di Antonio Rossetti
Gli argomenti che sono stati affrontati durante questa fase molto complessa della politica, in Italia, evidenziano molte contraddizioni, almeno rispetto alle esperienze degli ultimi decenni. In altre situazioni non sono mancati comportamenti discutibili e talvolta inaccettabili, oggi si dice che i tempi cambiano e molte delle azioni e dei comportamenti attuali diventano tollerati, quasi fosse normale ciò che veniva deplorato solo qualche anno fa.
Nessuno si meraviglia dei cambi di “casacca” anche se la storia politica ne presenta molti con situazioni e motivazioni diverse.
Possono certo stupire “il mercato” o l’assunzione di comportamenti e/o provvedimenti peraltro in Italia già praticati in un passato più o meno recente. Saranno praticati anche in questa circostanza ?
Non c'è dubbio che la”pandemia” abbia un peso enorme anche nella politica. Di fronte alle centinaia di decessi giornalieri, ai quali si rischia una sorta di abitudine che non ci fa pensare alle persone che ci lasciano, mentre appare più evidente l'elemento statistico, oggi un po meglio o un po' peggio di ieri.
In questo clima sembra quasi impossibile affrontare errori e “faccende” : dalle mascherine e le truffe, i camici di Milano, le rotelle ai banchi nelle scuole, le siringhe costose e sbagliate, ora anche la storia dei vaccini e tanto altro, vi sia no accertamenti corretti e, laddove vi siano stati comportamenti meritevoli di condanna, se dimostrati, vi siano provvedimenti esemplari.
Anche chi pone dubbi e chiede chiarezza lo fa, almeno io penso, perché vuole di più e di meglio per evitare il crescere dei contagi e la perdita di vite umane.
La speranza, si dice, sta nel vaccino, speriamo che sia così nonostante le variazioni che si annunciano da alcuni giorni. Sarebbe un bene per tutti. Il programma di vaccinazioni dovrà trovare condizioni e organizzazione adeguate e senza ritardi, i primi segnali non aiutano. .
Con la crisi in atto a livello di Governo e con la pandemia sempre diffusa, oltre alle limitazioni delle quali si discute per gli effetti sul piano economico e sulle relazioni sociali, si inserisce la discussione sul voto sì o no, ovviamente sempre a causa della pandemia.
Premesso che condivido la regola del completamento del mandato elettorale, salvo casi di impossibilità manifesta, sia a livello nazionale che territoriale, considero la posizione di chi dice non si può votare perché c'è la pandemia una forzatura incomprensibile.
Infatti si è votato in Italia, pochi mesi fa, si vota in altri Paesi sia in Europa che nel mondo, e nei prossimi mesi si voterà in Italia in grandi comuni, tra questi Roma, Milano, Bologna, ed altri capoluoghi di provincia, in totale 20, in Calabria per le Regionali.
Salvo cambiamenti prossimi si rinnoveranno i consigli comunali in scadenza.
Per sostenere il non voto, e quindi un nuovo governo, Conte ter, o altro, ci sono motivazioni politiche più o meno di parte, provenienti dagli attuali Parlamentari che, ovviamente, chiedono di restare, e si muovono per restare, sia da parte di coloro che sperano nei sondaggi per poter vincere e possibilmente governare.
Ci sono ragioni politiche per evitare interruzioni e ritardi, ma sono legate agli obiettivi ed alle riforme per il Paese e per i cittadini, su questo dovrebbe spostarsi l'attenzione e non sul calcolo di convenienze di singoli o di gruppi, per stabilire quando votare, fra le altre cose non tutto dipende dalla loro volontà.
Comunque l'argomento non dovrebbe essere il non voto a causa della pandemia, ma se esiste o no la capacità di dimostrare volontà, impegno, concretezza per realizzare i progetti necessari per il Paese.
In sostanza se c'è una maggioranza in grado di governare fino al 2023, lo faccia, se lo farà bene avrà il riscontro dell'elettorato, se non è nelle condizioni può tentare di rinviare il voto, salvando le posizioni di molti che non saranno rieletti, anche per effetto della legge su camera e senato, con riduzione dei parlamentari, ma il voto ci sarà e terrà conto di tutto.
Lucca, 23 gennaio 2021