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Il polso del lavoro - L’occupazione cresce tra i giovani, ma non sono contratti stabili

di Lidia Baratta

Il 2023 era cominciato con il crollo dei posti di lavoro tra i più giovani. A febbraio però, secondo gli ultimi dati Istat, sono soprattutto gli under 35 a recuperare terreno con settantottomila posti di lavoro in più. Anche se si tratta, di fatto, solo di nuove partite Iva. Vere o finte che siano. E a perdere terreno sono ancora le donne, con un calo di quarantaquattromila occupate. Mentre gli uomini crescono di cinquantaquattromila unità. Il mercato del lavoro si muove così tra alti e bassi, in bilico tra calo demografico e posti vacanti che non riusciamo a coprire, restando più o meno stabile nei numeri. Ma facendo sentire ancora una volta gli effetti della crisi su giovani e donne.

A febbraio 2023, il numero di occupati e` rimasto più o meno stabile rispetto al mese di gennaio, con un lieve aumento di diecimila unità, mantenendosi superiore alla soglia di ventitré milioni e trecentomila. Il tasso di disoccupazione, cioè il numero di persone in cerca di un impiego sul totale della forza lavoro, è stabile all’otto per cento, quello giovanile scende al 22,4 per cento (-0,4 punti). In crescita invece il tasso di occupazione, che sale al 60,8 per cento.

L’occupazione in crescita è dunque trainata dai giovani, con l’aumento più marcato tra i 25 e i 34 anni, cioè nella fascia di ingresso nel mercato, dove si contano sessantunomila posti di lavoro in più. Mentre tra i quindici e i ventiquattro anni si registra una crescita di diciassettemila posti di lavoro. A picco la fascia d’età 35-49 anni, con novantacinquemila posti in meno, per effetto della dinamica demografica negativa. Tra gli over 50, si contano ventisettemila occupati in più.

Quanto ai contratti, si riducono di poco i contratti subordinati, con un calo di quelli a tempo indeterminato (mille in meno) e determinato (quattromila in meno). Mentre aumentano gli autonomi di 16mila unità. È tra questa popolazione lavorativa, quindi, che si anniderebbe la crescita mensile dell’occupazione giovanile. Nonostante a febbraio l’Inps abbia registrato un calo del 2,2 per cento delle ore di cassa integrazione autorizzate.

Su base annua, al netto della componente demografica, tutte le classi di eta` registrano l’aumento del tasso di occupazione e la diminuzione di quelli di disoccupazione e di inattivita`. Fatta eccezione per i 35-49enni, tra i quali la disoccupazione e` in aumento.

E se a gennaio l’occupazione femminile correva più di quella maschile, a febbraio lo scenario si ribalta. Tra gli uomini si contano 54mila occupati in più, con un calo degli inattivi di 63mila unità e 12mila disoccupati in più. Tra le donne invece ci sono 44mila posti di lavoro in meno, 24mila disoccupate in meno, ma si conta un preoccupante aumento delle inattive di 63mila unità. Rispetto a febbraio 2022, gli occupati uomini sono cresciuti di 221mila unità e le donne di 131mila.

In un anno, rispetto a febbraio 2022, si contano in totale 352mila posti di lavoro in più: i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti di 515mila unità, quelli a termine invece sono 143mila in meno. Come fa notare Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt, cambia la composizione del mercato con una inversione di tendenza rispetto al trend degli ultimi anni: gli occupati permanenti sono cresciuti dall’82,6 all’83,8 per cento del totale, quelli temporanei sono diminuiti dal 17,4 al 16,2 per cento.

(da www.linchiesta.it - 30 marzo 2023)

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