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Giorno della Memoria 2018: nuovi libri, per non dimenticare l'Olocausto

di Paolo Razzuoli

Anche quest’anno, in occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria, in cui vengono commemorate le vittime dell’Olocausto (proprio il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz), arrivano in libreria romanzi, saggi e biografie a tema.
Fucinaidee ne propone alcuni, che ci possono aiutare a non dimenticare quanto avvenne in quegli anni terribili.

Iniziamo con lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld, venuto a mancare lo scorso 4 gennaio a 85 anni, che nei suoi libri ha raccontato la Shoa e in generale l’Europa prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale.

Appelfeld - "Giorni luminosi"

“Scompare uno degli ultimi, grandi testimoni della Shoa e insieme uno dei maggiori scrittori israeliani”, ha sottolineato Guanda Luigi Brioschi, annunciando la pubblicazione di Giorni luminosi dello stesso Appelfeld, un romanzo che è un commovente affresco dei giorni successivi alla fine della guerra, in cui riecheggiano gli interrogativi che già sono stati di Primo Levi e Imre Kertész, restituendo lo stato di attesa, di timore, di sospensione tra il ricordo di un passato scomparso e della violenza dei campi e un presente incerto ma anche colmo di speranza.

Il tatuatore di Auschwitz

Il cielo di un grigio sconosciuto incombe sulla fila di donne. Da quel momento non saranno più donne, saranno solo una sequenza inanimata di numeri tatuati sul braccio. Ad Auschwitz è Lale a essere incaricato di quell’orrendo compito: proprio lui, un ebreo come loro. Giorno dopo giorno Lale lavora a testa bassa per non vedere un dolore così simile al suo finché una volta alza lo sguardo, per un solo istante: è allora che incrocia due occhi che in quel mondo senza colori nascondono un intero arcobaleno. Il suo nome è Gita. Un nome che Lale non potrà più dimenticare. Perché Gita diventa la sua luce in quel buio infinito: racconta poco di lei, come se non essendoci un futuro non avesse senso nemmeno un passato, ma sono le emozioni a parlare per loro. Sono i piccoli momenti rubati a quella assurda quotidianità ad avvicinarli. Dove sono rinchiusi non c’è posto per l’amore… In libreria per Garzanti arriva Il tatuatore di Auschwitz di Heather Morris, romanzo destinato a diventare un film.

lia levi

A ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali, Lia Levi ritorna in libreria con Questa sera è già domani (e/o), romanzo ispirato a una storia vera: la vita di Luciano, l’amatissimo marito. Fra angoscia e speranze, il libro descrive la lotta per sopravvivere di un giovane ebreo genovese attraverso un impervio cammino verso la Svizzera. Fuga, accoglienza e respingimenti, impressionanti le analogie con certe tragiche vicende del nostro oggi.

Carry Ulreich

Sempre in occasione del Giorno della Memoria, il diario di Carry Ulreich arriva in libreria con Di notte sognavo la pace (Longanesi). Il libro inizia nel 1941 e si interrompe nel 1945, quando la famiglia dell’autrice viene arrestata perché di origine ebraica. Saranno i nipoti di Carry, circa un paio d’anni fa, a scoprire la testimonianza di una ragazza costretta a crescere e formarsi nel momento più terribile del Novecento europeo. Carry era una giovane ragazza ebrea di Rotterdam che, come i figli di molte famiglie dell’epoca, godeva di pochi lussi e libertà ma conduceva una vita serena. Tutto cambia nel 1941, a seguito dell’occupazione di Rotterdam da parte dei nazisti.

Romain Gary Gli aquiloni

In una piccola fattoria in Normandia, mentre Hitler prende potere in Germania, il giovane Ludo vive con lo zio Ambrose, un eccentrico postino che costruisce aquiloni meravigliosi, noti in tutto il mondo. L’esistenza tranquilla di Ludo cambia il giorno in cui incontra Lila, una ragazza appartenente all’aristocrazia polacca che vive nella proprietà accanto. È sufficiente uno sguardo e Ludo si innamora immediatamente; Lila, invece, rimane sfuggente. Ludo cerca di diventare un degno partito per la fanciulla e, grazie alla sua memoria eccezionale e a uno spiccato talento per l’aritmetica diventa segretario del padre di Lila, il conte Stas Bronicki, proprio nei drammatici giorni in cui l’Europa scende in guerra. Dopo l’invasione della Polonia da parte della Germania, Lila e la sua famiglia scompaiono, e Ludo si unisce alla Resistenza per salvare il suo villaggio dai nazisti, proteggere i suoi cari e ritrovare il suo amore. Il romanzo di Romain Gary Gli aquiloni (Neri Pozza) è un’opera che inneggia alla Resistenza, in qualsiasi forma essa sia.

