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Commento introduttivo

Ad oggi - a poco più di un mese dalla data fissata - nessuno può dire come si svolgerà il prossimo esame di Stato conclusivo del secondo ciclo della nostra scuola.

Il ministro Azzolina si è prodotta, come delresto più in genere il nostro governo, in una infinita serie di annunci in cui ha detto tutto ed il contrario di tutto. Una sovraesposizione mediatica vuota ed inconcludente che, oltre ad attestare il totale vuoto di idee e strategie, sta disorientando tutti: dirigenti, docenti, studenti, famiglie, ed ogni altro soggetto coinvolto nella messa a punto di azioni riconducibili a questo importante adempimento.     

  Nessuno ovviamente sottovaluta la difficoltà del momento. Ma è difficile immaginare un livello più basso (è proprio vero che al peggio non c'è mai fine) nella qualità di gestione di un ministero tanto importante per la vita del Paese. Sì, uno dei più importanti poiché, al di là della considerazione che ciascuno può avere della scuola per la sua dimensione pedagogico-culturale (purtroppo generalmente assai scarsa), nessuno potrà negare le implicazioni pratiche che tale servizio ha sulla vita di moltissime famiglie: implicazioni alle quali sì, generalmente si è invece molto sensibili.

  Ci troviamo di fronte ad un ministro totalmente disarmato rispetto alle sfide che deve gestire, affetto dal virus dell'annuncite, mentre la complessità del momento richiederebbe poche chiacchiere, ed una condotta chiara e concreta, espressa tramite atti amministrativi adeguatamente ponderati, concordati nelle sedi opportune, tanto tecniche quanto politiche.

  Tanto per esemplificare, l'ANP (associazione di dirigenti scolastici) in un incontro con il ministro Azzolina ha fatto presente  le proprie perplessità circa l’opportunità, in correlazione ai rischi, di far svolgere l’esame in presenza: questo perché ritiene che

il tempo a disposizione per definire il protocollo e, soprattutto, per attuarlo sia esiguo rispetto al fine prioritario della tutela della salute collettiva.

L'anp ha poi sottolineato che, per quanto concerne le scuole, l’effettiva praticabilità del distanziamento sociale dipende soprattutto dall’estensione

degli spazi disponibili, problema che non si può certo risolvere in tempi brevi.

  Tralasciando l'ANP, direi che nelle aule scolastiche, per quanto le conosco, la commissione ed il candidato dovrebbero entrarci, garantendo il necessario distanziamento fisico.

Ma sono pronto a scommettere che, fra una interdizione e l'altra, andrà a finire che l'esame si farà online.

Sarò ben lieto di sbagliarmi!   

     In attesa dell'ordinanza ma sulla base dei numerosi annunci del ministro, non resta che dar spazio alla fantasia ed all'ironia. Fare due risate può far bene, in questo momento di depressione strisciante. Ma sotto il mantello del divertissement si cela l'amara consapevolezza del decadimento del nostro sistema scolastico, iniziato vari decenni fa, quindi deltutto indipendente dall'attuale emergenza, anche se essa ne fa emergere tutto l'armamentario più trito.

 

  Un caloroso ringraziamento a L.M.L. che, ancora una volta e con straordinaria maestria, ci fa vedere come "Arlecchino può dire la verità burlando"!

Paolo Razzuoli

 

 

LA MATURITA’ NELL’ANNO DI (DIS)GRAZIA 2020

 

Di L.M.L.

 

Gli esami di maturità di questo disgraziato anno bisesto si svolgeranno, forse, in presenza, vale a dire: ciascun alunno sosterrà la prova (1, di non più di un’ora, rigorosamente orale, rigorosamente concordata nei tempi, nei modi e negli argomenti) davanti alla Commissione (6 docenti, interni, più un presidente, esterno, forse per dare una parvenza di serietà a ciò che tutto è fuorchè serio).

