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Quarantacinque anni fa l’assassinio di Aldo Moro

di Paolo Lambertini - Sindaco della Città di Cairo Montenotte

“La Repubblica riconosce il 9 maggio, anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, quale ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice“. (L. 4 maggio 2007 n. 56, art. 1, 1° comma).

Sono trascorsi 45 anni da quella pagina drammatica della storia repubblicana che ebbe un impatto profondo sulla politica italiana e ancor oggi rappresenta uno fra i momenti più dolorosi della storia del nostro Paese, quando i terroristi delle brigate rosse rapirono Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, assassinando ferocemente i cinque componenti della sua scorta.

Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino sacrificarono la propria vita per proteggere lo statista democristiano, poi barbaramente ucciso il 9 maggio di quello stesso anno.

Il Paese ha dovuto affrontare in quell’epoca, stragi, attentati, morti inferte per mano di chi aveva deciso che le proprie idee politiche dovessero affermarsi anche attraverso l’uso della violenza.

Il terrorismo, nelle sue diverse forme, ha sempre come fondamento la paura che diventa il motore delle azioni, delle scelte, dell’agire di persone, influenzate da assurdi e terribili condizionamenti di varia natura. Dobbiamo invece partire dai drammatici eventi della storia passata e purtroppo anche contemporanea, per ritrovare i valori fondamentali del rispetto, della verità e dell’onestà.

E’ rivolto in particolare ai giovani questo incoraggiamento, tratto dall’ultimo discorso politico di Aldo Moro ai gruppi parlamentari riuniti di Camera e Senato, il 28 febbraio 1978, pochi giorni prima della strage di via Fani e del suo rapimento: “Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà".

  

9 Maggio 2023

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