le assagiatrici

La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee… Rosella Postorino torna in libreria con Le assaggiatrici (Feltrinelli), romanzo che sta suscitando interesse anche all’estero.

"Fuga da Berlino" - di Paolo Chiappero

Mondadori Electa porta in libreria Fuga da Berlino di Paolo Chiappero; l’autore, architetto, parla della fuga di Giacomo e Rino dai campi di prigionia tedeschi: una storia vera, “quella di mio padre e del suo compagno meccanico. Non è però la trascrizione su dettatura di un racconto, bensì un collage di ricordi frammentati, di battute estemporanee, di imprecazioni che ho colto e raccolto in quarant’anni di convivenza con lui. Giacomo, come credo tutti quelli che hanno vissuto quei terribili periodi, non ha mai voluto ricordare. Anche per questo ho scelto di iniziare questo romanzo solo dopo la sua morte, avvenuta il 27 gennaio 2010 all’età di 93 anni”.

il bambino del treno

Il casellante Giovanni Tini e` tra i vincitori del concorso da capostazione, dopo essersi finalmente iscritto al PNF. Un’adesione tardiva, provocata piu` dal desiderio di migliorare lo stipendio che di condividere ideali. Ma l’avanzamento ottenuto ha il sapore della beffa, come l’uomo comprende nell’istante in cui giunge alla stazione di Fornello, nel giugno 1935, insieme alla moglie incinta e a un cane d’incerta razza; perche´ attorno ai binari e all’edificio che sara` biglietteria e casa non c’e` nulla o quasi. Una sera del dicembre 1943, pero`, tutto cambia nella vita di Giovanni, Lucia e del figlio Romeo. Quando un convoglio diverso dagli altri cancella l’isolamento. Trasporta uomini, donne, bambini, ed e` diretto in Germania. Per Giovanni e` lo scontro con le scelte che ha fatto, forse con troppa leggerezza, le cui conseguenze non ha mai voluto guardare da vicino. Per Romeo e` l’incontro con una realta` di cui non e` in grado di concepire l’esistenza. Per entrambi, quell’unico treno tra i molti che hanno visto passare segnera` un punto di non ritorno… Il bambino del treno (Piemme) è il nuovo romanzo di Paolo Casadio.

Michal Ben-Naftali - "l'insegnante"

Michal Ben-Naftali è nata a Tel Aviv nel 1960. Ha studiato Filosofia all’Università di Gerusalemme e ha conseguito un dottorato a Oxford. Scrittrice e traduttrice, arriva in libreria per Mondadori con L’insegnante, in cui racconta la storia vera di Elsa Weiss, la sua professoressa, cercando di capire perché una donna così riservata e schiva, a un certo punto della vita, si sia suicidata. L’indagine nel passato la porterà a fare luce su una delle storie più controverse della Shoah: il treno di Rudolf Kastner, che avrebbe dovuto portare in salvo in Svizzera 1600 ebrei, in cambio di denaro e preziosi. Ma il treno verrà dirottato a Bergen-Belsen e solo dopo qualche mese i prigionieri saranno liberati.

La guerra di Catherine

1941. Rachel, una ragazzina ebrea, frequenta una scuola diversa dalle altre, che stimola la creatività. Qui stringe delle forti amicizie, e soprattutto scopre la passione della sua vita: la fotografia. Ben presto però le leggi contro gli ebrei si intensificano, e i ragazzi sono costretti a fuggire, aiutati da una rete di resistenti: devono dimenticare il proprio passato, famigliari e vecchi amici, e persino cambiare nome. Rachel deve lasciare la scuola che tanto ama, diventare Catherine e cominciare una nuova vita, fatta di continui spostamenti, incontri, sorrisi e dolori, ma sempre con la sua macchina fotografica al collo, alla ricerca, nonostante tutto, della bellezza… In libreria per Mondadori, La guerra di Catherine, graphic novel di Claire Fauvel e Julia Billet, uno dei libri protagonisti della Fiera di Angoulême.

