuole studiare "con più zelo per poi portare la cultura... ai popoli sottosviluppati". Qualche mese prima scriveva: "Mi piacerebbe andare per un poco in Africa come missionaria".

All'interno della scuola, il liceo scientifico A. Einstein di Rimini, nell'ottobre 1978 lavora per una lista unitaria degli studenti, credendo nell' "unitarietà dei giovani" e nella compattezza per una vera rinascita sia fra gli studenti che con i professori.

Il pericolo, paventato dal Movimento Comunione e Liberazione, di perdere con una lista unitaria l'identità cristiana lo ritiene "molto sciocco". Per lei, infatti, "la propria identità di cristiani la si può mantenere anche in mezzo agli altri, anzi è stando con gli altri che cresce, matura". E ancora: "I cristiani non devono rimanere sempre da parte come una schiera eletta. Che senso ha vivere la propria vita di cristiani in mezzo a gente che la pensa, che vive come te? Non sono i cristiani che devono essere 'lievito' della 'pasta'"?

Questa lunga citazione denota una solida fede che deve diventare “fermento di trasformazione del mondo”, una maturità laicale ed un'apertura culturale non comuni in una giovane diciassettenne.

Sembra quasi che vengano anticipate le concezioni della Chiesa in uscita e della Chiesa come ospedale da campo, di cui parla papa Francesco.

Per Sandra la scelta della facoltà di medicina nel 1980 non è fine a sé stessa, ma "per giungere al fine, alla strada che Tu [il Signore] vuoi che io imbocchi": il servizio ai poveri in Italia o nel Terzo Mondo.

Fin dal dicembre 1976 Sandra è convinta che "la nostra è una società che fabbrica degli emarginati. C'è gente che conta e gente che non conta; è una società dalle strutture oppressive".

In uno scritto non datato si legge di "un mostro chiamato capitalismo" che crea "artificialmente le soddisfazioni dei bisogni col condizionamento". E ciò si ritorce contro l'uomo. 

Nell'agosto 1980 si accenna anche alla "strage di Bologna". Quella, appunto, compiuta alla stazione centrale sabato 2 agosto.

Tutto ciò secondo Sandra comporta "un mutamento radicale e non soltanto a livello strutturale, sia esso politico od economico, ma della cultura". Allora Sandra si mette in discussione, compie scelte radicali affinché si affermi un "nuovo progetto di civiltà".

Convinta, come già i Padri della Chiesa, che "il superfluo si misura dal bisogno degli altri" (aprile 1983), che "il di più si misura non in ciò che rimane a me, ma in ciò che manca all'altro" (settembre 1983), Sandra vive sobriamente senza curarsi né della moda, né del giudizio degli altri.

Essa va diritta allo scopo, al fine della vita che è "l'unione col Signore" servendo Cristo povero nei poveri.  E' il carisma della Comunità Papa Giovanni XXIII, che Sandra gradualmente accoglie e vive nella preghiera di lode e di ringraziamento e nel servizio disinteressato.

Partecipando alle attività formativo-spirituali della Comunità, curando la direzione spirituale, lavorando a favore dei tossicodipendenti e degli handicappati, Sandra matura una personalità cristiana aliena dal proselitismo e rispettosa verso tutti.

"Io sento che non posso obbligare gli altri a pensarla come me, non posso ridurli al mio modo di pensare, anche se credo che esso sia giusto. Posso solo far conoscere loro la mia gioia, saranno poi loro a scegliere, a pensare con la propria mente". Così scrive Sandra nell'ottobre 1977.

"Grazie Signore", "Signore ti ringrazio", "Perdonami Signore" sono gli incipit di molte riflessioni che diventano preghiere a Dio, veri e propri dialoghi con Lui allo scopo di discernere la sua volontà e chiedere la forza per obbedire al Padre.

"E la sua volontate è nostra pace" scrive Dante nel canto III del Paradiso; ebbene Sandra è consapevole che facendo la volontà di Dio, non la propria (la libertà cristiana è l'obbedienza Dio), si supera la paura e si trova la pace.

Nel Diario resta in ombra il rapporto di fidanzamento tra Sandra e Guido Rossi. Ne parleranno altri, evidenziandone le peculiarità: il rispetto reciproco, la preghiera ricercata più da Sandra che da Guido, l'apertura agli altri.

Don Oreste Benzi nella prefazione alla prima edizione scrive che l'animo di Sandra era "profondo e semplice, contemplativo e razionale". Ancora che "Sandra viveva tesa verso l'infinito, la luce, il mistero, l'amore, Dio". E condivideva la vita degli ultimi.

Veramente quella di Sandra Sabattini è stata una vita "teo-antropocentrica": Dio e l'uomo al centro insieme.

A giugno 2023 uscirà la quarta edizione de Il Diario di Sandra con una nuova prefazione del vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi, che papa Francesco nella bolla di nomina del novembre 2022 ha affidato in maniera particolare alla giovane Sandra: la longevità del libro si coniuga, per così dire, con una giovinezza della Chiesa.

                                                             

Lucca, 25 maggio 2023

 

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