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Scherzi a parte. Se non fosse una cosa tremendamente seria

di Paolo Razzuoli

No, purtroppo non siamo a "scherzi a parte". Siamo di fronte ad un documento che vorrebbe - come Di Maio ha detto - riscrivere la storia italiana, inaugurando la terza Repubblica prima ancora che sia iniziata la seconda (forse c'è qualche problema di aritmetica).

La lettura del contratto M5S-Lega, almeno nella versione in 29 punti che offro ai lettori di Fucinaidee, è il risultato perfetto della definizione dei populisti data, agli inizi degli anni '70, dal politologo Nicola Matteucci: "i populisti interpretano idee semplici e passioni elementari".
Ecco, il documento è un florilegio di idee semplici, e di soluzioni talmente elementari da apparire quasi ridicole.

Al di là della pericolosità di certe affermazioni (vedi il congelamento dei titoli acquistati dalla BCE), non si capisce come e dove possano essere trovate le risorse per dare un senso a questa specie di palingenesi della politica italiana.

Certo, il documento contiene varie affermazioni di principio condivisibili, quelle in buona sostanza che si rifanno a temi consolidati del dibattito pubblico. Chi non condivide la sottolineatura della necessità di investire nella cultura, nel turismo, così come di rendere la giustizia più rapida ed efficiente...
Ma guardando appena un po' oltre, dal testo emerge tutta l'inconsistenza di proposte prive sia delle necessarie risorse, sia della consapevolezza politica della complessità dei temi affrontati.
Insomma, una sintesi di semplicismo, nei migliori dei casi; e sui grandi temi economici e dei rapporti internazionali, un colpo durissimo alla credibilità internazionale dell'Italia, ed un attacco alla migliore cultura politica italiana che, dal secondo dopoguerra in poi, ha offerto un contributo importante allo sviluppo della solidarietà ed integrazione europea.

Mentre sto scrivendo queste semplici note, non sappiamo quale sarà l'esito della vicenda, né quali saranno esattamente i prossimi passaggi.
Anzitutto le scelte del Quirinale, con il Presidente Mattarella che non si limiterà a fare il notaio quindi - avvalendosi delle sue prerogative costituzionali - vorrà dire la sua su premier, squadra di governo, e contenuti soprattutto per quanto riguarda le interazioni con le istituzioni europee.
Poi, sembra che sia la Lega che il M5S vogliano sottoporre, se pur con strumenti diversi, il testo all'approvazione dei loro iscritti: anche in questo caso, una scelta tipicamente populista, falsamente democratica e deresponsabilizzante. Mi permetto infatti di osservare che coloro che hanno avuto un mandato politico debbono sapersi assumere le proprie responsabilità e che, ora più che mai, la politica deve saper proporre orizzonti anziché raccogliere semplicisticamente sondaggi.
Ma l'offerta politica italiana ora è questa, e con questa dobbiamo fare i conti. Senza rassegnarci però, e credo senza confondervisi. Bene hanno fatto - a mio avviso - coloro che hanno sostenuto la linea della non collaborazione.
Oggi lo scontro è fra coloro che guardano in avanti, anche se in una prospettiva faticosa, e coloro che guardano indietro, tramite proposte semplicistiche e pe, e rivolte all'indietro, pericolosamente riesumando ricette che in passato hanno costituito i presupposti di grandi tragedie umane e politiche.

E' quidni fortemente auspicabile che questa sia solo una parentesi nella nostra storia, e non l'inizio di un irreversibile declino. Ma dipende - se pur con vari gradi di responsabilità - da tutti noi: dipende dalla classe politica che dovrà ritrovare la capacità di proposta che ha perso; dipende dal mondo della cultura, che dovrà aiutare il Paese a vivere la complessità della contemporaneità; dipende dai mezzi di comunicazion e di informazionee, il cui ruolo è enorme nella società odierna; dipende da tutti noi, che dobbiamo compierer ogni sforzo per capire e per scegliere con senso di responsabilità, affidando compiti di governo a coloro che, rifiutando semplificazioni e scorciatoie, dimostrino consapevolezza della complessità e fatica quotidiana dell'azione di governo e capacità di analisi e di riflessione. Coloro insomma che sappiano rifiutare i facili applausi di spot e slogan privi di qualsiasi efficacia, e che sappiano invece privilegiare la prospettiva, distante da facili illusioni, ma che rappresenta l'unica strada per rimettere l'Italia sulla strada del futuro.

Naturalmente non è detto che ciò riesca.
E' chiaro tuttavia che non ci riusciranno Salvini e Di Maio con la piattaforma politico-programmatica che invito a leggere.

Contratto per il Governo del cambiamento (M5s-Lega)

Lucca, 17 maggio 2018

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