"Sei campi (tre60)" - di Zdenka Fantlova

Sei campi (tre60) di Zdenka Fantlova ripercorre l’incredibile storia di una delle ultime testimoni viventi della Shoah. Quando i tedeschi occupano la Boemia e la Moravia, nel marzo 1939, Zdenka ha 17 anni. Nonostante le discriminazioni che i nazisti impongono da subito agli ebrei, cerca di vivere normalmente la sua vita, fino a quando il padre, arrestato per aver ascoltato la BBC, viene deportato a Buchenwald. Zdenka non lo rivedrà più. Nel 1942 viene deportata, insieme alla famiglia e al fidanzato Arno, a Terezín, un campo di concentramento a nord-ovest di Praga. Mentre Arno viene spedito in un campo a est, Zdenka rimane a Terezín fino al 1944, quando viene “trasferita” ad Auschwitz: lei e la sorella Lydia sopravvivono alle selezioni, la madre no. Ma a questo punto le sorti della guerra si sono ribaltate, i russi incalzano e cominciano le terribili “marc e della morte” verso ovest. Zdenka e Lydia transitano così da Kurzbach e poi dal famigerato campo di Gross-Rosen. E poi sono di nuovo “spostate” a Mauthausen e infine a Bergen-Belsen. Qui, dopo la morte della sorella, il 15 aprile 1945, Zdenka viene infine liberata dagli inglesi, unica sopravvissuta della sua famiglia. Oggi, a 95 anni, Zdenka è impegnata a portare la sua testimonianza in giro per il mondo, perché tutto ciò che lei ha vissuto non sia dimenticato.

micol

Edizioni Alphabeta Verlag, piccolo editore del Trentino, propone Micòl, un personale omaggio dell’autrice, la tedesca Waltraud Mittich, a Il giardino dei Finzi-Contini. La Mittich, da sempre appassionata del romanzo di Giorgio Bassani uscito nel 1962, e della figura femminile di Micòl in particolare, non ne accetta la morte e scrive la vita possibile che la protagonista femminile avrebbe potuto avere. Il giardino dei Finzi-Contini racconta infatti l’amore impossibile di un giovane per Micòl, ragazza ebrea che finirà deportata.

Adamo risorto

Adamo risorto (che torna in una nuova edizione per La Giuntina) di Yoram Kaniuk è considerato un libro rivoluzionario, un’opera che ha cambiato il modo in cui la Shoah poteva essere rappresentata nella letteratura israeliana. Il protagonista, Adam Stein, è sopravvissuto alla guerra grazie al suo talento di clown: il suo ruolo nel campo di concentramento era quello di ingannare le persone che andavano incontro alla morte e di fare la parte del cane per il comandante. Adamo risorto è un testo duro, in cui non mancano il grottesco e l’assurdo, che ha come scenario un avveniristico Centro di riabilitazione e terapia situato nel cuore del deserto del Neghev e che alterna momenti tragici ad altri comici.

La scelta di Edith

Nata nel 1927 a Košice, allora Ungheria e oggi Slovacchia, Edith Eva Eger aveva appena sedici anni quando i nazisti la condussero insieme alla sua famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz, dove i genitori furono mandati direttamente nelle camere a gas, lasciando sole Edith e sua sorella. Quella sera stessa, Edith danzò sulle note del valzer Sul bel Danubio blu, per ordine del medico militare tedesco Joseph Mengele, il quale la ricompensò con un pezzo di pane che lei divise con le sue compagne. Appena ventenne, Edith sopravvisse ad Auschwitz, alla marcia della morte fino a Gunskirchen (sottocampo di Mauthausen), dove fu salvata da un soldato americano che la trovò, ancora viva, tra i cadaveri. Dopo la guerra, Edith si è trasferita negli Stati Uniti e ha studiato psicologia, specializzandosi nella cura di persone affette da disturbi post traumatici, per insegnare loro la capacità di far fronte a eventi traumatici, riorganizzare la propria vita dinanzi alle difficoltà, senza alienare la propria identità: cura i suoi pazienti con la stessa resilienza che l’ha salvata dai campi di sterminio, nella convinzione che “il peggior campo di concentramento è la propria mente”. Oggi Edith Eva Eger racconta la sua storia in un libro, La scelta di Edith (pubblicato a settembre 2017 da Corbaccio).

