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IL 4 DICEMBRE VOTIAMO SI’

 

     Care elettrici - cari elettori,

 il 4 dicembre siamo chiamati ad esprimerci sulla Riforma Costituzionale: un passaggio che, qualunque sia il suo esito, è destinato a pesare sulla storia dei prossimi decenni del nostro Paese.

La riforma risponde ad una esigenza di ammodernamento delle nostre istituzioni, raccogliendo istanze ampiamente presenti nel dibattito politico-istituzionale da oltre 30 anni, ed oggetto di vari tentativi non riusciti .

Anzi, si può dire che tale necessità già venne ipotizzata dagli stessi "Padri della Costituzione" che non a caso hanno previsto una procedura per la modifica della Carta, di cui in molteplici interventi venne sottolineata l'opportunità.

Infatti, se la prima parte, quella dei principi fondamentali, raccoglie i valori fondanti la Repubblica, la seconda parte, quella riguardante l'architettura istituzionale, è frutto del particolare contesto storico-politico, e gli stessi Costituenti erano consapevoli delle sue criticità.

La riforma su cui ci esprimeremo il 4 dicembre non riguarda in alcun modo la prima parte della Costituzione: quella da tutti ammirata in Italia e fuori, quella esaltata anche da artisti colti ed intelligenti.

IL 4 dicembre, con il nostro voto, potremo decidere se aiutare l'Italia a raccogliere le sfide del nuovo scenario, europeo e globale, in cui è chiamata ad operare, oppure se ingessarla in un passato di liturgie politiche ben note, tratteggiate da pateracchi, burocrazia, veti.

  Il 4 dicembre dobbiamo, con il nostro Sì, scegliere il cambiamento, dando un chiaro segnale anche al di fuori dei confini nazionali, che l'Italia è un Paese riformabile, impegnato nel cambiamento, desideroso di ricoprire un ruolo di primo piano nel concerto europeo e globale.

    In particolare:

     diciamo Sì, per superare un bicameralismo paritario, non presente in alcun grande Paese europeo, e che ha mostrato tutti i suoi limiti per una adeguata qualità ed efficienza della produzione legislativa.

     Diciamo Sì, per l'adeguamento del procedimento legislativo, indicando tempi certi per la sua conclusione.

     Diciamo Sì, per il riordino delle competenze Stato-Regioni, allo scopo di evitare inutili appesantimenti burocratici, veti, differenze nella qualità di fondamentali servizi per i cittadini.

     Diciamo Sì, per la soppressione del CNEL, ente che poteva avere un ruolo al momento della scrittura della Costituzione, ma inutile nell'attuale contesto.

     Diciamo Sì, per la riduzione dei costi delle istituzioni, non solo grazie alla riduzione del numero dei Senatori, ma anche per la previsione di disposizioni capaci di bloccare le spinte più corporative degli apparati burocratici.

     Diciamo Sì, per ampliare gli strumenti di partecipazione democratica dei cittadini, con la nuova  disciplina del referendum abrogativo e delle leggi di iniziativa popolare.  

     Diciamo sì, per smentire le bugie del fronte del no, che in mancanza di argomenti sul merito è ricorso a forme al limite del terrorismo psicologico, quali l'agitazione dello spettro dell'attacco alla democrazia e/o della svolta autoritaria.

     Diciamo Sì, per impedire che la casta dei vecchi politici possa nuovamente impadronirsi del governo del Paese, riproponendoci un passato di cui non si avverte certo il bisogno.

     Diciamo Sì, perché, grazie ad una chiara assunzione di responsabilità di governo, i cittadini possano senza equivoci giudicare la qualità della classe politica.  

     Diciamo Sì, per aiutare il nostro Paese ad essere un luogo in cui le nuove generazioni possano avere un futuro migliore; per questo la riforma non è certo una condizione sufficiente, ma sicuramente è necessaria.

     Diciamo Sì, per sconfiggere quei presunti riformatori ipocriti e ciarlatani, per i quali le riforme, o debbono cominciare sempre dagli altri, o "ci vuole ben altro".

 

     Il 4 dicembre votiamo Sì, e cerchiamo di convincere altri a fare come noi.

 

Lucca, 28 novembre 2016                          Paolo Razzuoli

 

 

scheda referendaria

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