Cavalier Goffredo Pensabene
“Se la statua non si potrà spostare”
Sostiene Mimmo primo re di Lucca
“il piano B dobbiamo preparare”
Mentre un grappolo d’uva si spilucca
La proposta che viene è così ardita
Da provocare giubilo e contento:
veloce come lo schioccar di dita
interreremo statua e basamento!
Forse più che mangiare uva agra
Il geniale ideator della pensata
Cenando a Montecarlo ad una sagra
Ne beve il succo poi che l’ha pigiata
Il vino allegra e dà sostentamento
Ma chi ha di suo la testa fuori fase
Dovrebbe per lo meno stare attento
A non spararle grosse come case
Pensiamo ad una statua che sprofonda
In mezzo ad una piazza “NATURALE” (!?)
Sepolta sotto una poltiglia immonda
Di cartoni di acqua minerale
quando musica e ressa vanno via
Ci si limita a premere un bottone
e nella piazza, come per magia,
ricompare Luisa di Borbone
col volto corrucciato sembra dire:
“perché non vi provate o sciagurati
del Burlamacchi a sfidar le ire?
Dopo aver i piccioni suoi chiamati
Ed averli di semi rimpinzati
Dà loro il via solo facendo un cenno:
Di guano vi trovate impiastricciati
Tal da imbrescarvi corna e il poco senno”
Ormai l’abbiam capito tutti quanti
Chi le spara più grosse è più osannato
Pur se si sa, e non ci sono santi,
che ciò che parla è il vin che ha tracannato
e non scherza nemmeno chi lo ascolta:
deve averne bevuti dei quartini
se pensa che questa proposta stolta
non sia solo gran sete di quattrini.
E’ pur vero che la tecnologia
Cose dell’altro mondo ormai consente:
statue e palazzi cambian piazza e via
Fino a quando in città rimane il niente
Così potrà il Mimmo, gran sovrano,
Organizzar concerti a tutto tondo
Pur se smonta il mosaico in san Frediano
Nessuno gliene chiederà mai conto
Forse semplicemente vuol capire
Fin dove può arrivar con la pazzia
E se ogni cosa che gli vien da dire
si accetti come detta dal messia.
Brutta fine la storia ha riservato
A un tal che volle fare il padreterno
Per vent’anni il bengodi gli è durato
poi da Dongo è planato giù all’inferno:
se lo ricordi bene quel grand’uomo
che a Montecarlo ostenta i suoi boiari:
sindaci maneggioni, ed un bel tomo
che lo intervista pei tiggì locali.
Per concludere queste riflessioni
Invito il re che ci ama e ci governa :
smetta di romper l’anima ai Borboni
anche così Lucca sarà contenta
ma se insistere vuole nel progetto
guardi non resti fuori del pantano
l’asta che Luisa impugna come scettro
e gli si infili dritta in deretano.