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Il problema dei partiti e del  Pd parte dalla rappresentanza e dagli iscritti.

 

Di Antonio Rossetti

 

La crisi del Pd è, insieme alla crisi dei partiti e della classe politica, il problema di chi rappresenta il cittadino elettore e il cittadino che partecipa alla vita politica ed amministrativa.

Quando vi erano altre forme organizzate di partito altra era la vita e la struttura nei territori e nelle sezioni.

Oggi  con nuovi sistemi di relazione  si parla di partito liquido, in qualche caso già gassoso.

 

In un paese che ha cambiato abitudini  c'è chi  vive le vicende della politica  tra il distaccato, il deluso, il rancoroso,  ed  è in crescita il numero di   chi  non crede più a nulla e a nessuno. Infatti, secondo le previsioni, anche in Toscana si avvicina il tempo del 50% di astensioni  al voto.

 

Dicevo, un tempo si facevano orgogliose campagne di proselitismo e di tesseramento perché avere  un numero elevato di iscritti era un obiettivo  di per se.

Insieme alla vita delle sezioni, i convegni, gli incontri, i dibattiti sui temi di attualità locali e non,  i congressi erano frequenti .  Oggi questi  sarebbero definiti vecchi arnesi, mentre nell'analisi degli abbandoni non si scava mai sulle ragioni, sul perché.

 

Il perché è sotto gli occhi di tutti.

Nelle Regioni si è fatto tutto il peggio che si poteva.  

Sono  stati approvati regolamenti e trattamenti da vere e proprie ”caste”, tra vitalizi, rimborsi e indennità  in tutte le regioni si è largheggiato sempre di più.

Ci sarà pure     qualcuno  nel Governo Italiano che, almeno per verificare cosa accade, tiene sotto controllo i bilanci regionali prima che sia la Corte dei Conti, o la magistratura ad intervenire e verificare se c'è un minimo  “ravvedimento”.

Non solo nelle Regioni.

La corruzione è così ramificata che  rischia di essere vissuta come male inevitabile, rassegnati allo sperpero e al furto continuato.

Un po' di indignazione quando frana un ponte o una strada, un palazzo, quando si scoprono rifiuti di ogni specie sottoterra, nei fiumi, nel mare, quando scoppia un caso,  per qualche giorno se ne parla, poi un'altra notizia passa in prima pagina e piano piano (in pochi giorni) si dimenticano le precedenti e non si sa mai come si sono concluse.  Non che le dimentichino tutti, ma  appare così.

 

In un panorama di partiti personali, senza iscritti e senza strutture, non c'è idealità che lega, non ci sono impegni da mantenere, basta essere d'accordo, o a servizio, del “capo bastone” e la cosa è fatta.

In questa logica nuova se il numero degli iscritti è irrilevante diventa un problema in meno, nel senso che ci si accorda tra poche persone, ma è vero, al tempo stesso, che nessuno si sente impegnato a sostenere posizioni alle quali non ha  contribuito nemmeno indirettamente.

 

Lo stesso mezzo e lo stesso piano

C'è una novità che può essere considerata banale, ma con i mezzi di oggi la notizia di una legge, di un provvedimento, di atti importanti, si può dare in un batter di”ciglia”, arriva subito e a tutti, si può diffondere  in pochi minuti a milioni di persone.

Frutto di innovazione dei nostri tempi, ma avviene anche il contrario che una persona che non riveste compiti di responsabilità,  che non condivide o addirittura disprezza persone e obiettivi,  giunge allo stesso obiettivo in poco tempo. Se  la cosi’ detta”vittima” vuol difendersi lo farà in solitudine tutte le volte che si esporrà per conto proprio.

Certo è il massimo della equiparazione, ma può essere anche il massimo dell'irresponsabilità quando l'argomento è solo ingiurioso, offensivo e coinvolge aspetti personali o familiari che non  rientrano nel ruolo o nelle funzioni inerenti la carica elettiva o la competenza.

Ma questo è.

Uno vale uno, sia che esca dalle mani del Presidente del Consiglio  che da quelle di una persona che vuol esprimere  dissensi offensivi e basta.  In sostanza “il leader” è sempre più solo, comanda per  quel tempo che è possibile e poi cade per “cause” chiare fin dall'inizio.

L'assenza di iscritti e strutture di partito convince molti che è facile divenire Leader anche senza meriti da portare in dote. Un po' di Tv, qualche finanziamento per l'occasione e in poco tempo si  costruisce e si consuma una nuova “immagine”.

Quanti sono passati in pochi anni.

Infine il capitolo delle figure da candidare, figure scelte da singoli o per accordi.

