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commento al paragrafo I limiti della tesi maggioritaria del saggio di Giuseppe Savagnone Dal miraggio della pace al finto ordine creato dalla guerra 

 

di Maurizio Grassini

 

Giuseppe Savagnone nel saggio Dal miraggio della pace al finto ordine creato dalla guerra dedica molta attenzione alle mancate promesse fatte dall’occidente alla Russia a proposito di impegni presi per stabilire un “ordine” per giungere a una pace duratura nel teatro europeo. Le mancate promesse sono chiaramente rappresentate dall’estensione della NATO fino ai confini della Russia. Tale allargamento viene letto come una sorta di  accerchiamento minaccioso all’indipendenza russa. Dice, infatti, Savagnone: “Basta guardare la carta dell'Europa orientale per rendersi conto che quello che si è verificato è un accerchiamento della Russia da parte dell'America e dei suoi alleati”.

Ma questa carta non ci racconta il passato. Non ci ricorda che Whiston Churchill a Fulton pronunciò: “ … From Stettin in the Baltic to Trieste in the Adriatic, an iron curtain has descended across the Continent..”  Ci chiedemmo allora: “chi è rimasto di là? Cosa sarà di loro?” L’Europa fu divisa e legami politici e culturali furono sottoposti a un lento sfinimento. Le distanze si dilatarono. I paesi che caddero nell’area di influenza sovietica furono abbandonati a loro stessi e scrissero un capitolo di storia noto come il Western Betrayal, il Tradimento dell’Occidente. Merita ricordare l’esercito polacco che combatté sul fronte occidentale (lo ricordiamo sempre nella battaglia di Monte Cassino) e poi, con gli accordi di Yalta, scaraventato nell’area di influenza sovietica. E i Paesi Baltici invasi ben due volte dalle truppe sovietiche e declassati poi a semplici Repubbliche sovietiche.

Con il crollo dell’Unione Sovietica i paesi al di là della cortina di ferro riacquistarono la totale padronanza del proprio futuro. Merita ricordare il gruppo di Visegrad. Tre (ora quattro) paesi del Patto di Varsavia, subito dopo il crollo del muro di Berlino, si riunirono per chiedere l’adesione immediata all’Unione Europea prendendo questa di sorpresa, impreparata a fronteggiare tale tipo di inattesa richiesta. Seguirono poi Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Slovenia, Romania e Bulgaria. Ma solo 14 anni dopo questi paesi divennero membri della EU, perché 14 anni furono necessari per uniformarsi ai fondamenti e strutture istituzionali del mondo libero. Si trattò sicuramente di un allargamento; non certo di un’invasione e tantomeno di un blitz.

Poi questi paesi dell’Europa orientale ormai liberi dalla sorveglianza sovietica hanno deciso di pensare anche alla propria sicurezza. Così arriva la NATO. Questa adesione viene spesso raccontata come un’invasione non tanto della NATO quanto dei soli Stati Uniti con la distratta accondiscendenza dei paesi confinanti con la Russia. E tutto questo ignorando quanto sancito nel Trattato di Helsinky (1975) che stabilisce che ogni Stato sovrano è libero di scegliere i propri alleati.

 

Lucca, 2 maggio 2023

 

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