di Paolo Razzuoli
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso di un’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo l’orrore del campo di concentramento e svelando per la prima volta al mondo le stragi del genocidio nazista. Dal 2000 anche il nostro Paese ha scelto questa data per commemorare le vittime dell’Olocausto, che si stimano fra i 13 e i 19 milioni di persone, uccise e cremate nell'arco di quattro anni.
Fucinaidee ha sempre prestato grande attenzione a questa data. Quest'anno offriamo alcuni consigli di lettura, di testi particolarmente significativi per approfondire aspetti della più drammatica vicenda della storia umana.
"Noi sopravvissuti alla Shoah siamo inchiodati: vorremmo liberarci dal peso insopportabile di ciò che è stato e invece siamo costretti a riviverlo ogni volta. Delegati a testimoniare da chi avrebbe avuto il dovere di evitarcelo: quest'Europa che cancella i suoi sensi di colpa per lo sterminio degli ebrei non parlandone, e scaricando su noi vittime la responsabilità e il dolore della memoria. Una vera follia". Questo scriveva Edith Bruck. E con lei molti altri autori che hanno attraversato questo dramma hanno poi in modo diverso tentato di raccontarlo. Nella prefazione al libro di Mario Carrassi, scriveva Norberto Bobbio: "Il primo insegnamento che si può trarre da questo libro è che non bisogna dimenticare. Il secondo, che bisogna ricordare non per giudicare, ma prima di tutto per apprendere e capire."
"Scuola. Ripartire da Auschwitz". - Editore: Il Ponte Vecchio.
Gli studenti hanno ancora la sensibilità e la capacità di commuoversi ed emozionarsi di fronte al racconto di un testimone o a un viaggio ad Auschwitz.
Il passaggio dall'emozione alla consapevolezza, dalle tragedie del passato alle contraddizioni del presente non è però affatto scontato. Ecco perché è
necessario interrogarsi sul senso delle iniziative dedicate alla memoria. Il rischio, altrimenti, è quello denunciato da Bensoussan e da altri studiosi:
quello di un'assuefazione o, addirittura, di una repulsione per queste manifestazioni, dove la retorica e i buoni sentimenti rischiano di soffocare la
riflessione. Per questo è importante avere ben presente il senso della riflessione sulla shoah. La "giornata della memoria" non è una ricorrenza dedicata
solo alle vittime, non è il giorno dei morti. Al contrario, è un'occasione di riflessione, fondato certamente sulla memoria, ma che serve soprattutto ai
vivi. Perché lo sterminio degli ebrei e delle altre vittime (zingari, omosessuali, testimoni di Geova, oppositori) si è realizzato nella civile e moderna
Europa.
"La memoria e la storia. Auschwitz, 27 gennaio 1945. Temi, riflessioni, contesti". - Editore: Rubbettino.
Il volume raccoglie gli atti di un convegno internazionale di studi, svoltosi nel gennaio del 2007 in occasione della prima Giornata della Memoria dell'Università
della Calabria. "Ovunque esiste un principio di discriminazione avviene una frattura dell'umanità, perché si rompe il senso unitario che ci fa appartenere
ad una comunità", queste le parole di Luciano Violante all'apertura dei lavori. Partendo da tale auspicio comune i partecipanti - tra cui studiosi di fama
internazionale - hanno affrontato la Shoah con metodi e punti di osservazione diversi, che comprendono la storia, il diritto, la filosofia, l'etica, la
psicologia, la letteratura e la museologia. Un libro dunque articolato, capace di offrire al lettore risposte concrete all'ampio ventaglio di interrogativi
che ancor oggi circondano lo sterminio degli Ebrei d'Europa.
"Kalendarium. Gli avvenimenti del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau 1939-1945". di Danuta Czech - Editore: Mimesis.
"A modo suo il 'Kalendarium' degli avvenimenti nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau non è solo uno strumento per lo studio della storia del
campo e del destino degli internati, un aiuto per le istruttorie penali, ma anche un epitaffio, un libro per ricordare gli uomini che ad Auschwitz-Birkenau
e nei sottocampi hanno sofferto e lottato."