Sergio Luzzatto - "I bambini di Moshe"

Dalla narrativa alla saggistica. Sergio Luzzatto, docente di Storia moderna all’Università di Torino, torna in libreria per Einaudi con I bambini di Moshe – Gli orfani della Shoah e la nascita di Israele, libro che parla dei giovanissimi ebrei d’Europa centrale e orientale sfuggiti allo sterminio nazista, che nel 1945 hanno incontrato un uomo come Moshe Zeiri: il militante sionista che fondò e diresse a Selvino, nella Bergamasca, l’orfanotrofio piú importante dell’Europa postbellica.

Si chiamava Anne Frank

Miep Gies, all’anagrafe Hermine Santrouschitz, aiutò Anne Frank e la sua famiglia a nascondersi durante l’occupazione nazista in Olanda. Insieme a suo marito Jan rischiò la vita per portare aiuto alle vittime in quegli anni bui. Preservò il diario di Anne e alla fìne della guerra lo consegnò al padre Otto Frank, unico sopravvissuto della famiglia ai campi di sterminio nazisti, perché portasse al mondo quello straordinario messaggio di amore e di speranza. Ne parla la stessa Gies nel libro autobiografico Si chiamava Anne Frank (Utet).

autunno tedesco

Pur non essendo un libro sull’Olocausto, segnaliamo anche l’uscita di Autunno tedesco (Iperboea) di Stig Dagerman (considerato il “Camus svedese”), definito da Henning Mankell “uno dei migliori libri mai scritti sulle conseguenze della guerra, nella tradizione di grandi classici come quello di John Reed sulla Russia e di Edgar Snow sulla Cina”. Nel 1946 Dagerman ha ventitré anni e ha appena pubblicato il suo primo romanzo quando l’Expressen lo contatta per una serie di reportage dalla Germania del dopoguerra. L’autore arriva in territorio tedesco il 15 ottobre, accolto da un autunno freddo e piovoso. Anarchico e antimilitarista, trascorre due mesi in una Germania “affollata di cronisti” che, provenienti da ogni parte del mondo, cercavano di capire come si potesse vivere fra le rovine di quello che avrebbe dovuto essere un “Reich millenario”.

Joffo, - "un sacchetto di biglie"

In occasione dell’uscita dell’omonimo film, diretto da Christian Duguay, Un sacchetto di biglie (Bur) di Joseph Joffo torna in libreria con una nuova copertina. Il libro è tratto da un’esperienza personale dell’autore, ebreo figlio di parrucchieri, che ha raccontato al mondo l’Olocausto attraverso il suo sguardo di bambino. Joseph ha quasi dieci anni e vive nella Parigi del 1941, e passa le sue giornate tra la scuola e il gioco delle biglie per strada, insieme al fratello. Ma le cose cambiano inaspettatamente: prima le SS cominciano a diventare sempre più aggressive, poi la mamma cuce sulle loro giacche una strana stella dorata; poi gli insegnanti, in classe, li ignorano e i compagni arrivano addirittura alle mani. In un clima di crescente violenza, l’unica salvezza è fuggire in Francia.

"ho guardato un nazista negli occhi" - sonda olocausto

“Il contabile di Auschwitz” Oscar Gröning, ex membro delle SS, accusato di complicità in omicidio di oltre 300 mila ebrei, è uno degli ultimi criminali nazisti ancora in vita. Jordana Lebowitz, una giovane canadese nipote di sopravvissuti alla Shoah, ha deciso, appena diciannovenne, di recarsi in Germania per seguirne dal vivo il processo. Questa testimonianza è alla base del libro di Kathy Kacer, Ho guardato un nazista negli occhi (Sonda edizioni, traduzione di Maria Teresa Milano), libro pensato per un pubblico di ragazzi dai 14 anni in su, un’occasione cruciale da un punto di vista civile e storico di conoscenza e denuncia. L’autrice ha deciso di adottare il punto di vista della ragazza, con l’intento di raccontare la storia in maniera efficace e di tramandarla alle nuove generazioni. Perché l’intento è sempre lo stesso: non dimenticare.

Lucca, 23 gennaio 2018

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