Ci sono assessori annunciati senza neppure valutare competenze ed esperienze, candidature zoppe o condizionate, personaggi cacciati per gravi reati che, dopo brevi purghe, rientrano con nuove sigle o in altri luoghi, proclamatori che fingono di tagliare i costi e non lo fanno mai,  corrotti che dichiarano di non sapere nulla, fingendosi ingenui fino all'imbecillità,  faccendieri che sono sempre al posto di comando, anche se cambia il proprietario della compagnia, intanto passa il tempo. 

La corruzione è cosa recente?

Senza entrare in ricerche storiche, mi sono imbattuto in una pubblicazione del 1975, Mani pulite, di  Claudio Castellacci, Sugar Co Edizioni, i comunisti e le amministrazioni degli enti locali.

Nella prima parte con  il capitolo  “ Parma i panni sporchi non si lavano in casa” , si fa riferimento al 22 ottobre del 1975. Il comitato unitario di   lotta per la casa tappezza Parma con una ventina di lenzuola.  Lenzuolata legata alla speculazione edilizia ed  allo scandalo  che investì il Comune di Parma, il Pci,  il Psi e imprenditori e cooperative.

Per avere altre notizie si può fare riferimento al testo citato mentre per la parte in argomento, la lenzuolata, è un po' un modo di farsi sentire  quando  i canali di partecipazione sono assenti o chiusi. Oggi si potrebbe dire che queste lenzuolate sono presenti su facebook, e twitter.  L'evoluzione  di Parma è nota a molti.  Chissà se l'On. Bersani avrà piacere sentirsi ricordare le lenzuolate anti PCI nel 1975 a Parma, considerato che ne ha fatto uso in seguito. 

 

In conclusione se il Pd in Toscana non giunge neppure a 50 mila iscritti,( all.1)  gli altri partiti ne avranno molti di meno. C'è poco da sperare in una ripresa della vita politica e amministrativa partendo dalla base, dai territori. Questo non è un problema per chi viene eletto (con i sistemi elettorali attuali, non c'è un quorum di votanti),  al contrario  per alcuni sarà un piacere avere  meno persone con le quali confrontarsi e discutere, ma alla lunga  può essere un problema anche per chi non lo crede tale.

Nonostante un po' di ottimismo è difficile immaginare qualcosa di buono in un  futuro abbastanza prossimo .

Da dove ripartire, con chi e per che cosa?

Il panorama è desolante, a molti dei politici che dovrebbero governare il paese sarebbe difficile affidargli un incarico perfino in un consiglio di circoscrizione, che non è cosa da poco, figuriamoci un  incarico ministeriale o parlamentare.

Sembra di vedere un pantano talmente diffuso dal quale è impossibile uscire dal dentro, chissà chi può aiutarci?

Se fossero i giovani “giovani”, sarebbe un passo in avanti, se sono solo giovani che subentrano e si adeguano siamo punto e a capo.

Intanto sarebbe buona cosa se i partiti entrassero in competizione per aprire i loro tesseramenti ai cittadini, senza paura di essere sostituiti in futuro, lo saranno comunque.

 

All. 1

Pianeta Pd, in Toscana emorragia iscritti: 16mila in meno rispetto al 2013

Il responsabile organizzazione Mazzeo: "Sbagliato fare il raffronto con l'anno congressuale, va fatto con il 2012". In questo caso la flessione è minore "visto che nel 2012 sono state rilasciate 52.000 tessere, con una flessione del 17% rispetto al 2014"


 


Sono 43.580 gli iscritti del Partito democratico del 2014 (anche se su indicazione del Pd nazionale, le iscrizioni si sono chiuse il 16 febbraio 2015). Circa 16.000 tessere in meno rispetto al 2013 anche se, spiega Antonio Mazzeo, responsabile organizzazione del Pd toscana, “questo confronto non sta in piedi perché lo scorso anno è stato l’anno del congresso”. Il confronto, quindi, spiegano i dem, “va fatto con il 2012”. In questo caso la flessione è minore “visto che nel 2012 sono state rilasciate 52.000 tessere, con una flessione del 17% rispetto al 2014”.

Un dato, commenta Dario Parrini, il segretario regionale, “che giudichiamo soddisfacente rispetto alla media nazionale” e “incrementabile nel 2015 perché lo scorso anno avemmo il problema di un tesseramento iniziato a giugno e perché le tessere arrivarono in ritardo”. Scorporando i dati, sottolinea Mazzeo, va segnalato “l’ottimo risultato delle circoscrizioni di Arezzo (+1%), Pistoia (9%) e Versilia (10%)”. Il “calo vero”, invece “è registrato a Massa (- 30%), Siena (- 28%), Prato e Livorno (-25%). Positivi, infine, il rapporto nuovi iscritti – rifiuti: 3.900 nuove tessere contro le 3.160 non rinnovate.

 

Lucca, 17 aprile 2015

 

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