di Antonio Rossetti
Ho letto alcuni interventi riguardanti le consultazioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021, tra questi l'articolo di Mario Lavia, ne condivido gli argomenti circa il clima politico e l'approfondimento su alcune tematiche territoriali, che pur legate alla dimensione nazionale ed europea, sono presenti nei programmi di candidature a sindaco o consigliere comunale.
L'attenzione per il voto amministrativo non significa trascurare i grandi e complessi problemi che il nostro Paese deve affrontare:
La pandemia da Covid 19 e ciò che è strettamente collegato, le vicende dell'economia, del lavoro e dell'occupazione, i grandi interventi sui capitoli del piano PNRR, la sicurezza e la giustizia, l'ambiente e il territorio, le riforme delle quali l'Italia ha bisogno da tempo, le politiche sociali e la risposta ai bisogni fondamentali, i servizi e l'innovazione, così come per altri argomenti non si esauriscono nell'attività di Governo e regioni, ma richiedono attenzione costante nelle realtà i stretto rapporto con le attività di Governo e Parlamento.
L'attività del Parlamento e del Governo in carica sarà occasione di riflessione, dopo il voto amministrativo di ottobre, sulla base degli atti prodotti, in primo luogo dal Parlamento.
Per questa ragione la “politica” territoriale deve considerare il quadro generale ed essere attenta e scegliere programmi in base a criteri di valutazione oggettivamente utili alla comunità interessata.
Dire che competenza ed esperienza, insieme a impegno e capacità di trasformare i bisogni in proposte concrete, nell'interesse dei cittadini e del territorio, rischia di essere inteso come “un dire” generico, ma chi è chiamato a scegliere lo può fare senza tradire il suo credo politico sostenendo persone di provata onestà intellettuale, di serietà morale e rispettosa delle altre opinioni e proposte. Questo non è affatto essere senza concretezza.
Se ci saranno risultati articolati e diversi dalla precedente consultazione sarà per la scelta degli elettori e non dei sondaggi che, spesso, sono funzionali alla propaganda del committente.
Tuttavia in questo clima, apparentemente distaccato , sono presenti argomenti e tensioni particolari.
Rispetto a questa prima parte vorrei sottolineare la situazione dell'elezione senatoriale nel seggio di Siena. Il seggio è ovviamente “politico” di partito o coalizione, tuttavia resta difficile da comprendere, se non per calcolo particolare, il non utilizzo del simbolo del Pd da parte del segretario nazionale di quel Partito, quasi si trattasse di voto nei comuni con turno unico, dove si ricorre, molto spesso, a simboli locali, detti spesso, civici.
Non credo avesse bisogno di questo espediente, ma se ha fatto questa scelta avrà le sue ragioni, anche se nessuno trascurerà che sia segretario Pd.
L'altro argomento riguarda il sistema di conteggio nei voti e l'idea di maggioranza
L'ex Presidente del Consiglio, ora segretario del Movimento 5 stelle, attribuisce al 2% di Italia Viva la responsabilità della sua caduta e al tempo stesso l'incarico e la fiducia al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Chi ricorda cosa si intendeva per “maggioranza bulgara”, si stupirà pensando che questa era tale con il voto tra il 90 o 99 per cento.
Qualcuno potrebbe spiegare all'ex presidente che il 2%, senza altri voti che consentano di raggiungere un numero di votanti almeno oltre la maggioranza assoluta, non è sufficiente a sfiduciare il Governo?
Si può capire il dispiacere di essere sfiduciato, ma il problema non era nel 2%, ma in quel 98% che, in gran parte, ha condiviso il percorso che ha determinato la sua caduta. Senza questi altri voti ( molti più del 2%) il presidente non veniva sfiduciato.
Se pensa come conveniente insistere nel cercare il nemico nel 2% è improbabile un ritorno alla presidenza del consiglio, comunque è una scelta rispettabile se resta nei limiti del confronto politico.
Ritornando al voto amministrativo, a livello dei grandi comuni e delle piccole realtà, sarà importante capire se l'astensionismo e la distanza tra eletti ed elettori si sta riducendo.
Dire che non è facile governare, anche una amministrazione comunale è dire cosa ovvia, ma si possono valutare elementi nuovi circa la credibilità del Paese in campo internazionale e una sensibile ripresa in economia e per il lavoro, nonostante il permanere di difficoltà in larghe aree del paese, per molte famiglie e singole persone.
Le elezioni amministrative non sono quindi meno importanti di altre ed è corretto che siano centrali le attenzioni sul territorio e per le persone. Per migliorare la credibilità delle istituzioni e per l'attuazione dei programmi occorre un continuo impegno e grande concretezza operativa, a tutti i livelli.
E' sempre utile ricordarlo, spesso appare molto distante dalla realtà.
Che il voto delle grandi città venga letto anche in dimensione nazionale è scontato, ma è importante che prevalga la scelta degli elettori per i loro governi locali, per le dispute nazionali, per i distinguo sulle scelte, per la presidenza della Repubblica e per maggioranze di governo il tempo opportuno non mancherà.
Draghi e lucertole - La possibile débâcle sovranista potrebbe rafforzare il governo (e Forza Italia)
di Mario Lavia
Lucca, 18 settembre 2021