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Populismo e dittatura

di Paolo Buchignani

Alla dittatura si può arrivare o con colpo di Stato (Lenin in Russia nel 1917, Pinochet in Cile nel 1973), oppure per via legale (Hitler vinse le elezioni nel 1933, Mussolini fu nominato capo del governo dal re nel 1922). Nel secondo caso alla dittatura si arriva smantellando in modo graduale lo Stato democratico: Hitler vi impiegò tre mesi, Mussolini tre anni. La dittatura può essere autoritaria o totalitaria o mista. Leghisti e grillini hanno vinto le elezioni e quindi sono legittimati a governare, ma sono populisti e, come tali, portatori di una cultura politica antidemocratica. I primi inclinano verso l’autoritarismo, i secondi verso il totalitarismo.

In Europa già esistono paesi che stanno scivolando verso la dittatura (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia) e forze populiste euroscettiche di estrema destra, alcune addirittura filo-naziste, sono massicciamente presenti in altri paesi (Austria, Germania, la Le Pen in Francia, Ukip in Gran Bretagna ecc.). E non dimentichiamo Trump, Bolsonaro, Putin, Erdogan, i disastri del Venezuela di Chavez e Maduro.

Questi paesi e questi signori (dimenticavo Steve Bannon, il razzista americano ex consigliere di Trump in trasferta in Europa per dare una mano ai populisti) sono gli idoli di Salvini per sua stessa esplicita ammissione. Un Salvini, vicepremier e ministro, il quale, anziché governare, impiega tutto il suo tempo a twittare contro gli immigrati, fare comparsate alla Mussolini (la ruspa al posto della trebbiatrice, mentre taglia i fondi per risanare le periferie), isolarci in Europa e combinare disastri economici.
Tutto questo in funzione di una propaganda ingannevole (nella quale è bravissimo), che dovrebbe consentirgli di vincere le elezioni di maggio e restare al potere: questo il vero obiettivo.
Quanto ai pentastellati, il loro populismo totalitario a base di “democrazia diretta” è ampiamente documentato dagli scritti e discorsi di Grillo e Casaleggio padre (si, veda, per esempio, quanto il primo dichiarò al “Corriere della sera” il 7 marzo 2013), ma anche, per chi non ha i paraocchi, da quello che fanno e dicono i loro discepoli al governo (amici dell’UKIP) e abilissimi anch’essi, a seminare demagogia e falso moralismo.

Conclusione: se questi populisti che siedono a Palazzo Chigi ne avessero la possibilità, la dittatura la farebbero eccome. Non un golpe, ma uno smantellamento graduale delle libertà democratiche sulle orme dei loro amici di Visegrad, magari col consenso di masse stordite da una propaganda a base di odio, razzismo e demagogia. La dittatura, naturalmente, verrebbe giustificata con la necessità di combattere un nemico che complotta contro l’Italia (l’Europa, i migranti, i poteri forti o qualche altro accidente).
Tutto questo il Presidente Mattarella lo ha ben compreso e, infatti, quasi ogni giorno ammonisce contro la violazione dei diritti umani, il razzismo, il nazionalismo, in difesa dei valori irrinunciabili della libertà e della democrazia. La sua opera è preziosa, è un solido argine contro il dilagare di una barbarie strisciante e quindi più insidiosa, alla quale si rischia l’assuefazione, in un clima in cui, chi la denuncia, viene spesso tacciato di paranoico. Il populismo è una grave patologia: contro di essa tutti i sinceri democratici debbono mobilitarsi.
Grazie Presidente!

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Citazioni da:
1) Umberto Eco "Il fascismo eterno", La nave di Teseo, Milano, 2018;
2) A. Dal Lago, Populismo digitale. La crisi, la rete e la nuova destra, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2017.

L'autore

Paolo Buchignani (Lucca, 1953), storico del Novecento italiano, ha pubblicato numerosi saggi sulle avanguardie e sul fascismo, tra cui: Un fascismo impossibile. L’eresia di Berto Ricci nella cultura del ventennio (1994), Fascisti rossi. Da Salò al Pci, la storia sconosciuta di una migrazione politica. 1943-53 (1998, 2007), La rivoluzione in camicia nera. Dalle origini al 25 luglio 1943 (2006, 2007). Ribelli d'Italia, il sogno della Rivoluzione da Mazzini alle brigate rosse (2017). Collabora a «Nuova Storia Contemporanea» e a “Nova Historica”. È docente di Storia contemporanea all’Università per Stranieri «Dante Alighieri» di Reggio Calabria.

Lucca, 1 dicembre 2018

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