In Italia, quale futuro?
di Antonio Rossetti
La notizia del fallimento del"MERCATONE UNO", e la conseguente chiusura dei centri commerciali del gruppo, determina la perdita di lavoro per 1800 persone.
Nei giorni successivi l'elenco si è ampliato con la vicenda Whirlpool a Napoli, con 500 dipendenti diretti, per i quali si ipotizza la chiusura e quindi il licenziamento. Ancora, la cassa integrazione per i lavoratori dell' Alcelor Mittal (ex Ilva) per 1.400 unità, infine, anche se in misura minore come numero di occupati, la Knorr, fabbrica per dadi alimentari, del gruppo Unilever, che viene spostata in Portogallo, quindi chiude in Italia..
Il quotidiano Paese sera, del 29 maggio 2019, riportava la notizia che riguardava circa 140 tavoli di confronto aperti, per situazioni di crisi, al Ministero del lavoro e 2010 mila lavoratori interessati
In data 6 giugno, La Repubblica, riferisce di 300.000 posti di lavoro in grave rischio. Credo sia urgente, per le parti interessate, seguirne gli eventi e, sopratutto, comprendere le motivazioni, per intervenire, in modo attivo e con prospettive di ripresa.
Imprese e gruppi che si riorganizzano, che delocalizzano, che ristrutturano, sono presenti in Italia e anche in altri Paesi, per effetto delle innovazioni tecnologiche, di accordi, di consumi che cambiano o che vengono orientati, ma ciò che occorre comprendere è se, a queste situazioni, il nostro Paese, è strutturalmente pronto per affrontarle costruire risposte alternative che abbiano come obiettivo nuove attività e, come strumenti transitori, gli interventi straordinari per la fase di non lavoro dei dipendenti coinvolti nelle diverse crisi aziendali.
Da queste considerazioni circa le vicende di crisi aziendali, in particolare delle industrie, è maturata la riflessione, insieme al Prof.Paolo Razzuoli, per un approfondimento non solo limitato ai casi di "crisi", già affrontato e sempre presente sulla " Fucina". Una riflessione da estendere alle scelte politiche, alla strategia per lo sviluppo, quindi, in quali settori il Governo del Paese si orienta per le scelte sui temi quali: ambiente, tecnologia, nuovi prodotti e quali mercati intende ampliare, quali alleanze, con chi e in quali posizioni strategiche, quali aree scegliere per consolidare scambi commerciali e di conoscenze, in sostanza, definire un tempo medio lungo per indirizzare le scelte imprenditoriali e sostenerle, con politiche di intervento per grandi opere e innovazioni che bbiano sia la possibilità di incidere sul piano economico sia sulla qualità del vivere.
Questa prima ipotesi di ricerca, da approfondire e arricchire attraverso confronti di studio e di documentazione, riguarda il rapporto con altri Paesi dell'Europa, con una puntuale verifica sulle scelte di politica attiva per il lavoro, le modalità di intervento a favore della risorsa "umana", il lavoro e lo sviluppo del Paese, il ruolo di soggetti pubblici, privati, sindacati, imprese, altri soggetti.
Scelte da confrontare con spirito critico, considerando le diverse realtà in termini di risorse, popolazione, caratteristiche strutturali dei singoli Paesi, cultura e competenze.
Si tratta di comprendere al meglio le scelte di azione, di articolazione degli strumenti, di partecipazione dei soggetti istituzionali, di imprese pubbliche e private, di altri soggetti che sono chiamati, anche per compiti precisi, ad essere protagonisti, con lo scopo di prevenire e governare i cambiamenti che investono i settori, non solo quello industriale, ma come abbiamo già visto da tempo, i servizi (commercio, credito, sanitario, il settore pubblico in genere), in una dimensione che vede ridursi distanze, un tempo, impossibili da superare sopratutto dalle piccole imprese.
Ci sono differenze rilevanti nell'approccio alla materia del lavoro, della formazione e riqualificazione professionale, negli interventi in casi di crisi nelle imprese, di trattamenti in caso di disoccupazione così come nelle azioni di politiche attive per il lavoro. Strumenti, soggetti partecipanti alle azioni per le politiche attive, di scelta di settori di intervento, e in particolare, del punto di riferimento, più vicino e diretto, sia per le politiche attive sia e per i trattamenti di tipo"assistenziale".
Si tratta di una materia che, nel tempo, è andata ancora di più arricchendosi di specificità e di complessità e che richiede un grande e costante sforzo nel rendere più semplice e rapida la materia e consenta di ridurre sacche di irregolarità e di evasione.
Spesso per la complessità si evita di approfondire, proprio perchè sono molte le interdipendenze. Infatti anche questo argomento si lega alle condizioni di vita, alle professioni, alla scuola, all'assistenza, alla previdenza, alla demografia, ai rapporti internazionali, alle migrazioni, alla professionalità nella gestione di imprese, alle politiche di sviluppo dei paesi delle aree del mondo. Tutto questo è vero, ma si tratta di entrare proprio nello specifico, per leggerlo nel quadro più ampio, per correggere e migliorare sia l'uno che l'insieme, in un rapporto positivo di interdipendenze.
Lucca, 7 giugno 2019