"Album Auschwitz". Titolo originale: The Auschwitz Album. - Editore: Einaudi.
"Donne vecchie e giovani sono lì, in piedi sulla rampa, con i neonati in braccio e i bambini più grandi per mano, o aggrappati ai vestiti, spaventati. Accanto
ci sono gli uomini, vecchi e giovani. Di lì a poco, saranno sottoposti a un 'processo' di selezione che ne manderà a morire la maggior parte in un modo
orribile, nel giro di qualche ora. Questo è uno dei tanti gruppi di ebrei ungheresi che furono deportati dalla Rutenia carpatica ad Auschwitz-Birkenau
nel giugno del 1944. La 'stella gialla' cucita sui loro abiti sembra sproporzionata, tanto è grande; ci fissano con occhi stanchi, spaventati, indagatori,
intimoriti, dolci, ma anche coraggiosi, occhi che ci pregano di dare loro una risposta... Questo volume, conosciuto come "Album Auschwitz", contiene una
sorta di servizio fotografico realizzato dalle SS e organizzato sotto forma di album. Nascosto e sopravvissuto in qualche modo alla furia della guerra,
è arrivato fino a noi. La raccolta fotografica, oggi restaurata e ricostituita nella sua interezza, documenta con una forza straordinaria, sotto l'aspetto
sia storico sia umano, una giornata fra le tante - vista attraverso gli occhi degli assassini - dello sterminio sistematico degli ebrei durante la Seconda
guerra mondiale. La macchina ha fotografato esseri umani anonimi, ma noi abbiamo fatto tutto il possibile per dare a ognuno il suo nome, restituendogli
l'identità perduta e la sua unicità di persona". (Avner Shalev, Presidente dello Yad Vashem di Gerusalemme). L'"Album Auschwitz" è il più importante documento
iconografico sui campi di sterminio: mostra le fotografie scattate dai nazisti nel maggio del 1944. Sono le immagini della selezione a cui erano sottoposti
i prigionieri ebrei. L'album, ritrovato da una detenuta, è stato utilizzato come prova giudiziaria nel processo di Francoforte contro 20 criminali nazisti
del campo. Edizione italiana a cura di Marcello Pezzetti.
"Le valigie di Auschwitz" di Daniela Palumbo. (adatto per bambini)
- Editore: Piemme.
Da una visita al campo di sterminio di Auschwitz nascono le storie, inventate ma tragicamente realistiche, di quattro bambini che nell'Europa dilaniata
dalle leggi razziali vivono sulla loro pelle l'orrore della deportazione. Il libro induce il lettore, ragazzo o adulto, a riflettere su un capitolo della
nostra storia che non deve essere dimenticato. Età di lettura: da 10 anni.
"Diario di Frank Anne". Ediz. Einaudi 2015.
Quando Anne inizia il suo diario, nel giugno del 1942, ha appena compiuto tredici anni. Poche pagine, e all'immagine della scuola, dei compagni e di amori
più o meno ideali, si sostituisce la storia della lunga clandestinità. Obbedendo a una sicura vocazione di scrittrice, Anne ha voluto e saputo lasciare
testimonianza di sé e dell'esperienza degli altri clandestini. La prima edizione del "Diario" subì tuttavia non pochi tagli, ritocchi, variazioni. Il testo,
restituito alla sua integrità originale, ci consegna un'immagine nuova: quella di una ragazza vera, ironica, passionale, irriverente, animata da un'allegra
voglia di vivere, già adulta nelle sue riflessioni. Questa edizione, in appendice, offre anche una ricostruzione degli ultimi mesi della vita di Anne e
della sorella Margot, sulla base di testimonianze e documenti raccolti negli anni. Prefazione di Eraldo Affinati. Con uno scritto di Natalia Ginzburg.
"Diario di prigionia". - di Ansaldo Giovanni Ediz. Il Mulino 1993.
