logo Fucinaidee

Io taglio, allora taglio anchio

 

Di Antonio Rossetti

 

Una campagna elettorale  iniziata da tempo, si potrebbe dire che in Italia non finisce mai, ma la data per il voto è il 4 di marzo del 2018, quindi molto vicina.

Un tempo breve, anzi brevissimo. Derubricate le primarie per le candidature, ancora da preparare i programmi dei partiti e delle coalizioni, intesi come quadro delle linee di indirizzo per i prossimi cinque anni, si sta consumando la rincorsa a chi  dichiara di essere più bravo a tagliare o a cancellare,  oppure nel  promettere cose che  sembrano i prodotti “civetta” di un grande magazzino, senza che vi siano riferimenti concreti alla effettiva realizzabilità delle cose dichiarate.

Speriamo finisca questa fase e siano presentate proposte verificabili e tali da rendere comprensibile il progetto dei partiti o delle coalizioni, in modo da favorire una scelta consapevole da parte degli elettori.

 

Tra le proposte, o meglio tra le “trovate” di circostanza ho letto il titolo del ”taglio di 400 leggi” , proposta che verrebbe attribuita, a Di Maio.

Penso che la notizia non sia sufficientemente spiegata, ma non è questo l'aspetto che  intendo evidenziare,  tuttavia colgo   l'occasione per riportare una nota che  evidenzia il fenomeno che riguarda il sistema delle leggi in Italia, anche in rapporto ad altri Paesi in Europa.

 

Argomento non nuovo che richiede continuità e strategia, purtroppo  assenti da tempo.

Avrei piacere di leggere  qualcosa di organico nelle proposte  dei partiti e delle coalizioni a riguardo  della riduzione della burocrazia, delle leggi  che si contraddicono, che rimandano ad altre norme precedenti e ad altre leggi regionali e così all'infinito. Semplificare  è un termine generico, ma può essere un grande obiettivo.

 I dati riportati dalla nota allegata  (all. 1) sono  di tale dimensione  da richiedere un cammino definito che  non si può liquidare con una rincorsa a “ io ne taglio un po' di più di 400”  e  crescere di numero in base a sondaggi di circostanza.

 

 

 

Allegato 1)

Quante sono le leggi vigenti in Italia?

Il numero delle norme italiane e il confronto con i paesi d'Europa

da Lorena Cacace


 LaPresse


Quando ci si scontra con l’elefantiaca burocrazia, sorge spontanea la domanda: quante sono le leggi vigenti in Italia? Come è possibile che ci siano così tante norme, tanti passaggi, firme e permessi per ogni argomento del nostro vivere civile? I motivi possono essere tanti, ma si possono ridurre a uno solo: la gestione personalistica del potere tramite la corruzione. Più leggi ci sono più è difficile muoversi nel meandri della leagalità e più aumenta la corruzione. È una situazione che tutti i legislatori e i liberi pensatori conoscono fin dall’antichità. Fu lo storico romano Tacito a metterla per iscritto per la prima volta nei suoi Annales: il suo “corruptissima re publica plurimae leges“, ossia “moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto“, diventa la sintesi perfetta dell’attuale stato delle cose in Italia, dove è addirittura impossibile avere il numero certo di leggi in vigore.

Oggi qualcosa si sta muovendo. Negli ultimi anni la politica ha dichiarato guerra all’enorme mole di leggi che intralciano la vita quotidiana del paese, andando in particolare a colpire la parte produttiva con norme e leggi sempre più complicate e inutili.

 LaPresse

L’ex ministro Calderoli brucia 350mila norme inutili

Il rogo delle leggi inutili voluto dall’ex ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, è stato il gesto più eclatante in questa lunga battaglia ma la decisione migliore è stata presa con la creazione di Normattiva, piattaforma digitale che raccoglie le leggi statali in vigore. Il progetto, a firma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati è in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, l’Agenzia per l’Italia Digitale e l’Istituto poligrafico della Zecca dello Stato e da diversi anni ormai classifica e rendere accessibile la normativa vigente dal 1932 a oggi. Stando alla banca dati di Normattiva sarebbero circa 75mila le leggi vigenti in Italia.

Il numero però non tiene conto delle leggi Regionali, di quelle comunali e dei regolamenti di enti e Autorità di cui il nostro paese è pieno: la stima che circola da tempo è che in Italia ci siano in totale tra le 150 e le 160mila leggi in vigore.

Il numero è impressionante già da solo ma lo diventa ancora di più se paragonato al numero delle leggi degli altri paesi europei a cui spesso vogliamo far riferimento: la Francia ha circa 7mila leggi, la Germania intorno alle 5.500, la Gran Bretagna ne conta poco più di 3mila.

Per il nostro paese è un problema reale. Sfoltire l’enorme mole di leggi e provvedimenti dovrebbe essere la prima mossa per arginare il fenomeno della corruzione come esperti e massime autorità del nostro paese ricordano ogni volta. Le mazzette ai politici servono per “oliare il sistema”, saltare passaggi e assicurarsi che tutto vada a buon fine perché più complesso l’iter legislativo, più è semplice corrompere e farsi corrompere. Meno leggi significherebbe anche meno corruzione e una vita più semplice per tutti i comuni cittadini.

 

Lucca, 12 gennaio 2018

 

Torna all'indice dei documenti
Torna alla prima pagina