MA…: vorranno o potranno i “poveri giovini” sottoporsi al periglioso trasbordo dalla propria abitazione alla scuola, vista la preoccupante persistenza della pandemia? Ed i poveri docenti anziani (ora sono vecchi a partire dai 55 anni, per rimanere in servizio sono reputati giovani ed esuberanti fino a 67)  sopravviveranno al cimento? Non sarebbe meglio, si chiede con forza da più parti, far sostenere la prova (1, di non più di un’ora ecc...ecc…) ciascuno dal salotto di casa propria?

In effetti, il confortante contesto domestico con l’intervento di genitrici amorevoli (nel caso dei candidati) che ogni quarto d’ora abbiano la facoltà di interrompere i “lavori” per provvedere i rispettivi frugoli di generi di conforto (spaziando dal fumo alle tisane di passiflora ai panini con mortadella vegana) pare essere la soluzione più auspicabile, considerata la situazione di stress che i suddetti pargoli hanno dovuto affrontare: pensiamo ai quasi 3 mesi di lezioni a domicilio, senza praticamente verifiche, con la promozione  garantita per legge, col deretano poggiato tra le trine morbide dell’ alcova o del sofà: chi non ne uscirebbe pazzo o, nella migliore delle ipotesi, bisognoso di supporto psicologico? Ormai anche un attacco transitorio di diarrea necessita dell’illuminato parere o sostegno dello psicologo.

Vada come vada, l’esame si farà e dal Ministero si sottolinea con asfissiante frequenza che sarà serio e rigoroso; intanto, se a qualche studente cervellone ammesso con 60 punti di credito venisse in mente di non presentarsi alla prova sarebbe già promosso o no? Perché il punteggio minimo per essere dichiarati maturi è appunto 60/100: e mo’? sarebbe stato troppo complesso stabilire una scala di valutazione più decente o, per dirla tutta, meno ridicola?

Comunque, proviamo ad immaginare uno dei colloqui, in modo scherzoso certo, ma con la consapevolezza che spesso, e per ciò che riguarda il mondo della scuola sempre, la realtà supera di gran lunga la fantasia!

 

P: presidente di commissione; D 1: docente “tradizionale ( di quelli che, secondo il MIUR ed altre illuminate fonti, prima si levano dalle palle e meglio è) ; D 2: docente avanguardista (sacerdote dei sacri riti delle competenze, che però non sa cosa siano); C: candidato

D1: dunque, esponi l’argomento concordato  entro il 31 maggio sulle materie di indirizzo

C: questo non lo ricordo bene, posso cominciare con l’analisi del testo di Italiano?

D 1: bene, prima terzina del primo canto del Paradiso, leggi e commenta

C: ma proprio Dante? E’ difficile!

D 1: allora, sapresti dire in quale periodo è vissuto Dante?

C: tipo, qualche secolo fa?

P: collega, ti ricordo che il Medio Evo non rientra nel programma di quinta

C: ah sì, nel Medio Evo

D 1:  Medio evo è un po’ generico, alto o basso?

C: chi, Dante? Questo come possiamo saperlo?

P: hai ragione caro. Collega, un po’ meno puntuali queste domande, le ricordo che al candidato viene richiesta soprattutto prova di intuizione, creatività; lasciamo perdere il vetusto nozionismo dalle cui pastoie intere schiere di giovani docenti stanno tentando di liberare la scuola italiana!

D 1: quali giovani docenti, quelli che per aver prestato 3 anni di servizio si definiscono precari storici e, con il plauso di parecchi sindacati, entreranno di ruolo per grazia divina e senza il superamento di uno straccio  di concorso?

P: bando alle polemiche e continuiamo; sono già passati 40 minuti e mi sembra che il candidato se la stia cavando egregiamente

D 1: ma se ha aperto bocca solo per sostenere di non sapere cosa gli è stato chiesto!

C: e, cioè, non ho dimostrato di sapermi difendere?

D 1: no! Passiamo al settore  PCTO, cosa indica questa sigla? Hai presentato un elaborato in cui dichiari di aver seguito 2 percorsi, ne vuoi parlare?

