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Renzi: da 100 a 1000 giorni

 

di Antonio Rossetti

 

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva annunciato cose importanti per il Paese e ha formato una squadra di Ministri (puntando all’equilibrio di genere)  giovani senza  carichi di esperienze, salvo eccezioni. E’ probabile che  questi abbiano fatto grande fatica a districarsi tra regolamenti, procedure e vecchi marpioni che, trovandosi  in quei luoghi da decenni ed  avendo raggiunto cariche e acquisito  “mestiere” sono in grado di far “impazzire” i più intraprendenti e volenterosi giovani, poco esperti, sia donne che uomini.

Dopo poco tempo, Renzi,  si è presentato in Europa con il piglio di chi è giunto da poco ma che sa cosa vuole, o vorrebbe, ma anche in Europa i “ marpioni” lo stanno sfiancando con i tempi e con i rinvii.

Dopo agosto i mesi a “guida Italia” saranno in via di esaurimento e si penserà a chi subentra  alla guida nel semestre  successivo più che dare ascolto al giovane presidente  italiano.

Proprio nel momento in cui  il Presidente Renzi cerca di ottenere  maggiore credito in Europa, sarebbe un bene lo ricevesse, ha cominciato ad arrancare in Italia.  Con i tempi  e i sistemi di informazione di oggi  i guai in casa non si nascondono davvero neppure all’estero.

 

Il cammino delle riforme

La riforma avviata per  il Senato ed altro, probabilmente, finirà per uscire (forse domani 7 agosto si chiudera’ la prima fase al Senato)  e per lasciare aperti i conflitti che si “rimpalleranno” da Camera al  Senato e viceversa e, con molta probabilità,  con il voto referendario.  Quindi tempi lunghi e chissà quanto tormentati con  la conseguenza di  poter dedicare meno tempo a ciò che emerge come urgenza.

Del lavoro e dei provvedimenti per la ripresa dell’occupazione, problema non facile, si è perso il conto. Quali provvedimenti sono completi, quanti sono ancora i decreti necessari per attuare i tanti provvedimenti assunti e votati, in sostanza  si è perso nella nebbia  il convoglio e le parole sembrano sempre più vuote e prive di concretezza. 

Altri provvedimenti sui quali è stata chiesta la fiducia, vengono modificati dal governo stesso e ne viene ancora richiesta la fiducia. Fare e disfare da soli significa che o prima o dopo l’errore c’è stato.  Ultimo caso il provvedimento della Pubblica amministrazione. Le modifiche al testo, approvato  già con voto di fiducia,   sono motivate dalla non copertura economica delle operazioni incluse.

La Ministra si era spesa in affermazioni baldanzose  su esodi di personale per assumere, come se non fosse un costo da considerare l’esodo anticipato del personale della pubblica amministrazione .

La cosa più grave non sia stata in grado  di capire che non esistono le coperture al provvedimento.

Probabilmente, data la giovane esperienza, non si è resa conto della complessità del provvedimento stesso  e della necessità di confrontare con altri ministeri e parti sociali cosa comporta una operazione del genere.

Il Presidente Renzi, ha pensato di  rinviare per qualcosa di più, speriamo sia di meglio, ma ha già annunciato che qualche manovra ci può essere.  Nulla di nuovo e probabilmente nulla di buono .

Altri fronti sono aperti:  la riduzione della pressione fiscale per cittadini e imprese;  la vendita di immobili pubblici per fare cassa; e tante altre operazioni,  da non sottovalutare, ma  delle quali si perde ogni riferimento.

La trasparenza, non i messaggini,  degli atti certi è sapere che cosa è  già deciso; cosa è  attuabile e  cosa è per strada tra Senato, Camera, Commissioni e ritorni , oppure che è a mezza strada nel senso che c’è,  ma mancano altri provvedimenti necessari per funzionare, decreti attuativi, circolari attuative o altre disposizioni, in qualche caso il rapporto di sintonia con le regioni o altri Enti .

Renzi ha chiesto 1000 giorni, prima delle elezioni europee aveva detto 100, da intendere come tempo per dare segni di cambiamento, è impensabile fosse ingenuo al punto di pensare di fare in 100 giorni le riforme costituzionali.

Probabilmente mille giorni sono un tempo, per molti aspetti,  relativamente lungo, ma la domanda che si dovranno porre, il presidente del Consiglio e i suoi ministri, oltre che i partiti che lo sostengono in modo più o meno esplicito, “ce la faremo  a tenere per questo tempo”?

Se è vero che i gufi  sono presenti e che gli”zeppisti”,  installatori di zeppe, sono in aumento,  non si può dimenticare che  questi possono trovare alimento dagli errori e dalla confusione  che appare di tutta evidenza  nel percorso legislativo tracciato dal governo.

 

Per non dare l’idea che tutto è da buttare,  voglio dire che tra le cose più interessanti sono da considerare i rapporti internazionali con l’apertura ai mercati della   Cina, speriamo anche con l’india, (a proposito e’ ancora da chiudere la vicenda dei Marò),  i primi passi in Europa, (anche se la candidatura del ministro Mogherini, di rottura,  dimostra che non vi è stata preparazione adeguata, e se anche andasse a buon fine sarebbe mutilata e di facile impallinatura da parte degli oppositori.  Se non c’era margine di accoglimento si poteva capire  durante la fase  di trattativa per il voto al presidente sostenuto dal PPE  e chiarire prima senza entrare in un “cul de sac”.)

Altra operazione fortunata, che possiamo vantare, è lo spostamento della Concordia,  senza trascurare che il capofila non era italiano, mentre italiano è Schettino che è responsabile del disastro.

  Altra vicenda che sembrerebbe potersi chiudere, è l’operazione che vede interessata l’Alitalia: operazione complessa e carica di sacrifici, anche se la situazione sarebbe ancora più grave in caso di insuccesso.

Se il presidente del Consiglio immaginava  di poter vantare esperienze  quali la presidenza di una provincia e la carica di sindaco di un comune, pure se importanti, avrà già capito che guidare il governo del Paese è molto più difficile.

Che non basta indicare nemici o “gufi”per giustificare ritardi ed errori, che gli eventi prendono il sopravvento se non sono governati e che governare con “ presunzione” e solitudine è molto difficile .

Ora i fuochi sono accesi in più punti  in giro  e  ci sono più piromani che pompieri. Da qualche parte si dovrà iniziare a spengere e ripartire per ricostruire credibilità con atti concreti .

C’è bisogno, per quanto possibile, di un quadro chiaro degli obiettivi e dei tempi di risultato, la ricerca delle scuse  o l’attribuzione  di responsabilità per gli errori ad altri non è accolta, è stagione superata.

I margini di credibilità sono sempre più sottili.

 

Lucca, 6 agosto 2014

 

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