Ansaldo, giornalista di regime, richiamato sotto le armi nel 1943, viene catturato dalle truppe tedesche e portato nel campo di concentramento. Rientrerà
in Italia solo nel settembre 1945. Questi diari furono tenuti giorno per giorno, dal gennaio 1944 sin quasi alla fine e sono di grande interesse non tanto
sotto l'aspetto cronachistico quanto per l'autoanalisi che Ansaldo vi compie. Diario privato quindi in cui Ansaldo mostra una sincerità spregiudicata sui
lati anche meno nobili di sè.
"Auschwitz ero il numero 220543. Una storia vera". di Denis Avey - Newton Compton 2011.
"Malgrado la mia impotenza, anch'io potevo fare qualcosa, e proprio per questo non potevo chiudere gli occhi. Non era un granché, ma se fossi riuscito a
entrare, se solo avessi visto, avrei potuto portare la mia testimonianza.".
"Sopravvivere e vivere". di Denise Epstein - Adelphi 2012.
Quando Irène Némirovsky viene arrestata, nel luglio del 1942, la maggiore delle sue due figlie, Denise, ha tredici anni, la minore, Elisabeth, soltanto
cinque. Tre mesi dopo anche il padre sarà deportato. Per le due bambine cominciano gli anni atroci della fuga: braccate dalla polizia francese e dalla
Gestapo, passano da un nascondiglio all'altro, spostandosi di notte, prendendo treni da cui bisogna saltare giù prima che entrino nelle stazioni per evitare
i poliziotti e i loro cani, trovando rifugio in un convento di suore, in cantine umide, in sottoscala. Alla Liberazione, Denise ed Elisabeth si recheranno,
insieme a molti altri, alla Gare de l'Est, dove assisteranno sgomente all'arrivo dei treni che riportano a casa quei fantasmi macilenti che sono i sopravvissuti
dei campi: ma da quei treni non vedranno scendere né l'uno né l'altro dei genitori. Di loro resta soltanto la valigia che Michel Epstein ha affidato alla
figlia maggiore raccomandandogliela come cosa preziosa appartenuta alla madre: la valigia dentro la quale, molti anni dopo, Denise troverà il manoscritto
di Suite française. In questa lunga intervista Denise ripercorre, con la limpida chiarezza del suo spirito indomabile, ma anche con l'arguzia e l'ironia
che le sono proprie, un'esistenza in cui le assenze hanno pesato più delle presenze, e la memoria (e la difesa della memoria stessa) ha svolto un ruolo
determinante.
"Se questo è un uomo". di Primo Levi - nell'edizione 2012 Einaudi.
Pubblicato nel 1947 e accolto da Einaudi nel 1958, "Se questo è un uomo" viene da allora continuamente ristampato e tradotto in tutto il mondo. È nota la
misura, la compostezza di questo classico dell'esperienza della deportazione, il suo intento di descrivere l'indescrivibile, che ha portato l'autore a
affermare "se c'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio". Questa edizione commentata è ricca di riferimenti testuali e per l'acume interpretativo, con
note, sin dalla prefazione, sulla struttura, le scelte linguistiche e di contenuto (fornendo particolari sui personaggi descritti nel campo). Cavaglion
compie uno scrupoloso lavoro di analisi stilistica, studiando le influenze letterarie (prima di tutto "La Bibbia" e la "Divina Commedia") ed illuminando
di volta in volta interi periodi o singole parole come "gioia", "fortuna" e "felicità", paradossalmente i vocaboli più ricorrenti in tutta l'opera di Levi.
Un lavoro che "pesa, separa e distingue" in un'opera che non si leggerà mai abbastanza.
"L'inferno di Treblinka". di Vasilij Grossman - ediz. Adelphi 2012.
La più terribile fabbrica della morte nazista nel folgorante, esemplare reportage - fondato su testimonianze di prima mano e scritto subito dopo la liberazione
del campo, nell'autunno 1944 - da un inviato d'eccezione.
Lucca, 27 gennaio 2016