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Ed ora un tocco di leggerezza con la satira di L.M.L.
Una satira tuttavia - come ormai ben sappiamo - mai banale, ma che con il suo tratto leggero ed anche un po' dissacrante ci propone uno spaccato senza veli dei luoghi comuni e delle contraddizioni del tempo che viviamo.
Buona lettura...

Paolo Razzuoli

50 SFUMATURE DI PILE

 

Di L.M.L.

 

Innanzitutto una precisazione: il PILE del titolo indica un materiale tessile di composizione preoccupante, ma che tanto confortevole tepore ci dona nei mesi invernali.

  In tempi di Covid tuttora imperante e conseguente coprifuoco in corso, con parte ragguardevole della popolazione italica (e non solo) in quarantena, l’abbigliamento ambisesso più ricorrente è stato ed è il pigiamone di pile (o tutona), con annesso corredo di ciabatte di feltro, giacche da camera e vestaglie, sempre del medesimo materiale. Alle 22, non ci sono santi: tutti a casa, magari condividendo il divano ed i programmi con il partner,  oppure ciascuno con propri televisore e telecomando per cercare di tirare un po’ più tardi e trovare un orario decente per dormire; i figli chiusi nelle rispettive camere a “ciattare” o in dolce compagnia del/la fidanzatino/a di turno, perché i genitori sono moderni e prestano perfino il lettone per farli operare con maggiore comodità

Preso atto di tale desolante realtà, cerchiamo di analizzare più a fondo pensieri, sentimenti, sensazioni e, perché no?, desideri nascosti di quelli che, per ora, costituiscono i generi dell’umanità: donne e uomini  in situazione di semi abbrutimento, che , grazie a certi programmi televisivi, può però suscitare inconfessati brividi similerotici nella parte più privata della mente.

Per maggiore chiarezza: quante signore intabarrate nella vestaglia di pile a disegni floreali non hanno sospirato guardando la serie di Netflix sui quei marcantoni dei Bridgerton? Confesso , e senza pentimento, di aver letto i relativi romanzi durante il mese di totale isolamento causa covid, e…’azz! ( gli anglofoni avrebbero detto WOW, ma io prediligo l’efficace  pregnanza della lingua del Sì). Tornando alle signore di cui sopra, le immagino mentre gettano  uno sguardo sconsolato al coniuge sbracato sul divano dell’altra stanza che, a sua volta impigiamato con aggiunta di calzino natalizio rosso e verde e ciabatte dell’Ikea ( vendono anche quelle, scomodissime), sta guardando un programma sportivo e  sbavando sulle “esperte” in minigonna ascellare che dovrebbero dire la loro su strategie di gioco, formazioni, risultati, ma in realtà esauriscono il proprio compitino  senza avere la minima contezza di ciò di cui stanno parlando,  ottenendo comunque  il risultato di tenere incollati allo schermo spettatori rapiti più dal loro decoltè che dalle strategie di Conte (Antonio, non Giuseppe).

Per fortuna o per disgrazia o per disgraziata fortuna, ogni tanto la pubblicità interrompe i programmi e i coniugi ne possono approfittare: per scambiarsi due parole? NO! Per ciabattare verso il frigorifero e rifornirsi di generi di conforto variamente declinati: la signora abbranca un triste yogurt (per cominciare), il signore birretta da accompagnare al pacco di patatine provvidamente a portata di mano.

Allo yogurt (magro) però, complice anche quel bendiddio che la serie televisiva di cui sopra espone, segue un certo malessere, un senso di insoddisfazione ( ampliato dal paragone con l’immagine del marito con barba lunga e spettinato che si sta strafogando) che esige una immediata terapia d’urto: nel giro di un quarto d’ora, la vestaglia di pile diventa un campo di semina di briciole, schizzi di pomodoro ( per le più trasgressive, di ketchup), macchie d’ unto, frammenti di pancetta (per le più colte, bacon). Il tutto condito da fieri rimorsi ed altrettanto fieri propositi di diete ipocaloriche ed esercizi ginnici (per le più trendy, pilates) a partire dall’indomani.

Intanto, però, urge un cambio di vestiario: non si può andare a letto impataccate come lattanti: hai visto mai che ai coniugi, lievemente accaldati dal pile e vieppiù dalla visione del “programma sportivo”, venga qualche ormai inconsueta tentazione! Ma niente paura: il guardaroba risalente alla  campagna anti covid del 2020 può essere richiamato in servizio con il suo immarcescibile corredo di pile più o meno pesante, più o meno micro, più o meno caldo, più o meno  colorato: altro che 50 sfumature!

Il problema, semmai, è dei poveracci che, con gli occhi ancora pieni di glutei e seni imperiosamente giovani (benchè, spesso, comunque rifatti) delle analfabete docenti di calcio (e, spesso, portatrici di uno spettro più ampio di analfabetismo) si ritrovano accanto una informe massa di pile: per par condicio, le povere mogli si devono sobbarcare la visione di uomini di Neanderthal dopo aver assistito agli incontri molto ravvicinati del bel duca di Hastigs e Daphne Bridgerton su: divani, panchine, terrazzi, giardini, rami sporgenti, carrozze, vestiboli e a volte finanche  letti!

 

Lucca, 21 marzo 2021

 

 

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