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Dall’Economia lineare all’economia circolare.

 

Di Valentina Mercanti

 

“La Terra è in bilico” è il titolo di un libro di Al Gore che nel 1992 lanciava l’allarme sul riscaldamento globale. A venticinque anni di distanza dalla pubblicazione di quel libro potremmo dire che se non corriamo ai ripari più che in bilico, la Terra potrebbe essere spacciata e con essa quindi, l’umanità.

Non si tratta semplicemente di una visione catastrofista sul futuro.Oggi la maggior parte delle persone è consapevole di cosa sia il cambiamento climatico, ma pochi credono di poter fare davvero qualcosa al riguardo.

 Esattamente come l’economia anche l’ambiente rappresenta oggi più che mai una questione globale: ha un impatto diretto sulla capacità industriale e sulla stabilità geopolitica del pianeta. Le iniziative che occorre intraprendere per porre rimedio alla crisi climatica sono infatti le stesse che occorre mettere in atto per risolvere sia la crisi economica che quella della sicurezza energetica.

Il sistema economico utilizzato fino ad oggi, un sistema lineare, dove si produce senza riguardo e si consumano molte più risorse di quello che il sistema è in grado di rigenerare non regge più, non riusciamo più a sostenerlo. Per questo è necessario passare da un sistema produttivo di questo tipo ad uno in cui sostenibilità e risparmio possano rendere più competitive le aziende e le nostre economie sulla base di competenze, innovazione e uso efficiente delle risorse.

L’Unione Europea è stata un leader ambientale sin dalla sua nascita:ha spinto per i crediti sulle emissioni, per il Protocollo di Kyoto,ha imposto tasse sui carburanti e rappresenta il mercato di consumo di energia pìù efficiente al mondo.

Un’Europa che non è solo austerity quindi, l’Europa che ci piace e che ci piacerebbe, capace di capire le questioni di portata globale e di individuare delle risposte

Ed è proprio quello che sta facendo attraverso la promozione dell’Economia Circolare, un nuovo modello di sviluppo che riesce a tenere legati sostenibilità ambientale, sviluppo economico e innovazione tecnologica.

 L’idea di fondo è che i materiali e le risorse energetiche utilizzate per fabbricare i prodotti mantengano il loro valore nel tempo. In un mondo  in cui tutto è mercificabile e prezzabile, anche il riciclo dei rifiuti può diventare una grande opportunità economica. Da un modello usa e getta, si passa quindi alla concezione che un valore inutilizzato diventa un valore sprecato.

Attraverso il recupero e la rigenerazione dei materiali, risultati che possono essere ottenuti attraverso un cambio di paradigma che rivisiti i prodotti, i processi produttivi e i modelli di business , si potranno ottenere benefici importanti sia per il pianeta sia per l’intero sistema economico.

Uno studio della Ellen Mc Arthur Foundation rivela infatti che in Europa, l’economia circolare può generare un beneficio economico da 1800 miliardi entro il 2030, può contribuire a far crescere il Pil e quindi la ricchezza, creare nuovi  posti di lavoro e incrementare la produttività annua delle risorse.

L’Italia ha tantissimi esempi positivi di grande livello, considerati anche in Europa. Dobbiamo però fare in modo che diventino sistema e strategia per il paese,attraverso un quadro normativo certo e duraturo. Questa la grande sfida che abbiamo davanti. Saremo in grado di vincerla?Ai posteri l’ardua sentenza.

 

Lucca, 26 marzo 2017

 

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