C: cosa vuol dire non lo so,  internet non lo dice; comunque sono stato in un museo e ho visto dei quadri, poi ho fatto il  “tiutor”  a un ragazzino della scuola primaria di secondo grado che aveva difficoltà con l’Italiano essendo non italiano

D 1: e hanno mandato te a risolvergli i problemi? Povero lui! Ma, cosa intendi con scuola primaria di secondo grado?

C: le elementari, non si chiamano così? Cioè, mi pareva di ricordare che una volta ho letto una pagina del libro di Pedagogia che ne parlava

P: il ragazzo ha ragione, se l’ha trovata  sul libro significa che la definizione è corretta

D 2: il collega di Lettere è troppo pignolo; l’ esattezza delle definizioni è un concetto ampiamente superato dai moderni metodi pedagogici, che tendono a privilegiare la libera interpretazione dei fatti e la personale ricostruzione etimologica dei termini  esprimenti concetti generati  da strutture mentali che si evolvono in modo del tutto soggettivo

D 1: Ora è tutto chiaro. Per me, e per rispetto della cultura e soprattutto della decenza, basta così

D 2: Continuo io. Caro, mi sapresti parlare di uno degli argomenti relativi ai percorsi di Cittadinanza e Costituzione seguiti quest’anno?

C: cioè, devo parlare del coronavirus?

P: bravo, è riuscito ad interpretare nel modo più corretto il dettato dell’ordinanza ministeriale che indica appunto tale argomento come aspetto privilegiato dell’ambito in questione

D 1: quale ordinanza, quella che uscirà tra qualche giorno contenente le indicazioni sulla conduzione degli esami che stiamo conducendo da una settimana? E poi, di grazia, cosa c’entra il coronavirus con la Costituzione?

C: tipo, la Costituzione non vuole che i cittadini siano costretti a stare chiusi in casa per il coronavirus; noi giovani non possiamo uscire a bere e fumare con i nostri amici ma la Costituzione  su questo non dice nulla

D 2: bravo, hai colto perfettamente il nesso

D 1: scusa, ma ti sei chiesto il perché di questo “silenzio”? Mi sai dire quando è entrata in vigore la Costituzione repubblicana?

D 2: scusa, collega, ma questa è una domanda relativa ad una singola disciplina: Storia, questo non si può fare

C: questa la so, nel ’48!

P: bene, sai anche dirmi il secolo? No? E’ lo stesso, non importa scendere in particolari!

D 2: passiamo all’argomento a piacere

P: e’ passata un’ora, è severamente proibito sforare anche solo di un minuto. Il candidato vuole dire alla commissione che progetti ha per il suo futuro?

C: cioè, tipo cosa voglio fare dopo la maturità? Intanto una gita con i miei compagni di classe, perché la scuola non l’ha organizzata essendo chiusa; poi l’anno sabatico

D 1: si dice sabbatico, sai cosa significa?

D 2: collega, la prova è terminata, quindi basta con le domande; poi, scusa se mi permetto ma il termine non deriva da “sabato”? allora ha ragione il ragazzo, con una “ t” sola!

D 1: purtroppo, tutta questo apparato è una sòla. Grazie a Dio il prossimo anno andro’ in pensione

D 2: era ora! La finirete tu e la tua generazione di frenare il rinnovamento della scuola!

D 1: Occhio, giovani, perché questi qui, dopo la gita a LLoret de mar e relative sbornie e/o risse, dopo l’anno “sabatico” andranno all’università e come futuri medici e ingegneri, per fare un esempio, ridurranno in macerie l’Italia, altro che il coronavirus!

P: vorrei fare io una domanda al ragazzo, ma stai tranquillo, ti chiedo un semplice parere: potresti fornire un tuo giudizio personale sulla DAD?

C: cos’è? Tipo, una marca di birra?

 

Lucca, 13 maggio 2020

 

 

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