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Lo stallo dopo il voto del 4 marzo

 

di Antonio Rossetti

 

Sono trascorsi 60 giorni e siamo ancora  al punto :“ il Governo spetta a me”e “il Governo spetta a noi  nell'interesse del Paese”.

Giaculatorie ripetute, in tutti i Tg,  ogni tanto cambiano  “il presentatore”, ma la sostanza no.

 

Chi ha seguito la fase elettorale era ampiamente informato  della ipotesi di un “pantano” figlio di un sistema elettorale che  era stato  deciso dal Parlamento  e il cui esito era largamente previsto anche dai sondaggi.

Difficile sapere se i sondaggi hanno  favorito l'esito o se gli elettori hanno determinato consapevolmente i sondaggi. Davvero molto difficile, in altre  circostanze i sondaggi hanno fallito  con largo margine.

 

La legge potrà cambiare? Se il Parlamento lo vorrà, il come  difficile saperlo.

Di questo si parlerà  ancora, sopratutto, se  l'esito del confronto tra le forze politiche non produrrà un Governo per il Paese.

 

Il programma per le elezioni

Parlare dei modi di  costruzione del programma è, al tempo stesso, parlare dei partiti e dei movimenti.

Della loro  vita, delle loro strutture, del modo di ricerca  del consenso, della partecipazione sia al dibattito per la scelta dei contenuti sia per la scelta delle persone da candidare.

Un tempo, non molto lontano, i programmi erano discussi nei congressi dei partiti, negli organi eletti, ai vari livelli, in sostanza erano partecipati da gran parte degli iscritti,

I cambiamenti o gli aggiornamenti avvenivano nelle stesse sedi, se necessario votando.

Lo stesso valeva per le liste dei candidati.

Era un modello perfetto?

Non lo era, le divisioni in correnti, in gruppi, determinavano confronti e scontri e in occasione delle elezioni, con il meccanismo della preferenza, vi erano confronti e scontri anche all'interno dei partiti stessi.

 

I Partiti di oggi sono facilmente inseribili tra le tipologie dei “partiti pigliatutto”.

I programmi sono più vicini alla pubblicità dei prodotti con slogan semplici e incisivi, ma

volatili e rivolti a tutti.

Dire che vogliamo ridurre le tasse va bene a tutti, escluso solo chi non le paga, alzare le pensioni, dare redditi a tutti, dare sicurezza a tutti,  e tante altre promesse, trascurando la realtà complicata dell'Italia  sia in termini economici, di rapporti internazionali,  di concorrenza e di contabilità, che  nessuno dimentica, ma che nel  momento elettorale viene  omessa perché non crea consenso .

 

Il Governo che nascerà quale programma potrà presentare e chi lo sosterrà in Parlamento?

Tutti i vincitori dichiarano di partire dai contenuti, bene, saranno  leggibili e comprensibili?

Durante la fase di  preparazione al voto, la cosiddetta campagna, le proposte  da parte di chi aveva già governato  erano presentate come se  si trattasse di politici al debutto, mentre i debuttanti dichiaravano di saperla  lunga più di coloro che  avevano già 4 o 5 mandati accumulati, vitalizi compresi.

 

Gli elettori sono stati quasi sempre indulgenti, negli anni  precedenti per ideologia e fede politica e partitica, oggi per sfiducia e disaffezione diffusa.

Il voto del 4 marzo 2018, può essere un punto di riferimento per le prossime elezioni politiche ?  Può darsi ma anche no.

La disaffezione che sembrava recuperata, in parte, il 4 marzo scorso, si è presentata  rafforzata con le regionali del Friuli Venezia Giulia.

In quella regione i votanti sono passati dal 75%  delle politiche del 2018 al di sotto del 50% degli aventi diritto per i voto regionale . Per  completezza di informazione  nel 2013 alle regionali  la percentuale era di poco superiore al 50%,

I dati sono  ancora freschi, ma non sempre confrontati  correttamente, comunque sono leggibili per  le  proprie valutazioni.

 

Il Dubbio

Non è chiaro se siano i capi partito a “fregarsene” degli elettori o invece siano proprio gli elettori a “utilizzare “il loro voto  senza dare  a nessuno  la garanzia di  conferma, in altra occasione,  sia a livello regionale,  locale, oltre che nazionale ed europeo.

 

Infine

Mi ostino ad immaginare una fase nuova nella quale  la costruzione del consenso e della scelta delle persone, per l'impegno in politica, trovi sedi adeguate e modalità rispettose delle opinioni e delle esperienze di coloro che  vogliono contribuire ad una  società più giusta e quindi migliore.

Può darsi che si debbano  usare e migliorare  le tecniche innovative  di comunicazione, senza trascurare   il rapporto diretto con le persone.

Non è facile, ma cambiare linea o proposte con una mail,  fare un' alleanza al giorno e offendendosi la notte, non mi pare una grande conquista.

 

Lucca, 3 maggio 2018

 

 

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