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IL CAVALLO E IL CAPPELLO

 

di Antonio Rossetti

 

Ho letto,  in queste ore,  molte  prese di posizione da parte di chi  esprime  insofferenza  nei confronti di coloro   che  non sono d'accordo  con il governo appena eletto.

Chiederebbero un po' di tempo prima di esprimersi .

Un tempo si diceva che  il governo poteva “vivere una luna di miele”, che con il passare degli anni è sempre più breve, anzi brevissima.

 

Credo  abbiano  motivo  di dispiacersi così come credo si siano dispiaciuti  coloro che,  in precedenza erano al governo e quindi,  a parti invertite, subivano le critiche che ormai non sono solo sui contenuti e che degenerano,  spesso,  in offese pesanti   sul piano personale più che  sulle  scelte concrete.

Così va la politica, purtroppo,  il livello di rancore reciproco e di critica a priori è, oramai,   qualcosa di più di una abitudine deplorevole.

Le campagne elettorali  sono sempre meno confronti fra posizioni, scelte, proposte e programmi, e molto più motivo di scontro  senza  rispetto per le persone con opinioni  diverse.

 

Tra le  frasi più in   voga, “il ma taci e vergognati “ e di risposta “ma taci tu”  con  l'aggiunta di “decori”particolari.

 

Il livello del confronto  nel rispetto delle altrui opinioni  è “ svanito “ e difficilmente sarà recuperato.

 

Nonostante tutto ci sono delle regole, oltre alle voci e gli schiamazzi, ci sono i voti che  esprimono  la rappresentanza del consenso stabilendo chi è governo e chi opposizione

 

In questo caso  i sostenitori delle forze di maggioranza non dovrebbero avere nessun timore.

Il risultato del voto  di fiducia  al senato ed alla camera è solido. 

 

Stupisce la preoccupazione  di chi, in forza del consenso,  chiamato a responsabilità di governo  volesse, al tempo stesso, decidere come deve comportarsi l'opposizione.

A situazione invertita, l'attuale maggioranza, avrebbe accettato  di comportarsi da forza di opposizione secondo il volere della maggioranza? Ho qualche dubbio.

 

L'alternanza è  importante perché  si possono capire meglio i ruoli rispettivi.

Chi ha ricevuto, da camera e senato, un sostegno così evidente non dovrebbe preoccuparsi dei gruppi di opposizione, che svolgono un ruolo importante per la vita democratica e per il confronto tra  posizioni diverse.

Tuttavia i  voti al sostegno del governo sono  più che sufficienti per governare e l'opposizione, stando ai numeri attuali, non è in grado  di scardinare  la solidità  del consenso al governo in carica 

 

Perché preoccuparsi ?

Se andiamo indietro negli anni è possibile  riscontrare  una cosa semplice, molto semplice.

Molto  spesso si inventa un nemico per  stare uniti, quindi la preoccupazione  nasce all'interno della compagine di governo.

In precedenza governi solidi, o meno solidi, si sono  dimessi  per divisioni interne alla maggioranza. Questo è accaduto sia per governi di centro destra sia  di centro sinistra,  per rimanere negli ultimi venti anni.

Se non ci fossero fratture il numero dei voti sarebbe sufficiente per completare il mandato di 5 anni.

Per questa ragione,  più che preoccuparsi di avversari  schierati,  è da considerare l'ipotesi di difficoltà tra alleati.  Senza  rotture tra alleati non sarebbero caduti, in anticipo,  molti   governi  di coalizione in Italia.

 

Se avete la pazienza di ricordare,  per i più giovani di leggere,  i passaggi  elettorali e le varie crisi di governo,  sarà  molto chiaro il concetto della lite fra alleati, e i  molti casi di passaggi di esponenti da un gruppo ad un altro,  per determinare la crisi della maggioranza di cui erano parte.

 

Essere insofferenti se una parte della rappresentanza del paese non condivide e si oppone non aiuta chi ha il diritto - dovere di governare. Chi governa  necessita  di sostegni convinti da parte di chi  si sente  rappresentato.

 

In sostanza  chi governa deve caratterizzarsi per ciò che fa e convincere i cittadini della bontà delle scelte che gli stessi cittadini valuteranno.

 

 

Il cavallo e il cappello

Con il termine “Il cavallo”, ovvero la scoperta del cavallo,  intendo   le dichiarazioni  ovvie.

Dire che gli investimenti  aiutano   l'economia, è ovvio, naturalmente dipende da quanto,  dove e come si investe, così come dire che le pensioni più alte  sono preferibili a quelle basse, o meno tasse è meglio che più tasse, che più lavoro è meglio di meno lavoro e via dicendo.

Ma il cavallo esiste da tempo, oggi chi lo scopre deve  proporre atti concreti per dare  attuazione alle proposte contenute nei programmi elettorali e nelle intese, quelle proposte che hanno determinato il consenso con il voto.

Non basta dire  cose scontate.

I giorni trascorsi,  rispetto al voto di fiducia,  sono pochi  e le attese sono molte, ma i problemi non aspettano i tempi di assestamento di chi governa.

 Alcune scelte, dopo 80 giorni di confronti tra le forze che hanno dato vita al governo in carica,  è auspicabile, siano  pronte  per i passaggi parlamentari.

 

E' notorio che governare è difficile per tutti, questa consapevolezza deve essere sempre presente.

 

Infine un po' di ironia, che non guasta, pure se parliamo di cose serie.

Un mio amico mi disse un giorno  la storia del cappello.

E in questi giorni mi è tornata  in mente.

Se è vero,  purtroppo,   dobbiamo dire sempre così, che Di Maio ha detto che Grillo esprime  opinioni personali, ma che decide lui, per il caso Ilva, probabilmente Grillo  si dispiacerà.

 

Così come in altre  circostanze sarà il Presidente del Consiglio a dichiarare che, ottenuta  la fiducia delle camere, è lui il presidente del consiglio  e svolgerà ruolo e compiti definiti nella carta costituzionale. Così diranno i Ministri per quanto a loro  consentito.  In sostanza fino al momento dell'incarico  molti pensano sia possibile continuare “guidare”  o  imporre, ma al momento della nomina dell'incarico, quando  il cappello  è consegnato,  altri possono dire,  ma  decide, per quel che è stabilito, chi ha il cappello.

Se qualcuno   pensava o pensa di  utilizzare  le persone a loro comando, troverà molte delusioni.

Le parole di Delrio verso il presidente del consiglio”di non fare il pupazzo” sono    irriguardose, e inutili. Sottostimano   il ruolo del  presidente del consiglio e dimostrano di conoscere poco bene  la dignità delle persone e la volontà di fare bene il proprio compito. Delrio si farebbe “gestire” da altri?

 

La realtà è cosa diversa e complessa viverla con responsabilità e  impegno comporta scelte  che sono legate all'incarico  ricevuto.

Ci possono essere rischi? Si.

Il rischio vero  riguarda coloro che pensano di dare il capello e poi continuare, da fuori o da altro incarico, a condizionarne  le scelte di chi è preposto dall'incarico ricevuto. 

Morale

Quando dai un cappello, o ne favorisci  la consegna, devi sapere che  chi lo riceve  vorrà utilizzare la propria testa, per questo è preferibile che in quella persona  vi siano saldi principi,  capacità, competenza, equilibrio e autonomia.

Se non  hai fiducia  negli altri,  impegnati in prima persona. Non ti piacerà avere  altri che dicono a te  cosa devi fare.

 

Lucca, 9 giugno 2018

 

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